Riaperti gli scavi nel forte romano. Ed ecco subito una sorpresa. Come veniva utilizzato questo oggetto? Le tavole ritrovate

IMPERO ROMANO – 29 agosto 2024 – La vita quotidiana in un forte romano come quello di Vindolanda, situato ai confini dell’antica Britannia, non era solo fatta di doveri militari e sorveglianza. Anche nei momenti di riposo, i soldati e gli abitanti del forte trovavano modi per svagarsi e intrattenersi. Recenti scoperte archeologiche hanno portato alla luce una serie di oggetti di gioco da tavolo, che ci offrono una preziosa testimonianza sui passatempi più diffusi nell’antica Roma.

La scoperta nello scavo: dado romano in corno

Durante le riprese degli scavi archeologici a Vindolanda, uno dei più importanti forti romani della Britannia, è stato rinvenuto ieri un affascinante dado romano in corno. Gli archeologi hanno accolto la scoperta con entusiasmo, vedendo in questo oggetto una finestra sulla vita quotidiana all’interno del forte. “Questa settimana sono ripresi gli scavi alla Vindolanda Romana e abbiamo accolto sul posto la nostra squadra di volontari Period 7. Una bella scoperta di oggi è questo dado romano fatto di corno,” hanno dichiarato i ricercatori. Questo ritrovamento rappresenta solo l’ultimo di una serie di testimonianze che rivelano quanto i giochi da tavolo fossero importanti nella cultura romana.

I giochi da tavolo, tra fortezze e case

I giochi da tavolo godevano di grande popolarità nella società romana e venivano praticati da persone di ogni classe sociale. Gli archeologi Tim Penn e Summer Courts, che hanno studiato gli oggetti di gioco rinvenuti a Vindolanda, sottolineano come molti di questi giochi siano gli antenati di quelli ancora in uso oggi. “I giochi da tavolo godevano di grande popolarità nella società romana e venivano praticati da persone di una vasta gamma di classi sociali, alcuni di questi assomigliano a giochi a cui giochiamo ancora oggi”, affermano Penn e Courts.

Tra i giochi menzionati dagli studiosi, spiccano il Duodecim Scripta e Alea, probabilmente i predecessori del moderno backgammon, conosciuto in italiano come tavola reale o tric-trac. Un altro esempio è la Tria, noto anche come “gioco del mulino”, che è essenzialmente identico alla versione odierna. “Altri giochi, in particolare quelli giocati con i dadi, sono misteriosi per noi perché non abbiamo registrazioni delle loro regole. Tuttavia, sappiamo che sia i giochi d’azzardo con dadi o nocche che i giochi da tavolo erano comuni sia nella Britannia romana che nel più ampio mondo romano”, aggiungono i due archeologi.

Un aiuto per decifrare i giochi

Archeologi e storici studiano i giochi antichi attraverso una combinazione di fonti scritte e reperti materiali. Gli autori dell’epoca, come i poeti Ovidio e Marziale, alludono alle regole di alcuni giochi nei loro scritti, mentre altri, come lo storico Svetonio, ci raccontano che anche personaggi di rilievo, come l’imperatore Claudio, erano appassionati di giochi da tavolo.

“Possiamo confrontare queste fonti letterarie con prove materiali come tavoli da gioco, pedine e dadi per cercare di capire come le persone giocavano in passato”, spiegano Penn e Courts. Tuttavia, nonostante l’abbondanza di materiali, resta difficile ricostruire completamente le regole di molti giochi romani, ma gli studiosi sono spesso in grado di raccogliere abbastanza informazioni per avere un’idea generale di come venivano giocati.

Il Ludus Latrunculorum: il gioco a Vindolanda

Tra tutti i giochi praticati nella Britannia romana, uno dei più popolari era il Ludus Latrunculorum, o latrones, noto come “il gioco dei briganti” o “dei soldati”. Questo gioco di tattica militare, simile alla dama, si giocava su una scacchiera incisa con quadrati, utilizzando due serie di pedine, una per ogni giocatore. L’obiettivo era catturare i pezzi dell’avversario intrappolandoli tra due dei propri. “Ad oggi questo è l’unico gioco da tavolo trovato a Vindolanda. Finora sono state rinvenute nel sito ben 16 tavole per giocare a questo gioco, rendendo quella di Vindolanda la più grande collezione di tavole da gioco nella Britannia romana”, affermano Penn e Courts, sottolineando l’importanza di questa scoperta.

Ma perché il Ludus Latrunculorum era così popolare? Gli studiosi ipotizzano che la sua diffusione tra i soldati fosse legata alla sua semplicità e alle connotazioni militari del nome. “Le tavole del Ludus Latrunculorum hanno una forma a griglia di base ed erano facili da realizzare. Le regole sembrano essere state piuttosto semplici, e le connotazioni militari del nome potrebbero essere state attraenti per i soldati: infatti, un antico autore ci dice persino che i vincitori del gioco erano chiamati ‘Imperator’ (‘generale’)”, spiegano Penn e Courts. Questo soprannome conferiva un certo prestigio a chi vinceva, rendendo il gioco ancora più avvincente per chi viveva all’interno di un ambiente militare.

L’importanza sociale dei giochi a Vindolanda

I giochi da tavolo non erano solo un modo per passare il tempo, ma anche un importante fenomeno sociale che coinvolgeva diverse classi della comunità romano-britannica. Gli archeologi hanno rinvenuto tavole da gioco in varie parti del forte di Vindolanda, sia all’interno che all’esterno delle mura, e in contesti sociali differenti. “Ad esempio, all’interno del forte alcune tavole sono state trovate vicino alla casa del comandante e nelle caserme, mentre all’esterno del forte, altre tavole sono state recuperate vicino ai bagni”, raccontano Penn e Courts. Questo suggerisce che il Ludus Latrunculorum fosse un gioco accessibile e apprezzato da tutti, indipendentemente dalla posizione sociale.

Le tavole da gioco scoperte nel forte

Le 16 tavole da gioco trovate a Vindolanda non sono tutte uguali: variano per dimensioni, peso e qualità, e questo potrebbe dipendere da fattori come il periodo di realizzazione o i materiali utilizzati. “Tuttavia, potrebbero anche cambiare il modo in cui le persone vivevano il gioco”, osservano gli archeologi. Ad esempio, tavole da gioco più piccole e leggere potrebbero essere state progettate per essere portatili, facilitando il loro utilizzo in vari luoghi all’interno dell’insediamento. “Ciò potrebbe significare che erano adatte per essere spostate nell’insediamento per consentire alle persone di giocare con i loro amici e vicini”, spiegano Penn e Courts.

Lo studio dei giochi romani

La ricerca sui giochi da tavolo romani non si ferma qui. Gli archeologi sono impegnati a studiare ulteriormente questi aspetti sociali del gioco, con l’obiettivo di comprendere meglio come il gioco influenzava la vita quotidiana nella comunità di Vindolanda. “La nostra futura ricerca esaminerà questi aspetti sociali del gioco e, nel farlo, speriamo di gettare nuova luce sulla vita quotidiana della comunità di Vindolanda”, concludono Penn e Courts.

Le recenti scoperte a Vindolanda ci mostrano che i giochi da tavolo erano molto più di un semplice passatempo: erano un elemento fondamentale della vita sociale e culturale, riflettendo le dinamiche interne e le gerarchie della società romana. Ogni dado, pedina o tavola trovata ci avvicina un po’ di più a comprendere il modo in cui gli antichi romani trascorrevano il loro tempo libero, rivelando una vita quotidiana fatta non solo di guerra e disciplina, ma anche di momenti di svago e competizione.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa