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Una testa maschile in bronzo riemerge dalle acque calde del Santuario Ritrovato, a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Sul collo – la intravediamo nella fotografia scattata dall’archeologo Mariotti, nel momento del recupero del bronzo – una dedica in etrusco al Numen della Fonte (Fleres Havensl), per conto di un offerente perugino, che ringrazia per il voto adempiuto. Questo viso rappresenta proprio quello del fedele che ebbe salvifici effetti dalla frequentazione del santuario e della fonte.
Questo ritratto, datato al I secolo a.C., è uno dei protagonisti della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”, da venerdì 16 febbraio al Museo Archeologico di Napoli.
Di fatto: l’uomo si recò probabilmente alla fonte sacra della provincia di Siena. Si immerse probabilmente nelle acque termali, si curò, pregò e guarì da una malattia. In forma di ex voto fece produrre un proprio ritratto con il quale ringraziò lo spirito benigno della fonte e del santuario. Il ritratto fu collocato presso un altare o su una mensola, con altri materiali devozionali ed ex voto.
L’uomo ringraziava la misteriosa potenza spirituale che sovrintendeva la fonte. Il termine nume nel mondo romano indica un’espressione di potenza divina. Il significato iniziale di cenno divino naturale fu spesso piegato a designare spiriti tutelari legati a un luogo specifico. Pertanto dobbiamo pensare che il devoto si sia rivolto allo spirito benigno del posto e non a una divinità maggiore.
Il ritratto virile, sul collo cilindrico, svasato in basso così da formare una base stabile per il manufatto, è incisa la dedica, che corre orizzontalmente su tre righe:
nufreśi:nufrznaś:ar:
persile:flereś:havensl
tenine:tlenaχieiś
Ciò significa: per conto di Nufre della famiglia Nufrzna, (figlio) di Arnth il perugino al Nume della Fonte è posto per (un voto) adempiuto.
La famiglia di Nufre apparteneva al gruppo delle classi dirigenti etrusche di Perugia. Nel capoluogo umbro fu trovato un ipogei femminile di questa famiglia, i cui reperti sono conservati al MANU di Perugia.
Catalogo Generale dei Beni Culturali
https://catalogo.beniculturali.it › itinerario › ipogei-fe…
Oltre alle urne della gens Nufrzna sono conservate al MANU altre deposizioni funerarie, appartenenti ad ipogei ad esclusivo uso femminile, che si dividono …
Gli scavi archeologici di San Casciano dei Bagni hanno restituito i resti di un santuario termale e una necropoli di epoca etrusco-romana. Il santuario sfruttava le acque termali e doveva essere un luogo di straordinaria bellezza. Qui ci si curava a si pregava. Operavano anche chirurghi o sacerdoti con abilità mediche.
Il santuario era oggetto di devozione, di consistenti doni economici e di testimonianze di riconoscenza garantite dalla presenza di ex voto di malati che avevano riacquistato la salute. Probabilmente nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo, le vecchie statue furono gettate nell’acqua della fonte calda per cancellare l’antica devozione. Nel novembre 2022, durante gli scavi archeologici, furono riportate alla luce ventiquattro statue in bronzo ben conservate.
Nel 2018 era stata finanziata l’esplorazione geofisica del Bagno Grande e gli scavi archeologici iniziarono nel 2019 a cura di Jacopo Tabolli, professore dell’Università per stranieri di Siena, e di Emanuele Mariotti, archeologo per il Comune di San Casciano dei Bagni, direttore degli scavi stessi.
Nell’agosto 2020 si verificò il primo notevole ritrovamento: dal fango emerse un altare dedicato ad Apollo, scoperta alla quale seguirono i rinvenimenti, fra il 2021 e il 2022, di una grande vasca, altari dedicati agli dei, un bassorilievo con l’immagine di un toro, oggetti votivi, un putto in bronzo di età ellenistica e riproduzioni in bronzo di una gamba, un orecchio, un pene e un utero, quest’ultimo, risalente alla fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero romano, infine, migliaia di monete in oro, argento, oricalco e bronzo. La presenza di ex voto riferiti a più parti del corpo e a quella che definiremmo “medicina internistica” testimonia il fatto che le malattie qui trattate erano molto numerose.
Nel novembre 2022, durante gli scavi al santuario etrusco-romano collegato alla vasca sacra del Bagno Grande, sono stati ritrovati copiosi reperti archeologici in ottimo stato di conservazione, fra i quali diversi attrezzi medici come bisturi e uno specillo, molteplici ex voto, migliaia di monete in oro, argento e bronzo e ventiquattro statue in bronzo raffiguranti Apollo, un giovane efebo, Igea – Figlia di Asclepio e di Epione o Lampezia, è la dea della salute e dell’igiene, termine che prende il nome dalla dea – e altre divinità, matrone, fanciulli o imperatori. A metà del mese di novembre 2023, altri scavi hanno permesso di rinvenire i frammenti di una statua marmorea di circa due metri raffigurante Apollo.
Il santuario fu attivo dal III secolo a.C. fino al V secolo d.C. poi venne abbandonato ma non venne distrutto. Probabilmente si trattò di uno smantellamento, con l’occultamento – senza distruzione – dei materiali. La presenza di un consistente tesoro monetario lascia intendere che il luogo, considerato ancora sacro, non fu oggetto di sistematiche ricerche nel momento dell’abbandono.
Già in epoca ellenistica al Bagno Grande di San Casciano era presente un santuario termale, Negli anni attorno al 90 a.C., quando il territorio dell’ager clusinum subì una graduale romanizzazione, il santuario fu oggetto di un crescente interessa da parte degli occupanti. Il santuario fu poi ricostruito durante l’età augustea nella forma di un grande edificio a pianta quadrata costituito da un atrio tetrastilo e un propileo. Al centro si trovava una piscina circolare realizzata attorno alla sorgente termale