Venere riemerge a Zara con i resti di una villa romana durante gli scavi per la realizzazione di un hotel

Statua, contesto e altri reperti inducono a pensare che i resti della scultura risalgano al II secolo dopo Cristo e che il simulacro della dea della bellezza dell'amore adornasse una villa abitata da poco dopo il 100 della nostra era al IV secolo, di fronte al mare
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L’Università esplora con il georadar chiesa di Ferrara alla ricerca dei resti di Ugone, fondatore dei Templari

Fu il primo Grande Maestro de templari. Francese o italiano? Uno storico del Seicento, il Guarini, indicava la sua tomba nell'edificio ferrarese che è stato ora sottoposto ad indagini con il georadar per osservare il sottosuolo. Le indagini saranno lette dall'ateneo di Salisburgo, ente coordinatore della ricerca
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Il castello siciliano ricco di opere d’arte che è apparso nel terzo film “Il padrino” è in vendita per 6 milioni di euro

Il castello è costituito da tre corpi di fabbrica congiunti su due livelli, con due torri rettangolari in posizione simmetrica; ai lati delle torri sono presenti due corpi ad un unico prospetto, in stile medievale di ispirazione normanna. L'elegante portico a tre arcate apre l'accesso al bellissimo scalone monumentale di pregiato marmo che si biforca ai lati e conduce al primo piano dove, sulla parete centrale, spicca il ritratto del Barone
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Scultura romana in legno del I secolo d. C: trovata e recuperata in un fossato. Si è conservata grazie acqua ed argilla

Un piccolo frammento della statua, trovato spezzato nel fondo del vecchio corso d'acqua, è stato inviato in laboratorio per la datazione al radiocarbonio. Si cercherà di capire da dove venga il legno e se la scultura sia stata scolpita nella capitale. Ricerche per stabilire l'identità del soggetto raffigurato. I dettagli dell'acconciatura
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Il labirinto nell’arte – Il significato nei quadri e sugli abiti del Cinquecento

Il ’500 cantò il perdersi nell’intrico vegetale - Bartolomeo Veneto dedicò un singolarissimo ritratto a un uomo con un labirinto sul petto, una corona di spine e la raffigurazione di un naufragio. Simbolo della complessità dei percorsi di conoscenza, la rappresentazione in pittura assunse presto le caratteristiche di un gioco erotico attraverso il quale incontrarsi segretamente, come dimostra l’opera della scuola del Tintoretto. In ogni caso, l’immagine del labirinto evoca l’idea di ostacolo, sia di ordine materiale che spirituale. Il cammino si fa ora erto ora precipitoso; ci si trova di fronte a porte chiuse o vicoli ciechi; si rimane intrappolati nei suoi giri tortuosi e nei suoi meandri: beato chi, come Teseo, riuscirà a guadagnare l’uscita del proprio labirinto personale.
Bartolomeo Veneto, Ritratto di gentiluomo col labirinto, 1510 circa
Bartolomeo Veneto, Ritratto di gentiluomo col labirinto, 1510 circa
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Ecco i corredi funebri trovati durante lo scavo d’urgenza a Tarquinia. Il terreno era ceduto sotto le ruote del trattore

Il recupero d'urgenza è avvenuto a causa di una voragine che si era aperta sotto le ruote di un mezzo agricolo. Nelle scorse ore la Soprintendenza ha mostrato il contenuto di una delle tombe. Vasi straordinari, lacerti d'oro di decorazioni perdute e una statuetta nera
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All’asta a Londra L’empire des lumières di Magritte, uno dei capolavori-icona del Novecento

«Nell'Impero delle luci" ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia».disse René Magritte (1898-1967), parlando di questa immagine simbolo del pensiero surrealista e del Novecento
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La maschera funebre d’Agamennone. Forse è un autoritratto-burla dello stesso archeologo Schliemann

Le incongruenze sottolineate dal professor Nigro dell'Università La Sapienza. I baffi all'insù - ripiegati secondo la moda ottocentesca - i rapporti proporzionali del volto ricavati nella lamina d'oro fanno insorgere diversi dubbi e potrebbero ricondurre alle fattezze dello stesso Schliemann negli anni giovanili
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Diffamazione a mezzo quadro: come Michelangelo umiliò Soderini

Ecco uno dei casi più curiosi e clamorosi del pennello al servizio della pubblica denigrazione, nella Cappella Sistina.Il Buonarroti aveva, del resto, il dente avvelenato con il Soderini dai tempi del “David”. Colui che allora era il Confaloniere di Giustizia, giunge in piazza mentre Michelangelo è al lavoro e giudica il naso della statua un po’ grosso, come racconta Vasari. Con arie da intenditore suggerisce ritocchi al giovane artista. “Forse avete ragione, eccellenza”, risponde Michelangelo. Recupera dal ponteggio una presa di polvere di marmo e ironicamente finge di assestare il naso.
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