Piatti, coltelli, anfore, utensili, decorazioni, giochi recuperati ora dagli archeologi in una domus dell’Acropoli di Populonia

"Un’autentica emozione, davanti agli scorci mozzafiato del Golfo di Baratti, visitare la grande casa aristocratica romana di età repubblicana dove si sta svolgendo una campagna di scavo che in sole cinque settimane ha svelato sorprendenti reperti della vita nel I secolo avanti Cristo. dice Francesco Ferrari, sindaco di Piombino - La casa, distrutta da un grande incendio, continua a restituire piatti, pentole, anfore, coltelli, giochi e tante altre preziosissime testimonianze. Un grande lavoro svolto da archeologi ed esperti che coinvolge il pubblico con visite settimanali al cantiere.

“Un’autentica emozione, davanti agli scorci mozzafiato del Golfo di Baratti, visitare la grande casa aristocratica romana di età repubblicana dove si sta svolgendo una campagna di scavo che in sole cinque settimane ha svelato sorprendenti reperti della vita nel I secolo avanti Cristo. dice Francesco Ferrari, sindaco di Piombino – La casa, distrutta da un grande incendio, continua a restituire piatti, pentole, anfore, coltelli, giochi e tante altre preziosissime testimonianze. Un grande lavoro svolto da archeologi ed esperti che coinvolge il pubblico con visite settimanali al cantiere.


“Accompagnati – prosegue il sindaco – dal professor Stefano Camporeale del Dipartimento Scienze storiche dell’Università Siena e da Marta Coccoluto, Responsabile del Parco archeologico di Baratti e Populonia, insieme a Luca Ardenghi e Mauro Tognoli, presidente e amministratore delegato della Parchi Val di Cornia, abbiamo potuto constatare gli strabilianti risultati dei recenti scavi nell’area dell’Acropoli di Populonia, condotti dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali dell’Università degli Studi di Siena insieme alla Faculty of Classics, University of Oxford. Un cantiere scuola d’eccellenza per circa 20 studenti e laureandi, in un parco archeologico dove ricerca e fruizione al pubblico sono fortemente legate”.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz