Scavi archeologici. Scoperto ora un mosaico del II secolo a.C. Il tocco lieve dell’Olimpo. La Musa dalla bella voce

Nell'arte più arcaica, Calliope è raffigurata, tra le altre muse, con una lira - simbolo del nobile canto - mentre nell'era classica, dal momento in cui per ogni Musa venne identificata una specializzazione nel campo della cultura e della creatività, venne rappresentata con uno stilo e una tavoletta cerata oppure con una pergamena. Viene invocata da Omero nell'Iliade e nell'Odissea; Dante Alighieri nella Divina Commedia la invoca nel II canto dell'Inferno e nel I canto del Purgatorio

Un elegante mosaico del II secolo a.C. – in uno stato di ottima conservazione – è stato portato alla luce dagli archeologi che stanno scavando nell’antica città di di Side. L’annuncio è stato dato nelle ore scorse dal Ministero turco della cultura e del turismo. Side si trova a qualche chilometro dal capoluogo, la città di Manavgat che sorge sulla mediterranea della Turchia.

Side fu fondata nel VII secolo a.C. dai profughi anatolici che si erano posti in fuga dopo il crollo dell’Impero ittita. Crebbe ed entrò nell’orbita dalla Lidia e dell’Impero persiano. Poi – nel 333 a.C. – fu occupata da Alessandro Magno nel 333 a.C.
E’ nell’epoca ellenistica che fu realizzato il mosaico scoperto in questi giorni.
Nel 67 a.C. fu conquistata da Pompeo e divenne una città romana. Dopo il crollo dell’impero fu oggetto di ripetute incursioni di armati e pirati. Tanti e violenti furono anche i terremoti che si susseguirono. Venne abbandonata nel X secolo.

Il nome della città significa “melograno” nella lingua dei Luviani, uno dei popoli più antichi dell’Anatolia. Anche se gli scavi archeologici sono in corso nell’antica città dagli anni ’40, ci sono ancora vari reperti storici che giacciono nel sottosuolo.

La figura rappresentata nel quadro centrale del mosaico è quella di Calliope, musa della poesia epica. Il suo nome significa “bella voce”.
Considerata la maggiore delle Muse, era anche dea dell’eloquenza, facoltà che elargiva ai re e ai principi. Nell’arte più arcaica, Calliope è raffigurata, tra le altre muse, con una lira – simbolo del nobile canto – mentre nell’era classica, dal momento in cui per ogni Musa venne identificata una specializzazione nel campo della cultura e della creatività, venne rappresentata con uno stilo e una tavoletta cerata oppure con una pergamena. Viene invocata da Omero nell’Iliade e nell’Odissea; Dante Alighieri nella Divina Commedia la invoca nel II canto dell’Inferno e nel I canto del Purgatorio

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz