Romanino titanicamente resiste alla sfida del mercato. Una Madonna del Latte, olio su tela, (66 x 66 cm.) sarà battuta all’asta il 3 dicembre 2014 a Londra, da Christie’s con una stima-base già notevole -tra i 79mila e i 111mila dollari – destinata, secondo le previsioni, ad essere superata agevolmente. L’opera – che proviene dal mercato antiquario e che passò da Sotheby’s, a Londra, il 2 luglio 1986 – è di autografia certissima. Al di là della conferma di Marco Tanzi, avvenuta in seguito al parere attributivo, espresso sull’immagine fotografica da parte Christie’s, risultano evidentissimi il canone costruttivo dei volti – il rapporto costante tra le distanze degli elementi fisiognomici e, in Romanino, la particolare forma dei nasi – gli accordi cromatici e le pennellate a tratti sciolte a tratti segmentate. Angoli che risultano soprattutto nei panneggi, nei quali la linearità viene interrotta da un peculiare movimento di polso del Romanino, volto a chiudere nervosamente lo scivolamento del pennello. La tela risalirebbe al 1540 e sarebbe stata pertanto prodotta dal pittore a un’età matura, attorno ai cinquant’anni.
Un modello iconografico, sottolineano gli storici di Christie’s, che incise sull’impostazione dei seguaci. Una copia dell’opera transitò infatti nel corso della XXII Mostra Mercato Antiquari Milanesi nel novembre 1984. Ma risulta evidente il debito compositivo del bresciano nei confronti di Tiziano, nella cosiddetta Madonna Lochis, conservata all’Accademia Carrara e dipinta nel primo decennio del Cinquecento. Le dimensioni contenute delle opere di Tiziano, Romanino e Moretto legate a questa scelta compositiva lasciano ipotizzare che questi quadri fossero dedicati alla devozione privata. Non possiamo però non ricordare almeno un’altra Madonna del Latte, realizzata dal pittore bresciano, per la Stella di Cellatica-Gussago-Concesio, in provincia di Brescia. Dipinto con maggior definizione, pochi anni prima (1536-1538) perché destinato a divenire la pala principale del santuario, in seguito alla miracolosa apparizione mariana (1536). Ciò sembrerebbe confermare l’idea dell’assunzione contemporanea di due maniere diverse da parte del pittore, legate alla natura della committenza – pubblica o privata – o al rapporto tra tempi produttivi, investimento dei committenti, evidenza del dipinto ai fedeli. Per quanto concerne il soggetto della Madonna del Latte, deve essere sottolineato il fatto che, a causa dell’evidenza del seno nudo, fu rimosso progressivamente dall’iconografia, in seguito al Concilio di Trento (1545-1563) (mauriziobernardellicuruz)
La scheda dedicata al dipinto, presentata da Christie’s
“Un talento eccentrico; poco si sa dei primi anni del Romanino, divenuto poi un artista di notevole statura nell’Italia settentrionale, durante il Rinascimento. La sua opera testimonia le influenze convergenti della pittura della Lombardia e di Venezia, mentre cresceva artisticamente, accanto ad Alessandro Bonvicino, detto il Moretto da Brescia, nei primi anni del 16 ° secolo, ricevendo commissioni-chiave a Cremona, Trento e Asola. Romanino si distingue dai suoi contemporanei per la maggiore inclinazione al naturalismo, evidente nel presente lavoro, che suggerisce l’interesse del pittore lombardo nei confronti delle opere provenienti dall’area a nord delle Alpi. Anche se una cronologia del lavoro di Romanino non è stata stabilita con certezza assoluta, questa Madonna Bambino sembrerebbe datare intorno al 1540: la tonalità ricorda la Madonna col Bambino e San Paolo di Brescia, Banca San Paolo, dipinto intorno al 1547-8. Per le caratteristiche della Madonna può essere utile confrontare questo dipinto con l’opera con il quadro conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena, risalente al 1539-1540 circa. I principali elementi compositivi del lavoro – la testa inclinata della Madonna, ripresa da tre quarti, il Bambino in grembo – coinvolgono lo spettatore. Il sipario del panneggio e il paesaggio sono presenti anche nell’opera del Moretto della Pinacoteca di Brera, (qui sotto, ndr.) che risale al 1540.
Questi elementi sembrano attingere alle opere di Tiziano, come la Madonna col Bambino nella Accademia Carrara di Bergamo,dipinta intorno al 1507 e a quella del Metropolitan Museum of Art, New York, intorno al 1508, che ebbero un’indubbia influenza formativa formativa sul Romanino. La presente composizione doveva essere stato ben nota ai seguaci del pittore bresciano: ciò risulta evidente nela copia esposta nel corso della XXII Mostra Mercato Antiquari Milanesi nel novembre 1984. Siamo grati al dottor Marco Tanzi per aver confermato l’attribuzione, sulla base di fotografie”.