La nicchia, chiusa da lastre di terracotta (tegole), ha restituito numerosi reperti ceramici, fra cui coppe, ciotole, ollette e un attingitoio, inquadrabili tra la fine del VII e a prima metà del VI sec. a.C.
La necropoli etrusca di Sovana, situata all’interno del Parco Archeologico Città del Tufo, continua a rivelare tesori nascosti e a suscitare grande interesse nel mondo archeologico. Nelle ore scorse, durante i lavori di pulizia del sito, è stata fatta una scoperta straordinaria: una tomba etrusca intatta contenete corredi funerari. Sovana è una frazione di un centinaio di abitanti, parte del Comune di Sorano, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
Suana o Sovana, anticamente un centro etrusco, subì un progressivo processo di romanizzazione a partire dalla conquista di Vulci nel 280 a.C., che culminò con la creazione del municipio e la concessione della cittadinanza romana agli italici.
L’area archeologica di Sovana, situata a ovest dell’attuale abitato, si trova lungo la strada che porta a San Martino sul Fiora.
Questa zona archeologica è raggiungibile attraverso le spettacolari Vie Cave, antiche vie scavate nel tufo che collegano Sovana alle altre necropoli circostanti, immerse nel suggestivo scenario del Parco archeologico Città del Tufo.
Sebbene Sovana abbia fornito testimonianze risalenti all’eneolitico, la sua principale fase di sviluppo si verificò in epoca etrusca. Qui si trovano circa un centinaio di tombe monumentali, tra cui spiccano la Tomba della Sirena, la Tomba del Tifone, la Tomba Pola e, soprattutto, la monumentale Tomba Ildebranda, situata sul Poggio Felceto. Questi monumenti funebri rappresentano straordinarie testimonianze della civiltà etrusca e del suo raffinato senso artistico e religioso.
Il luogo esatto del ritrovamento è la necropoli di Sopraripa, situata appena oltre il noto oratorio rupestre all’uscita della Via Cava di San Sebastiano.
Qui, durante l’eliminazione di erbe e rovi, è emersa una nicchia rettangolare, probabilmente una tomba a loculo, scavata in un lato del corridoio di accesso a un’altra tomba a camera. La nicchia, chiusa da lastre di terracotta, come dicevamo, ha restituito numerosi reperti ceramici di grande valore storico, tra cui coppe, ciotole, ollette e un attingitoio, tutti risalenti al periodo compreso tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C.
Il materiale rinvenuto durante lo scavo delle ore scorse sarà sottoposto a un accurato processo di pulizia e consolidamento per poi essere esposto al pubblico presso il Museo di San Mamiliano a Sovana. Questa scoperta è il risultato di un progetto di recupero e valorizzazione della necropoli, promosso dal Comune di Sorano in collaborazione con la Coop. Soc. ZOE, gestore del sistema museale comunale, e l’Associazione Cultura e Territorio – ACT. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito di una summer school svoltasi nel mese di agosto, che ha visto la partecipazione di studenti di archeologia provenienti da università americane e volontari locali.
Questo intervento si inserisce in un più ampio programma di attività di recupero che il Comune di Sorano, insieme all’Unione dei comuni “Colline del Fiora”, sta portando avanti da alcuni anni nella necropoli etrusca di Sovana, con l’obiettivo di rendere accessibili e fruibili alla comunità monumenti funebri noti da tempo, ma mai prima d’ora musealizzati.