Nel 2023, durante i lavori di costruzione di una fabbrica a Maebashi, Giappone, è stato fatto un ritrovamento straordinario: un tesoro di oltre 100.000 monete antiche, sepolte in fasci accuratamente legati con corde di paglia. Questa scoperta ha subito destato l’interesse di storici e numismatici di tutto il mondo, poiché le monete coprono un arco temporale di quasi 2.000 anni, dalla dinastia Han fino al periodo Kamakura. Ora, nel 2024, nuovi studi e analisi sui reperti portano alla luce dettagli inediti e sorprendenti.
Il contesto del ritrovamento
Le monete sono state trovate in un’area circoscritta nel distretto di Sojamachi, vicino alla città di Maebashi, Gunma. Fin dai primi momenti, i ricercatori hanno ipotizzato che queste fossero state sepolte frettolosamente durante il periodo Kamakura (1185-1333), un’epoca caratterizzata da guerre e tensioni politiche in Giappone. Le analisi preliminari hanno permesso di identificare 44 tipi di monete differenti, molte delle quali appartengono a epoche e dinastie storicamente rilevanti, come la dinastia cinese Han e la dinastia Song. Si presume che quelle della dinastia Song settentrionale, attive tra il 960 e il 1127, siano tra le più significative per il loro volume di produzione e la loro diffusione. Queste monete, utilizzate in gran parte durante il periodo medievale giapponese, presentano caratteristici fori quadrati al centro, consentendo di legarle insieme per un facile trasporto
Tra queste monete, spicca il “Banliang”, una moneta cinese che risale a circa 2.200 anni fa, tipica della dinastia Qin, che porta l’iscrizione che significa “mezza oncia”
I nuovi dettagli emersi nel 2024
Nel corso dell’ultimo anno, le ricerche si sono intensificate, e ulteriori esami condotti su 334 monete hanno confermato che alcune delle più antiche risalgono al 175 a.C. Le monete più recenti, invece, sono datate al 1265 d.C., il che amplia il contesto storico del ritrovamento e dimostra la lunga persistenza della circolazione monetaria in Giappone, con evidenti influssi economici esterni, soprattutto dalla Cina.
Le monete sono state ritrovate in 1.060 pacchetti, ciascuno contenente circa 100 monete.
Questo tesoro si rivela non solo un’importante testimonianza del passato locale, ma anche un ponte economico tra il Giappone e i paesi vicini durante secoli di commercio e scambi culturali.
Un tesoro conservato con cura
Le monete erano accuratamente legate in fasci da circa 100 unità ciascuno, con tracce di paglia utilizzata per avvolgerle, metodo che ha contribuito a preservarle nel tempo. I ricercatori ipotizzano che fossero custodite con la speranza di essere recuperate in futuro, forse da una famiglia nobile della regione di Kozuke, l’antico nome della prefettura di Gunma, un tempo centro politico e commerciale cruciale
Un sito archeologico di rilevanza storica
Il sito di Sojamachi non è nuovo a ritrovamenti di questo genere: nella zona erano già stati scoperti manufatti e tumuli funerari risalenti al periodo Kofun (III-VII secolo d.C.), confermando l’importanza storica dell’area. Le autorità locali hanno annunciato piani per preservare il sito e rendere il tesoro accessibile al pubblico, promuovendo ulteriori ricerche che potrebbero svelare ulteriori dettagli sulla vita economica e sociale di quel periodo.
Conclusioni
Questa scoperta, arricchita dalle recenti rivelazioni del 2024, continua a sorprendere e affascinare il mondo dell’archeologia e della numismatica. Con ogni nuovo dettaglio, il tesoro di Maebashi ci offre una finestra sempre più chiara su una parte della storia giapponese ancora poco esplorata, legata a eventi cruciali come il commercio e i conflitti interni del periodo Kamakura.
I prossimi studi potrebbero rivelare ancora di più su chi fosse il proprietario di questo tesoro e perché sia stato nascosto così attentamente. Un reperto di tale portata non solo contribuisce alla conoscenza della storia locale, ma riflette anche gli ampi scambi culturali ed economici tra l’antico Giappone e la Cina.