Restaurare un dio dell’Antico Egitto, davanti al pubblico. Appuntamento a Bologna

Chi era il dio Heh - qui rappresentato - e quale funzione aveva nell'olimpo egizio. Alla ricerca di tracce di colore coperte dallo stratificarsi del tempo

RESTAURARE L’ANTICO EGITTO

Intesa Sanpaolo restaura uno splendido rilievo templare con immagine del dio Heh nell’ambito del programma Restituzioni. Tesori d’arte restaurati
Cantiere aperto al pubblico nei giorni 8, 15 e 22 settembre 2021

Rilievo templare con il dio Heh, epoca Tolemaica (332-31 a.C.), calcare, cm 25 x 73
Bologna, Museo Civico Archeologico (dono di Giampietro e Bianca Puppi)

La tecnologia diagnostica e il restauro incontrano l’antico Egitto al Museo Civico Archeologico di Bologna. Nell’ambito della XIX edizione di Restituzioni. Tesori d’arte restaurati, il programma biennale di restauri di opere d’arte appartenenti al patrimonio nazionale curato e promosso da Intesa Sanpaolo, ha preso avvio il restauro di uno splendido rilievo templare con immagine del dio Heh, che data molto probabilmente al regno del sovrano Tolemeo II Filadelfo (285-246 a.C.).

Il rilievo fu esposto al pubblico per la prima volta presso il Museo Civico di Bologna nel 1961, in occasione della mostra temporanea L’Egitto antico nelle collezioni minori dell’Italia settentrionale curata da Silvio Curto, allora direttore del Museo Egizio di Torino.
A distanza di mezzo secolo, nel 2013, la famiglia Puppi, che lo possedeva, lo ha generosamente ceduto al museo, perpetuando una tradizione cittadina di donazioni che ha reso ricca e prestigiosa la collezione egiziana di Bologna.

I coniugi Giampietro e Bianca Puppi in Egitto, settembre 1956.
Per gentile concessione della famiglia Puppi

Coordinato sotto il profilo scientifico dalla funzionaria egittologa Daniela Picchi, il progetto consente al Museo Civico Archeologico di proseguire e aggiornare le attività di ricerca, studio e valorizzazione sulle proprie collezioni storiche.

Il restauro è stato preceduto da una campagna diagnostica di imaging, a cura di DI.AR. Diagnostica per immagini per i Beni Culturali, e di indagini microinvasive, a cura degli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con il quale il museo vanta una collaborazione pluriennale. I risultati di tali indagini hanno permesso di verificare l’eventuale sopravvivenza di colori, sicuramente presenti in origine, e le caratteristiche della patina che oscura parzialmente il calcare.

Il restauro sarà eseguito da Cristina del Gallo, restauratrice esperta in materiali lapidei.
Per presentare e condividere con il pubblico questa importante operazione sono previsti tre giorni di restauro ‘aperto’ all’interno della Sezione Egiziana – 8,15 e 22 settembre 2021 -, durante i quali si potranno osservare da vicino il rilievo e i trattamenti conservativi.
È possibile accedere con il biglietto del museo nei normali orari di apertura e nel rispetto delle misure di sicurezza finalizzate al contenimento del rischio di contagio da Covid-19.

Il rilievo con immagine del dio Heh
Questo frammento lapideo (MCABo EG 3711: 25 x 73 cm) proviene dalla parete di un tempio egiziano non ancora identificato e mostra solo parte di una scena più grande scolpita ad incavo. Vi sopravvive la parte superiore della figura di Heh, una divinità nota sin dall’Antico Regno, che rappresenta il concetto di moltitudine e di infinito.

Il dio indossa un ampio pettorale, una barba ricurva e una parrucca dalle fitte ciocche, sormontata da ciò che rimane di un disco solare. È rivolto a sinistra e solleva le braccia all’altezza delle spalle, tenendo in ogni mano un ramo di palma renepet (‘tempo’). Un segno ankh (‘vita’), inclinato verso la testa del dio, è posto nella giunzione tra il ramo di palma e il pugno del dio per sostenere un cartiglio, di cui sopravvive solo la parte inferiore. Il cartiglio a sinistra, sebbene molto danneggiato, permette di identificare gli ultimi due geroglifici del nome di intronizzazione di Tolemeo II Filadelfo (285-246 a.C.), secondo sovrano della dinastia di origine macedone che assunse il potere in Egitto dopo Alessandro Magno.

Tutti gli elementi che definiscono l’iconografia del dio, a partire dalla sua stessa figura che ha il valore semantico di ‘milione’, rimandano ai concetti di tempo e di moltitudine, di vita, di dominio e di durata. L’associazione ai cartigli di Tolemeo II sembra tradire l’aspirazione del sovrano a un perpetuo rinnovamento del potere, della legittimità, della forza e della vita, più che il concetto di infinito o infinità di tempo e spazio, che comunque connotano il dio.

Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2 | 40124 Bologna
Tel. +39 051 2757211
mca@comune.bologna.it

Orari di apertura in vigore fino al 14 settembre 2021
lunedì, mercoledì h 10.00-13.00
giovedì, venerdì h 15.00-19.00
sabato, domenica, festivi h 10.00-19.00
chiuso martedì non festivi

Orari di apertura in vigore dal 15 settembre 2021
lunedì, mercoledì h 9.00-14.00
giovedì h 15.00-19.00
venerdì, sabato, domenica, festivi h 10.00-19.00
chiuso martedì non festivi

Biglietto
intero € 6 | ridotto € 3 | ridotto speciale € 2 giovani 18-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Istituzione Bologna Musei
www.bolognamusei.it

Si inviano in allegato due immagini con le seguenti didascalie:
1.
Rilievo templare con il dio Heh
Epoca Tolemaica (332-31 a.C.)
Calcare, cm 25 x 73
Provenienza ignota
Inv. MCABo EG 3711
Bologna, Museo Civico Archeologico
Dono di Giampietro e Bianca Puppi

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz