Giovedì 17 novembre 2022 alle 11, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita la nona edizione del Premio Alinovi Daolio, che quest’anno sarà conferito a Sabrina Mezzaqui, scelta all’unanimità dalla giuria composta da Renato Barilli, Silvia Grandi, Fulvio Irace, Loredana Parmesani, Jacopo Quadri. Nel corso dell’incontro, l’artista offrirà al pubblico una presentazione e un approfondimento critico sulla propria opera e su temi trasversali nell’ambito della ricerca artistica e curatoriale contemporanea, in dialogo con Renato Barilli e Silvia Grandi.
Il Premio Alinovi Daolio è un riconoscimento conferito a figure che si sono distinte nel campo dell’arte contemporanea basando la propria ricerca sull’interdisciplinarità e sulla contaminazione dei linguaggi espressivi, ed è basato sulla donazione di un’opera che il vincitore di ogni edizione consegna al successivo. Nato nel 1986 come Premio Francesca Alinovi per commemorare la figura del critico d’arte e ricercatrice presso il DAMS di Bologna, scomparsa prematuramente il 12 giugno 1983, dal 2013 è stato denominato Premio Alinovi Daolio, associando il ricordo di Roberto Daolio, critico d’arte e tra i fondatori del Premio.
Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964) vive e lavora a Marzabotto, in provincia di Bologna e da quest’anno insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si è diplomata. Nel suo lavoro artistico, mettendo in gioco il senso del fare manuale nella ripetizione continua di gesti minuti, emerge la materializzazione dello scorrere del tempo; allo stesso modo i suoi video raccontano di tempi lenti, registrando variazioni di luce o semplici fenomeni naturali. La scrittura, in forma di brevi testi, memorie, riferimenti letterari, libri rimaneggiati è inoltre una costante presenza nella sua ricerca visiva. Ha esposto in spazi pubblici in Italia (tra cui, MAR Museo d’Arte della città di Ravenna; Galleria Nazionale, Complesso Monumentale della Pilotta, Parma; GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Triennale Milano; MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma; Palazzo delle Papesse, Siena; Museion – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano; MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna), e all’estero (tra cui, PS1, New York; INOVA, Milwaukee; Musée Art Modern, Saint-Etienne; Raid Projects, Los Angeles; Bengal Art Lounge, Dhaka, Bangladesh) ed è rappresentata dalla Galleria Massimo Minini di Brescia e dalla Galleria Continua di San Gimignano.
Come scrive Renato Barilli “Sabrina Mezzaqui rientra in una condizione larga che si potrebbe riportare a un post-concettuale, che mentre sa valersi molto bene di mezzi artistici estranei alla tradizione, pronti a sfruttare l’ausilio dei nuovi media, non manca però di fare sorprendenti incursioni nella vivacità di valori genuini, scoperti per vie inusitate. In questo senso la nostra artista fa ricorso a una serie larga e sfuggente di media, tutti all’insegna della finezza, della sorpresa, della meraviglia, in un continuo rinvio tra il micro e il macro. Conquiste affidate a ricami in punta di pennello, o invece a raccolte minuziose di oggetti, che a loro volta possono essere carichi di memorie, o invece appartenere a una semplice quotidianità, che però a questo modo ottiene un pieno riscatto”.
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