Un sacerdote del Seicento, facendo una sorta di censimento delle aree sepolcrali della zona di cui aveva cura d’anime, scrisse che in quella radura c’erano dossi tombali sui quali, d’autunno, si vedevano fuochi. Gli archeologi ora hanno scavato. Scoprendo che il prete aveva ragione e che i materiali recuperati sono di notevole interesse.
Archeologi svedesi stanno, infatti, attualmente indagando su un antico cimitero dell’Età del Ferro a Pryssgården, in Svezia. Qui è stata scoperta una sepoltura femminile di duemila anni fa che contiene gli oggetti di lavoro della donna stessa, che esamineremo tra poco, nell’articolo. Il cimitero, risalente al periodo compreso tra il 500 a.C. e il 400 d.C., conta almeno 50 sepolture ed è molto probabilmente lo stesso sito descritto nel 1667 da Ericus Hemengius, un prete incaricato di registrare le antiche tombe della parrocchia. La sepoltura della donna è emersa come uno dei reperti più singolari dell’intera indagine.
Un grande cimitero dell’antichità
Il cimitero è stato scoperto a Pryssgården, un’area della Svezia meridionale situata circa 170 chilometri a sud-ovest di Stoccolma. Gli archeologi sono venuti a conoscenza del sito grazie a un testo del XVII secolo di Hemengius, che aveva il compito di documentare i cimiteri antichi nella sua parrocchia. Hemengius descrisse i tumuli e i cumuli di terra visibili dalla sua finestra, scrivendo:
“Sotto la proprietà del prete, a ovest di Prästegården, ci sono alcuni tumuli ancestrali, apparentemente grandi, su cui, per la maggior parte, si vedono fuochi accesi ogni notte d’autunno.”
Fino ad oggi, gli archeologi non erano certi se queste tombe fossero sopravvissute o se fossero ancora situate nell’area attuale di scavo, come confermato dal gruppo di archeologi di Arkeologerna, che sta conducendo le indagini.
Una sepoltura insolita
Due tombe vicine sono state scavate contemporaneamente. In una, gli archeologi hanno trovato una sepoltura ad incinerazione contenente una piccola “runner stone”, forse usata come macina. Alcune fosse contenevano pochi o nessun resto osseo, suggerendo che potessero aver avuto una funzione simbolica o rituale alternativa.
L’altra tomba, invece, era particolarmente ricoperta di uno spesso strato di cenere. Durante lo scavo, gli archeologi hanno trovato un coltello di ferro inserito verticalmente nel terreno. Moa Gillberg, archeologa del Museo Nazionale di Storia della Svezia, ha spiegato che coloro che seppellirono questa donna dell’Età del Ferro:
“… inserirono il coltello; non sappiamo perché, ma è evidente che fosse destinato alla donna”.
Oggetti di uso quotidiano e indizi sulla salute
Il coltello dalla lama curva, normalmente usato per lavorare il cuoio, e un ago per cucire la pelle, sono oggetti tipici delle sepolture femminili di questa zona, solitamente datati ai secoli attorno all’anno 0. Il coltello a mezzaluna veniva impugnato dall’alto e tirato sul cuoio così da creare un taglio netto e profondo. E’ evidente che, all’occorrenza, poteva anche essere utile in cucina per tagliare la carne o tritare le verdure. L’ago serviva invece per cucire insieme più pelli. E’ probabile che la donna, in vita, realizzasse pellicce per i familiari e che, pertanto, gli stessi, avessero inserito nella sua tomba gli utensili che facevano parte della sua quotidianità. Spesso, in queste aree ago e coltelli ricurvi a mezzaluna caratterizzano le tombe femminili di circa 2000 anni fa, L’analisi di un osso del piede della donna suggerisce che potrebbe aver sofferto di osteoartrite all’alluce. Sepolture simili sono state scoperte anche nel sito di Fiskebygrav, dove le tombe femminili contenevano aghi e coltelli di questo tipo.
Gillberg ha descritto il momento della scoperta: “Abbiamo trovato un osso umano durante l’indagine preliminare questa primavera e, quando abbiamo iniziato a scavare la terra, c’erano altri due piccoli frammenti di cranio e poi piccole pietre. Abbiamo anche trovato due fibbie, fibbie per costumi e una spilla da stoffa nella zona iniziale, con il metal detector. Poi abbiamo capito che probabilmente eravamo sulla pista giusta e che poteva trattarsi del cimitero di cui parlava il prete.”
Un cimitero con diversi tipi di sepolture
Il sito di Pryssgården presenta una varietà di tipologie di sepoltura. Alcune tombe sono fosse riempite con resti di pire funerarie, mentre altre sono coperte da pietre disposte simmetricamente, una pratica nota come “stone packing”. La cremazione era una pratica comune durante l’Età del Ferro, con i resti spesso bruciati sul luogo della sepoltura.
In alcuni casi, gli archeologi hanno trovato poca cenere o addirittura ossa animali nelle fosse, suggerendo pratiche di sepoltura e rituali diversi.
Gillberg ha spiegato che: “Una fossa si è rivelata essere un grande foro per palo, suggerendo che potesse far parte di una sovrastruttura o di un segnale di confine per il cimitero. Siamo interessati a trovare altre fosse come questa. In un’altra area, abbiamo scoperto una disposizione di pietre intricata con una grande pietra piatta posta sopra altre pietre, quasi come una fondazione. Tuttavia, sotto di essa non c’erano ossa. A volte, i monumenti vengono costruiti all’interno dei cimiteri, quindi potrebbe aver avuto questa funzione.”
Perché i fuochi accesi sulle antiche tombe
Se si esclude l’ipotesi che tombe così antiche possano aver provocato fuochi fatui – peraltro fuori-stagione, perché il fenomeno si manifesta in modo più evidente in agosto – si deve ritenere che le fiamme, per quanto spettrali, fossero accese per scopi rituali, probabilmente in un un periodo dell’anno – l’autunno – coincidente con la commemorazione dei morti. La zona doveva essere considerata sacra anche nel Seicento, seppur l’area conteneva tombe molto antiche. Non doveva essere pertanto un rito di commemorazione dei familiari defunti, quello descritto dal prete, ma un incontro stagionale con antichi antenati e spiriti millenari.
La presenza di fuochi accesi sulle tombe a Pryssgården potrebbe pertanto avere diverse spiegazioni, spesso legate a credenze spirituali, rituali funebri, e pratiche commemorative. Ecco alcune ipotesi plausibili:
- Rituali di commemorazione: In molte culture antiche, il fuoco era considerato un mezzo per connettersi con il mondo degli spiriti. Accendere fuochi sulle tombe potrebbe essere stato un rituale commemorativo, destinato a mantenere un legame simbolico tra i vivi e i defunti. La luce dei fuochi notturni potrebbe essere stata intesa come un richiamo o una guida per gli spiriti dei defunti, magari durante particolari ricorrenze o stagioni.
- Protezione dai spiriti maligni: In varie culture, il fuoco è visto come un elemento purificatore e protettivo. Potrebbe essere stato acceso per proteggere il luogo di sepoltura da spiriti maligni o presenze indesiderate, preservando così la pace dell’anima del defunto. Accendere fuochi sulle tombe poteva quindi essere un modo per tenere lontani gli spiriti malevoli o per evitare che i defunti tornassero a disturbare i vivi.
- Riti di passaggio o ringraziamento: I fuochi potrebbero essere stati parte di un rito di passaggio, un modo per accompagnare simbolicamente il defunto nell’aldilà, o per ringraziarlo. Questo tipo di rituale, comune in molte culture, potrebbe aver rappresentato una sorta di “saluto” finale, che segnava la conclusione della fase di lutto e l’accettazione della nuova condizione dell’anima.
- Segnalazione di tombe per il ricordo collettivo: Accendere fuochi visibili a distanza potrebbe aver avuto anche una funzione pratica: segnare le tombe e ricordare ai membri della comunità il loro passato e le radici ancestrali. Il fatto che i fuochi fossero visibili ogni autunno potrebbe indicare una celebrazione stagionale dedicata agli antenati, simile a tradizioni come il Samhain celtico o altre feste dei morti.
- Simbolismo della rinascita: Il fuoco è spesso associato a simboli di trasformazione e rinascita. In questo contesto, accendere fuochi sulle tombe potrebbe aver simboleggiato la speranza di una rinascita o di un ciclo di vita continuo. Anche se il corpo era ormai sepolto o cremato, il fuoco rappresentava la vitalità e l’energia dell’anima che continuava a esistere in un’altra dimensione.
- Tradizione stagionale legata al raccolto: Dal momento che i fuochi venivano accesi in autunno, potrebbe esserci stato un collegamento con la stagione dei raccolti. Gli antenati erano spesso venerati come protettori delle risorse agricole, e accendere fuochi sulle loro tombe durante la stagione del raccolto poteva essere un atto di gratitudine, una richiesta di protezione per l’anno a venire o un modo per ottenere prosperità nelle raccolte future.