Pompei si fa digitale! Grazie a una nuova app innovativa, la città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C. può finalmente contare su un monitoraggio continuo e interattivo. Un salto tecnologico che promette di rivoluzionare la conservazione del sito archeologico, rendendola più efficiente e partecipata.
Mappare Pompei: un’impresa titanica resa possibile dal digitale
Immaginate di dover monitorare una città intera, con oltre mille abitazioni, 13mila stanze e migliaia di decorazioni delicate. A Pompei, solo il 5% degli ambienti è protetto dagli agenti atmosferici: tutto il resto è esposto a intemperie, vegetazione e usura. Qui entra in gioco l’app creata nell’ambito del progetto “Open Pompeii”.
L’applicazione, accessibile da pc, tablet e smartphone, permette di raccogliere dati su ogni angolo della città: dalle crepe nei muri agli intonaci danneggiati, dai pavimenti usurati alle coperture mancanti. Un lavoro capillare che coinvolge archeologi, ingegneri, restauratori e il personale del Parco archeologico.
Come funziona l’app di Pompei?
Il sistema è semplice e geniale: ogni elemento del sito, come muri, pavimenti o decorazioni, viene mappato e monitorato. Chiunque lavori a Pompei, dalla vigilanza al direttore, può segnalare criticità con un clic. «Se qualcuno nota una cresta muraria invasa da erbacce o un affresco danneggiato, la segnalazione arriva subito a chi può intervenire» spiegano i tecnici del Parco.
Non solo: l’app calcola una stima dei costi per gli interventi necessari e tiene traccia delle priorità, così nessun dettaglio viene trascurato.
Visitatori protagonisti: il futuro della tutela
L’idea non si ferma al personale del Parco. «Vogliamo coinvolgere anche i visitatori – spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel – trasformandoli in partner attivi per la salvaguardia del sito». In futuro, ogni turista potrebbe contribuire segnalando anomalie attraverso il proprio smartphone.
Manutenzione intelligente: ogni euro conta
Mantenere Pompei non è solo una questione di preservare il passato: è un investimento per il futuro. «Ogni euro speso oggi in manutenzione programmata risparmia decine di euro in riparazioni future» afferma il professor Luigi Petti dell’Università di Salerno, tra i co-sviluppatori del progetto.
Con un finanziamento di 12 milioni di euro, il Parco archeologico punta su interventi flessibili, decisi in base ai dati raccolti in tempo reale dall’app. Un modello che potrebbe essere replicato in altri siti archeologici nel mondo.
Un patrimonio condiviso
Pompei, da sempre simbolo della fragilità della storia, oggi diventa esempio di innovazione e partecipazione. Dal digitale arriva una nuova arma per proteggere questo tesoro senza tempo, trasformando ogni segnalazione in un passo verso la sua tutela.
Se vuoi scoprire tutti i dettagli, leggi l’approfondimento sul sito ufficiale del Parco: e-journal degli Scavi di Pompei.