«Il mare, il sole, il bambino. Ecco i tre elementi essenziali del suo progetto pittorico» scriveva Silvio Lago nel 1927.
Possiamo infatti riassumere i registri tematico-espressivi di Joaquín Sorolla Bastida in tre elementi ricorrenti: il mare – inteso come spiagge con presenze umane, legate soprattutto ai giorni di vacanza -; lo studio intenso delle diverse luci e delle atmosfere; il mondo dell’infanzia, osservato sempre con affetto e nostalgia, come se il paradiso perduto altro non fosse che l’infanzia stessa. E, in fondo, mare, infanzia e luci intense si uniscono per costituire, spesso, in Sorolla, un unico dipinto.
Joaquín Sorolla y Bastida (Valencia, 1863 – Cercedilla, 1923) è annoverato fra i rinnovatori della pittura spagnola in chiave impressionista e anche tra i più prolifici, avendo un catalogo di più di 2.200 opere.
La rappresentazione dell’infanzia ha accompagnato Sorolla in tutta la sua produzione artistica ed è con i dipinti che hanno come protagonisti i più piccoli –come ¡Triste eredità!, che mostra, in questo caso in linea con il sentimento verista dell’epoca, anche un’infanzia negata – che ha vinto i suoi premi maggiori.
Tuttavia il ruolo dei bambini nei dipinti del maestro valenciano è un argomento poco studiato, motivo per cui una mostra allestita al Museo Sorolla – nella casa che fu progettata per l’artista e la sua famiglia – cerca di approfondirlo. Con l’irruzione del naturalismo nelle arti, alla fine dell’Ottocento, i temi della vita quotidiana si affermarono il lavoro, la vita familiare. Sorolla si inserì soprattutto in quella atmosfera di cronaca quotidiana domestica, che stava caratterizzando l’Impressionismo. Una pittura vicina. Sentimentalmente intensa. Priva della retorica della storia. Legata all’istante, soprattutto gioioso. Sono anche gli anni in cui, a livello delle classi dominanti, l’attenzione nei confronti dei bambini e del loro mondo è in notevole crescita. Sono gli anni in cui le donne borghesi e aristocratiche acquistano o influenzano gli acquisti di opere d’arte e in cui il punto di vista femminile emerge con prepotente dolcezza. Sono anche gli anni delle colonie elioterapiche, attraverso le quali le donne delle classi dominanti offrono ai bambini poveri la possibilità di giorni di luce e di gioia, che hanno una valenza terapeutica nei confronti del rachitismo, allora molto diffuso.
Sono famose le belle scene di famiglia, i numerosi ritratti, i dipinti in cui i bambini, nelle opere di Sorolla, rappresentano la “gioia dell’acqua” e della luce. Sono giorni e ore intense delle vacanze familiari, sulla spiaggia, al sole. Piccoli con le balie, sulla battigia. Bambini nudi tra sabbia e acqua. Passeggiate sulla spiaggia. Resta sempre un pensiero, in Sorolla, per i bambini meno fortunati, ai quali egli offre sempre uno sguardo di effettiva compassione, intesa emotivamente come partecipazione al dolore reale degli altri e come speranza che a tutti sia garantita, giustamente, serenità e gioia.
La edad dichosa. La infancia en la pintura de Sorolla
Curata da Sonia Martínez Requena y Covadonga Pitarch Angulo
Dal primo febbraio al 19 giugno 2022