Nella foto: il quadro di Monet, prima e dopo il lancio di puré
Gli eco-attivisti, impegnati in una campagna contro il cambiamento climatico, alzano il tiro contro i capolavori conservati nei grandi musei.
A Londra avevano lanciato passata di pomodoro contro il vetro che protegge uno dei “Girasoli” di Van Gogh esposto alla National Gallery. Nelle scorse ore altri ecologisti hanno preso di mira uno dei Covoni di Monet – un pezzo valutato 110 milioni – al museo Barberini di Potsdam, in Germania, utilizzando purè di patate.
Il quadro – essendo un olio – non era coperto dal vetro. Gli oli, infatti, a meno che non debbano essere protetti per motivi di massima sicurezza, tradizionalmente devono essere esposti privi di vetro. Che danni può aver provocato il puré sul Monet? Considerato che il quadro ha una vernice finale e i colori a olio creano un film plastico praticamente impenetrabile – specie nella pittura materica moderna – si può ritenere che il quadro possa continuare a godere di ottima salute. In un attimo il purè viene rimosso. Il punto a maggior rischio è invece quello alla base del dipinto, nascosta dalla cornice. E’ quello della tela, marginale, il punto debole, nel caso, naturalmente, l’umidità non venga correttamente rimossa. L’umidità, quando evapora, crea tensionamenti della tela – che si ritira – in grado di creare, teoricamente, distacchi di colore. Problema che comunque il Monet di cui ci stiamo occupando non avrà.