Gli archeologi subacquei dello ZaPA hanno condotto un recente studio su una piccola area costiera di fronte alla Facoltà di Studi Marittimi e dei Trasporti.
Strane strutture si rivelano nella perfezione della forma, dall’alto, ma sono già ben visibili dalla costa. Sotto il mare si trovano resti ben conservati di un porto romano con peschiere (“piscina vivaria”) dove veniva allevato il pesce e, sulla terraferma, nelle vicinanze si trovano i resti di un piccolo insediamento portuale romano. Siamo Portorose una frazione di 2.956 abitanti del comune sloveno di Pirano, dalle profonde radici serenissime-venete
Dalla fine del XIX secolo è uno dei più noti centri balneari del litorale Alto Adriatico nonché stazione termale. In tempi antichi l’area venne abitata da tribù celtiche, che poi vennero conquistate ed annesse al mondo romano nel 178 a.C. I ritrovamenti archeologici relativi a questo periodo hanno consentito di rilevare la presenza nell’area di molte ville rustiche patrizie e fattorie
Ma torniamo alla fotografia aerea e veniamo alle indagini archeologiche che si sono svolte da novembre 2023 a febbraio 2024, ad opera del servizio archeologico ZaPA, Zavod za Podvodno Arheologijo.
Il sito archeologico di Fizine si trova non lontano dagli ex magazzini del sale di Portorose. Le fotografie aeree mostrano che tra l’attuale riva e la strada principale Portorose – Pirano c’erano degli edifici in mattoni. A Fizin si trovano i resti di un antico allevamento ittico con ormeggio per le imbarcazioni più piccole. Durante le ricerche a Fizine, gli archeologi hanno documentato e portato alla luce i resti delle mura di epoca romana e tardo-romana, sia in mare che sulla terraferma, nonché una varietà di materiali archeologici come anfore, vasellame fine e da tavola, reperti in metallo e vetro testimoniano che la zona fu abitata tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C.
Tra novembre 2023 e febbraio 2024, la fase finale del lavoro sul campo della ricerca si è svolta presso il sito vicino al molo della Facoltà di affari marittimi e trasporti dell’UL. Nei pressi di quel punto e delle peschiere romane si trova l’area sommersa del porto.
“Gli strati intatti di epoca romana del sito contenevano una grande quantità di frammenti di ceramica: secondo i ritrovamenti finora si tratta per lo più di vasi tardo antichi importati: anfore, stoviglie e stoviglie pregiate. – dicono gli archeologi sloveni – Inoltre, nel sito abbiamo scoperto un elemento di chiglia e compiuto 2 ritrovamenti eccezionali di alberi di nave e di un gran numero di pali di legno. I ritrovamenti finora effettuati, nel contesto della posizione eccezionalmente tranquilla lungo la costa e di altri siti nelle immediate vicinanze, indicano che nella tarda antichità esisteva un piccolo porto con un ormeggio e una struttura in legno – o un frangiflutti o una comunicazione con la costa”