“La peste” è un dipinto a tempera realizzato da Arnold Böcklin nel 1898. L’opera è conservata al Museo d’arte di Basilea.
STILETTATE
di Tonino Zana
Che anni, amici. Saremo la generazione del virus, tra poco compiremo 3 anni con quattro vaccinazioni e il resto in arrivo. Adesso picchiano duro anche le scimmie e la zanzara del Nilo ha planato nelle Basse con due o tre morti. Possibile tutto accada ai nostri giorni, non sarà che siamo massimamente informati secondo dopo secondo e quindi molto disinformati per l’impossibilità di essere precisi e veritieri su un passo del genere?
In autunno dovrebbe esserci una recrudescenza e si parla già di una nuova vaccinazione – la quinta? – e subito saremo nel cerchio influenzale. Non penso potremo stare appesi a preoccupazioni tipo la prima fase, moriremmo per collasso nervoso, cercheremmo la morte. Ma saremo “i virales” quelli resistiti al covid come a una guerra.
Ripasso il secolo scorso, la prima guerra, le dittature, la seconda guerra mondiale, la rinascita, cioè lavoro duro e speranza dura, scontro ideologico, terrorismo rosso e nero, attentati a polizia, carabinieri, politici, giornalisti e industriali, guerra in Vietnam, Iraq, Afganistan, abbattimento delle Twin Towers, 4 mila morti, viaggi sulla luna, pronti per Marte e Nettuno e Urano, adesso guerra in Ucraina.
Parliamo del Novecento, se avete pazienza riassumo l’Ottocento e allora siamo senza libertà e indipendenza fino al 1860, completamente fino al 1870 poi cominciano le emigrazioni nelle Americhe, le emigrazioni nelle miniere e morti per crolli e silicosi.
Non abbiamo, oggi, l’esclusiva del male, piuttosto coltiviamo l’esclusiva di un ego sottoculturato che non conosce e non vuole saperne di quanto è accaduto prima di noi.
Le stilettate di Zana. Con la peste di Arnold Böcklin. Non abbiamo più la cognizione storica del dolore
Non abbiamo, oggi, l'esclusiva del male, piuttosto coltiviamo l'esclusiva di un ego sottoculturato che non conosce e non vuole saperne di quanto è accaduto prima di noi