L’arte non è neutrale. Contiene una visione del mondo. Crea mondi. O nel caso sia negata, essa testimonia con l’abrasione, la predominanza violenta di un modo di guardare la realtà, sulle altre. Solo i regimi, abbattono statue o impongono censure – ad altri – nella rappresentazione della realtà.
A poche ore dall’insediamento del regime dei talebani, la violenza iconoclasta è tornata a colpire. A Bamiyan la statua di un eroe sciita anti talebano, Abdul Ali Mazari, è stata abbattuta dagli insorti. Quando ci sono rivolgimenti è normale che le statue degli avversari politici siano abbattute. Ma altrettanto normale è che la il fenomeno non si estenda.
Abbattere statue significa intimidire coloro che, in quelle statue, si identificavano. Ed è il primo passaggio in direzione di esecuzioni di essere umani.
Mai, come in questi momenti, possiamo comprendere come l’arte sia fondamentale. Che non è mai una decorazione superficiale. Ciò che preoccupa è il fatto che l’iconoclastia radicale – il rifiuto assoluto delle immagini – del gruppo dirigente talebano non prevede rappresentazioni del mondo, che non siano contenute nella parola nel Corano e nei testi “patristici”. Per questo i talebani sono iconoclasti. Vogliono una sola rappresentazione – mentale – del mondo, attraverso il libro e il clero, perchè l’alterità delle rappresentazioni crea la base per possibili altre visioni, che sono considerate eresie. Per questo l’arte è libertà.
Nel marzo 2001, i Talebani, musulmani iconoclasti, ordinarono la distruzione delle due antiche statue di Buddha, di Bamiyam, scolpite 1800 e 1500 anni fa, da un gruppo religioso buddista nelle pareti di roccia della valle di Bamiyan, in Afghanistan, a circa 230 chilometri dalla capitale Kabul e ad un’altezza di circa 2500 metri; una delle due statue era alta 38 metri. L’altra 53 metri.
Nel marzo 2001, secondo l’agenzia di stampa France Press, un decreto dichiarò: «in base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro.»