L’emozione è intensa. La scorticatura del terreno inerte porta alla luce i segni superficiali delle le prime strutture. Resti di edifici, pozzi, forni, proprio a partire dal ciglio della rotabile. E un sacello con i resti di un dio scolpito nella pietra. Guardate il copricapo e ciò che tiene in mano. Una borsa di monete? Ne hanno trovate di vere, attorno, di monete.. Donazioni di commercianti, viaggiatori e uomini d’affari che si recavano ai vici e ai forti romani della zona.
Nel quartiere Neckargartach di Heilbronn, in Germania. durante gli scavi di archeologia preventiva sono stati così rinvenuti 500 metri di strada romana romana e i resti di vari edifici dell’epoca. In uno degli edifici in pietra – probabilmente un sacello – sono state scoperte anche parti di una statua di Mercurio. Per la prima volta nel Baden-Württemberg è stato possibile esaminare un tratto stradale così lungo e tutte le strutture ad esso collegate. Ne ha dato notizie, nelle ore scorse, l’ente regionale.
Un tesoro nascosto sotto i campi
A nord di Heilbronn, nella frazione di Neckargartach, sorgerà, su quasi 30 ettari, il Campus internazionale per l’intelligenza artificiale. Poiché l’intera area è designata come monumento culturale archeologico – per il ritrovamento di materiale romano, in superficie – prima dell’inizio della costruzione sono stati necessari scavi di salvataggio su larga scala. Questi sono stati eseguiti dalla società ArchaeoConnect GmbH con il supporto tecnico dell’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti (LAD) del consiglio regionale di Stoccarda. La ricerca riguardava la possibile presenza di una tenuta romana, Ciò che è stato trovato include una strada romana, vari edifici, parti di una statua di Mercurio.
Scoperti 500 metri di strada romana
“Il nome della specifica località, ‘Steinäcker’, cioè campo di sassi, indicava già, più o meno direttamente, i resti di edifici romani, quindi nella ricerca storica il luogo era considerato legato a una tenuta romana”, afferma Sybil Harding della società ArchaeoConnect GmbH. Si pensava a una tenuta agricola, considerata la distanza dal centro principale, fondato anch’esso dai romani. Ciò che è emerso è un insediamento polifunzionale. Possiamo pensarlo – per averne immagine – come uno dei nostri minuscoli villaggi di campagna lungo la strada, con trattorie, una chiesa, cantine ed edifici artigianali.
Edifici romani e un villaggio sconosciuto
“La strada romana corre in gran parte sotto una strada poderale asfaltata, ma lungo tutto il percorso su entrambi i lati si possono rintracciare i caratteristici fossi di scolo che accompagnavano una strada romana”, ha riferito il dott. Andrea Neth, archeologo responsabile della LAD. “La strada originaria larga circa 14 metri è un'”autostrada” romana che, tra le altre cose, collegava i due forti Neckarlimes di Böckingen e Wimpfen, distanti circa dieci chilometri l’uno dall’altro.”
Sono stati scoperti, nei mesi scorsi, molti resti di edifici romani, in particolare a ovest della strada. La maggior parte di essi erano probabilmente edifici a graticcio, alcuni con basi in pietra. A causa dell’uso agricolo intensivo, si sono salvati solo i basamenti interrati per lo più realizzati in legno o pietra. La casa a graticcio, nota anche come casa a traliccio, è un tipico esempio di architettura tradizionale in molte regioni europee. Questo stile costruttivo si basa su un’intelaiatura di legno che funge da struttura portante, con travi disposte in posizioni orizzontali, verticali e oblique. Le travi rimangono esposte, creando un’estetica distintiva che caratterizza la facciata dell’edificio. Gli spazi tra le travi sono riempiti con materiali non portanti, come legno e limo, pietre o laterizi, che conferiscono solidità alla struttura e la proteggono dagli agenti atmosferici. Questo metodo di costruzione, oltre a offrire resistenza e flessibilità, ha un fascino storico e pittoresco, visibile in molte città europee, soprattutto in Germania, Francia e Inghilterra.
“Il numero, la tipologia e la disposizione dei rinvenimenti edilizi permettono di concludere che non si tratti di una fortificazione, ma di un vicus precedentemente sconosciuto, un villaggio stradale civile romano. Situato direttamente sulla strada, il luogo, suddiviso in diverse aree, serviva probabilmente come punto di ristoro, dotato di un piccolo centro commerciale e di un’area per gli artigiani”, ha spiegato Neth. Oltre ai resti dell’edificio sono stati rinvenuti numerosi pozzi, una fornace per trattare il grano – trasformandolo in orzo o per bloccarne la germinazione – e un forno. Cinque pozzi molto profondi assicuravano l’approvvigionamento idrico. Secondo Neth una particolarità sono tre sepolture isolate sul lato della strada che non appartengono ad un cimitero regolare. In due sono stati rinvenuti chiodi di scarpe romani.
Un tempietto: monete, pitture e statua
“Ciò che è eccezionale nel sito di Neckargartach è che per la prima volta nel Baden-Württemberg è stato possibile esaminare un lungo tratto di strada e tutte le strutture correlate”, afferma Neth. Insolite sono alcune fondamenta in pietra direttamente sulla strada – una sorta di posto di “polizia”? – la cui funzione è ancora un mistero. Ciò non vale per un edificio in pietra largo 2,9 metri e lungo almeno 3,2 metri: tra le macerie delle rovine, oltre a frammenti di pitture murali colorate e due monete deposte come offerte, sono state rinvenute diverse parti di una statua in arenaria.
“Una testa completamente scultorea, quasi a grandezza naturale, rappresenta il dio Mercurio, chiaramente riconoscibile dalla calotta alare”, afferma Harding. Un altro frammento mostra una mano che stringe una borsa di denaro. Anche questo è un attributo tipico dell’agile messaggero degli dei, che nel pantheon romano era visto come protettore dei commercianti e dei mercanti, ma anche dei ladri. “L’ubicazione del Tempio di Mercurio sulla strada ne sottolinea l’importanza, inizialmente in ambito militare e successivamente anche in quello civile”, ha spiegato Harding. “La costruzione della linea del forte sul Neckar intorno al 100 d.C. richiese la creazione di un’infrastruttura militare adeguata. Dopo che il confine imperiale romano fu spostato nel Limes dell’Alto Germanico, 20 chilometri a est, intorno alla metà del II secolo d.C., le vie di trasporto continuarono ad essere utilizzate fino all’abbandono del Limes nel III secolo”, continua Harding.
Il rapido dio dei viaggi e del commercio
Mercurio, nella mitologia romana, è – come si diceva – il dio dei viaggi, del commercio, dei confini e dei messaggeri. Equivalente del dio greco Hermes, Mercurio è conosciuto per la sua velocità e astuzia, fungendo da messaggero degli dei e guida delle anime nell’aldilà. Era anche protettore dei mercanti, dei viaggiatori e dei ladri, riflettendo il dinamismo e la furbizia necessari per eccellere in queste attività. Quindi nessuna divinità poteva svolgere una funzione specifica più specializzata per il villaggio ora ritrovato, una strutturata area di servizio stradale e – forse di ospitalità temporanea dei viaggiatori stessi – voluta dai Romani e forse gestita, all’inizio, da fedeli coloni con l’aiuto di manodopera locale.
Nell’iconografia tradizionale, Mercurio è spesso rappresentato con un sacchetto o una borsa di monete in mano, simbolo del commercio e della prosperità economica. Questo elemento sottolinea il suo ruolo di dio del commercio, associato alla ricchezza e al successo negli affari. Oltre alla borsa, Mercurio è spesso raffigurato con i suoi caratteristici attributi: il caduceo, un bastone alato intrecciato con due serpenti, e i talari, sandali alati che gli conferiscono velocità. Dispone, in alcune raffigurazioni, anche del petaso con ali, il cappello alato. La presenza del sacchetto di monete nelle rappresentazioni artistiche serve a rimarcare l’importanza del commercio e della circolazione del denaro.
Queste immagini di Mercurio hanno influenzato profondamente l’arte e la cultura, lasciando una traccia visibile nella rappresentazione del commercio e dei messaggeri nel mondo antico.
Le fasi finali di un insediamento romano
L’esatto periodo di utilizzo del vicus di Neckargartach potrà essere determinato solo dopo la valutazione del materiale rinvenuto. L’assenza di strati di incendio evidenti nelle cantine potrebbe essere indice di un’evacuazione ordinata del piccolo insediamento. Non sono stati rinvenuti ritrovamenti di un insediamento post-romano, ma questo periodo è testimoniato da quattro sepolture del IV/V secolo. Il secolo indica un vicino insediamento tardoantico. Si ritiene pertanto che l’area, dismessa, fosse stata utilizzata come riferimento cimiteriale di un villaggio piuù recente, non lontano e non ancora identificato.
A circa 4 chilometri il centro romano
Utilizzando l’attuale rete stradale la distanza tra Heilbronn e Neckargartach è di poco più di 4 chilometri. E’ probabile che il villaggio scoperto fosse una sorta di area di sosta e di ristoro e che fosse nato come centro agricolo e artigianale a favore del vicino capoluogo e del forte. Gli antichi Romani giunsero nell’area di Heilbronn, nella Germania sud-occidentale, intorno al I secolo d.C. durante la loro espansione nel limes germanico. Heilbronn, situata sulle rive del fiume Neckar, divenne un punto strategico per il controllo delle rotte fluviali e terrestri. La presenza romana è attestata da diverse scoperte archeologiche, tra cui resti di insediamenti, necropoli, e infrastrutture come strade e ponti. L’insediamento di Heilbronn si sviluppò come un vicus, ovvero un piccolo villaggio, servendo da supporto logistico per le truppe stanziate nelle vicinanze.
Nel circondario, i Romani costruirono diverse fortificazioni lungo il limes per proteggere i confini dell’Impero dalle incursioni delle tribù germaniche. Tra questi, il forte di Osterburken e altri accampamenti militari fungevano da avamposti per il controllo della regione. La cultura romana lasciò un’impronta duratura attraverso l’introduzione dell’architettura, dell’agricoltura avanzata e del commercio.
Nonostante la fine della dominazione romana nel III secolo d.C. a causa delle pressioni barbariche, molte delle infrastrutture e delle pratiche introdotte dai Romani continuarono a influenzare la regione nei secoli successivi. Le scoperte archeologiche, inclusi manufatti e monete, testimoniano l’integrazione della cultura romana con quella locale, lasciando un’eredità che ancora oggi è oggetto di studio e interesse.