POMPEI – Recenti scavi condotti nel Parco Archeologico di Pompei hanno portato alla luce nuovi dati fino ad oggi poco conosciuti sull’edilizia romana. Le testimonianze di un cantiere in piena attività emergono dagli ambienti delle antiche domus nella Regio IX, insula 10, offrendo uno sguardo senza precedenti sulle pratiche costruttive dell’epoca. Gli archeologi, immersi nell’indagine della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., hanno documentato con cura gli strumenti di lavoro, le tegole e i mattoni di tufo, nonché i cumuli di calce che caratterizzano il sito.
Secondo gli esperti, il cantiere era operativo fino al fatidico giorno dell’eruzione, che iniziò intorno all’ora di pranzo e si protrasse fino alla mattina successiva. L’area in esame, soggetta al processo di regimentazione idrogeologica, rivela la vastità delle attività costruttive che interessavano l’intero isolato. In particolare, la casa con il panificio di Rustio Vero è stata al centro dell’attenzione, con la sua natura morta raffigurante una focaccia e un calice di vino, già documentata nei mesi precedenti.
L’atrio parzialmente scoperto, i materiali accatastati per la ristrutturazione e i conteggi del cantiere ancora visibili sull’anta del tablino illustrano vividamente l’attività frenetica che animava il luogo. Tracce delle operazioni sono rintracciabili anche nell’ambiente del larario, dove le anfore riutilizzate indicano una pratica ingegnosa per la gestione della calce impiegata negli intonaci.
Ciò che emerge con particolare interesse è l’approccio innovativo nel metodo di miscelazione e utilizzo della calce. Gli studiosi, in collaborazione con esperti del Massachusetts Institute of Technology, hanno ipotizzato l’adozione dello “hot mixing”, un processo che prevede la miscelazione della calce viva con la pozzolana a secco prima dell’idratazione e dell’applicazione nella costruzione dell’opus caementicium. Questa tecnica differiva dalla pratica convenzionale di spegnere la calce prima dell’uso, poiché la miscela risultante, ancora calda a causa della reazione termica in corso, si asciugava più rapidamente durante la costruzione, abbreviando i tempi di realizzazione.
Tale approccio innovativo, applicato nella fase di costruzione delle pareti, potrebbe aver giocato un ruolo cruciale nell’accelerare i processi di costruzione e ristrutturazione, soprattutto dopo eventi sismici come il terremoto del 62 d.C. Questa pratica, diffusa a Pompei come suggeriscono le testimonianze, evidenzia un livello di ingegnosità e adattabilità nell’edilizia romana.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sottolinea l’importanza di tali scoperte, annunciando ulteriori finanziamenti per gli scavi a Pompei e la trasformazione dell’ex Spolettificio di Torre Annunziata in un museo dedicato alla ricca storia della regione.
Il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, evidenzia il valore della ricerca interdisciplinare nel contesto di Pompei, sottolineando l’interconnessione tra ricerca, messa in sicurezza e fruizione del sito.
In conclusione, Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco, enfatizza l’importanza di Pompei nel contesto dell’Impero romano e l’opportunità offerta dagli scavi attuali per comprendere appieno le abilità costruttive degli antichi romani. Queste scoperte aprono nuove prospettive sulla sostenibilità e il riuso dei materiali, invitando a un dialogo continuo tra passato e presente nell’ottica di apprendere dalle antiche tecniche e pratiche costruttive.