Impronte di eleganti scarpe da donna su una mattonella romana del III o IV secolo d. C. – una scarpa dalla pianta sottile, sagomata leggiadramente – suscitano gli interrogativi degli studiosi inglesi, impegnati ad analizzare i materiali recuperati da una fornace che produceva piastrelle nelle East Midlands per le ville romane del circondario. Che ci faceva un’elegante signora in quel luogo, con quel bel piedino aggraziato? E chi era quell’uomo che firmò un’altra piastrella con la scritta Potentius fecit – che oggi potremmo liberamente tradurre, in italiano corrente, come “fatto da Potentius” – come avrebbe potuto firmare un’opera d’arte?
La notizia di questi ritrovamenti, lanciata dalla Bbc, ha acceso l’immaginazione degli inglesi e degli storici. Qualche ricercatore avanza l’ipotesi che nelle fabbriche lavorasse anche personale alfabetizzato – se non colto – e che esistesse una manodopera femminile, che indossava eleganti calzature.
Certo non è possibile inserire in un quadro sistematico un’informazione del genere. Ma la prima ipotesi, da formulare, è che nell’officina potessero essere entrati membri della famiglia di proprietari della fornace o che esistessero, anche allora, dei dirigenti.
“I piastrellisti di solito firmavano il loro lavoro con uno schema o un simbolo piuttosto che una firma”, ha spiegato l’archeologo Gilmour di Oxford Archaeology .I membri del team registreranno anche impronte di animali e impronte di foglie trovate nelle piastrelle scartate per raccogliere informazioni sull’ambiente e sul lavoro stagionale. Per leggere di impronte di animali impresse su tegole romane recuperate a Leicester”.