Ponte di Bassano, finiti lavori anti-crollo. Il disegno è ancora quello di Palladio. Una mostra sulla sua storia

La bocciatura del primo progetto dell'insigne architetto veneto. La mostra racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente parla di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del ‘Ponte degli Alpini’. Il racconto della mostra si snoda a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei

Si sono conclusi, nel maggio 2021, i lavori di consolidamento del ponte di Bassano. Il ponte è stato sollevato di circa 45 cm nella zona collassata. Le fondazioni lignee, che, con il tempo, avevano subito un forte degrado, sono state completamente sostituite da travi reticolari e pilastri in acciaio inossidabile fino al livello di magra. L’inaugurazione del restauro strutturale è prevista per il 3 ottobre 2021. Frattanto Bassano celebra il proprio ponte, che venne sempre ricostruito, seguendo il disegno di Palladio, con una mostra che ne narra la storia.

Dal 29 maggio al 10 ottobre, i Musei Civici di Bassano del Grappa propongono “Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito”, mostra a cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné, promossa dall’Amministrazione Comunale per celebrare la conclusione del lungo restauro del Ponte degli Alpini, detto anche Ponte Vecchio.

Andrea Palladio, I Quattro libri dell’Architettura di Andrea Palladio, Venezia, 1570 Appartenuto ad Antonio Canova Biblioteca Civica, Bassano del Grappa

Antonio Canaletto, Capriccio con edifici palladiani, 1750 ca. Olio su tela, 580×820 mm. Complesso monumentale della Pilotta, Parma

A differenza della maggior parte degli architetti cinquecenteschi, Palladio è un architetto di ponti: ponti di pietra, di legno e di carta. Questi ultimi sono senza dubbio quelli che avranno un impatto più marcato sulla cultura figurativa dei secoli successivi: pubblicati sulle pagine dei Quattro Libri, il trattato edito a Venezia nel 1570, diventeranno i protagonisti dei sogni degli artisti del Settecento. Algarotti chiederà a Canaletto di fargli vedere il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio – e il risultato è aderente al dipinto di Canaletto che vediamo qui sopra – ma anche Bellotto, Carlevarijs e Piranesi faranno dei ponti uno dei soggetti privilegiati delle loro vedute.

Roberto Roberti, Il Ponte di Bassano, 1807, Olio su tela, 845×530 mm. Museo Civico, Bassano del Grappa

La mostra racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente parla di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del ‘Ponte degli Alpini’. Il racconto della mostra si snoda a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei.

Il ponte preesistente al progetto di Palladio – dal 1209 al 1569 – era una struttura in legno su piloni e coperta da un tetto che costituiva la fondamentale via di comunicazione fra Bassano e Vicenza.
Nell’ottobre del 1567 una vigorosa piena del fiume Brenta ne aveva provocato il collasso. L’architetto Andrea Palladio fu coinvolto nei progetti di ricostruzione, sin dalle settimane successive al crollo. Dopo aver studiato la zona presentò al Consiglio cittadino il progetto di un sontuoso ponte a tre arcate, simile a quelli romani. L’ente municipale non accolse quel primo progetto poichè i cittadini richiedevano che la nuova struttura non si discostasse eccessivamente dal manufatto precedente.

Nell’estate del 1569 Palladio presentò quindi un secondo progetto, con numerose soluzioni tecniche che avrebbero reso il ponte molto stabile e resistente. E, nei secoli, anche quando fu danneggiato o devastato, venne sempre ricostruito secondo il disegno originale. Così avvenne dopo la drammatica piena del Brenta del 19 agosto 1748. Il ponte fu ricostruito da Bartolomeo Ferracina seguendo fedelmente il disegno palladiano.
Nel 1813 venne divorato incendio fatto appiccare dal viceré Eugenio Beauharnais e successivamente riedificato nel 1821 da Angelo Casarotti, con le stesse forme precedenti.
La struttura venne rasa al suolo per la terza volta il 17 febbraio 1945 a causa di un’azione di sabotaggio bellico compiuta dai partigiani, secondo le indicazioni del comando Alleato. Fu ricostruito nel Dopoguerra – sempre attenendosi ai disegni di Palladio -e venne inaugurato il 3 ottobre 1948, alla presenza del Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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