Capolavori dalla pianura all’alpeggio. Le immagini delle grandi opere della Carrara entrano nei rifugi di montagna

In concomitanza con il 150° anniversario dalla fondazione della Sezione di Bergamo, Associazione CAI e Accademia Carrara presentano La Carrara in alta quota, un progetto che intende generare ancor maggior fascino tra le meraviglie delle Orobie e le comunità montane. La cultura dell’alpinismo, dell’escursionismo e del turismo montano sostenibile e responsabile, si relazionano con la storia dell’arte italiana che sale in quota lungo l’Alta Via delle Orobie, il Sentiero 3 Valli e la rete dei rifugi, in una contaminazione di nuovi racconti. 17 rifugi CAI ospitano altrettante riproduzioni di capolavori della collezione bergamasca selezionati tra le opere più note del Museo.
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60 Ritratte. Donne di arte e di scienza. Una mostra offre a Roma una galleria delle intellettuali più in vista del nostro tempo

La mostra alterna storie di donne alla guida di primarie istituzioni culturali del nostro Paese e di alcune tra le più importanti scienziate italiane, in un ideale unione di saperi tra arte e scienza, un viaggio esemplare tra luoghi d’arte e laboratori scientifici
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Land Art | La nonna abbraccia la nipote sul Monte Bianco. La monumentale opera di Saype a 2300 mt

🌿 Un affresco realizzato sull’erba con materiali biodegradabili composti da gesso, carbone e caseina. “Une Grande Dame” è un’opera effimera di circa 2.500 metri quadrati dipinto sui pascoli pietrosi di Pavillon, a 2.300 metri di quota, la più alta mai realizzata dall’artista.
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Scoperta la tomba di un antico romano cremato su prezioso letto da triclinio. Recuperati 600 pezzi del mobile decorato

Questi frammenti erano sparsi sia tra i resti del fuoco che erano stati gettati nella fossa sepolcrale, sia all'interno dell'urna di argilla che conteneva le ceneri della cremazione. Inoltre, è stata portata alla luce una brocca a un manico, deposta come offerta sul coperchio dell'urna
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Scavi per la ghiaia. Scoperta necropoli romana e tomba di un bambino di 5 anni con corredo per l’igiene personale

La cremazione all'interno della tomba 242 era stata posta in un angolo della fossa sepolcrale quadrata. Sorprendentemente, l'analisi dei resti umani ha rivelato che si trattava delle spoglie di un bambino morto all'età di quattro o cinque anni. I familiari avevano equipaggiato abbondantemente la tomba con oggetti funerari, che erano solitamente più comuni tra gli adulti.
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La Conceria di Pompei apre al pubblico dopo il restauro. Le immagini e il tour

Le diverse fasi del processo di lavorazione delle pelli si svolgevano in diverse aree dell'edificio. Il lavaggio delle pelli, che comportava l'uso di sostanze dall'odore sgradevole, avveniva all'interno di grandi contenitori alimentati d'acqua, situati sotto il porticato o forse in un'area distante lungo le rive del fiume Sarno. La concia vera e propria, mediante la macerazione delle pelli, avveniva all'interno di quindici grandi vasche cilindriche conservate in uno degli ambienti dell'edificio. Infine, le pelli venivano battute e lavorate nei piccoli ambienti sul lato est del peristilio, divisi da bassi muretti trasversali. Inoltre, si trova un ampio triclinio estivo, destinato agli ospiti del titolare dell'attività, che risiedeva all'interno del complesso.
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Asta on line di gioielli antichi, oro e ornamenti dell’antichità. Da dove vengono? A quando risalgono? Quanto costano?

50 oggetti del passato remoto sfilano, in queste ore, all'Asta on line di gioielli antichi, oro e ornamenti dell’antichità , organizzata da Catawiki. Anelli, pendagli, fibule, pendenti, decorazioni. Sono pezzi curiosi e belli da vedere, anche solo in carrellata. I venditori presentano alla casa d’asta certificazioni e provenienza lecita. Per vedere le foto e conoscere le stime dei numerosi pezzi potete cliccare qui
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Nasce il MicroMuseo di Arte Contemporanea. Dove si trova? E cosa contiene?

Obiettivo quello di “promuovere ed esporre nuove opere di artisti contemporanei collocando il MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia nel circuito di arte contemporanea italiano ed internazionale. Poiché la torre era la fonte di luce di tutto il paese, il primo artista da coinvolgere nel progetto non poteva che essere Iván Navarro, artista che dello studio della luce ha fatto la sua firma.” (A. Arévalo).
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1912. Così apparve il volto della mummia della nonna di Tutankhamon

Il viso intenso, incorniciato dalla lunga e folta chioma scura, impressionò gli studiosi. Una prima analisi della mummia fu compiuta dall'anatomista Grafton Elliot Smith. L'imbalsamazione era stata eseguita con grande attenzione: i lineamenti del viso perfettamente riconoscibili, così come la chioma è incredibilmente conservata, al punto che Elliot Smith poté notare come la regina non avesse un solo capello grigio
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