Nel fango di un’area di sosta presso il confine con Gaza, due riservisti dell’IDF (Israel Defence Forces) hanno trovato una lampada a olio in ceramica del periodo bizantino, risalente a circa 1.500 anni fa. Il ritrovamento è stato effettuato dai soldati Natanel Melchior e Alon Segev del 404° battaglione della 282a brigata di artiglieria, durante una perlustrazione nei campi della zona.
L’oggetto in questione, una lampada in ceramica capovolta, è stato individuato per la sua rotondità, anche se inizialmente coperto di fango. Natanel Melchior, uno dei riservisti coinvolti, ha dichiarato: “L’ho pulito e, dopo aver realizzato che poteva trattarsi di qualcosa di speciale, ho chiamato l’Autorità per le Antichità”.
La scoperta ha rapidamente attirato l’attenzione online, quando Alon Segev ha condiviso una foto della lampada su Facebook. Il post ha generato un notevole interesse, ricevendo decine di commenti e centinaia di “Mi piace”. Molte persone hanno suggerito diverse ipotesi sull’uso del manufatto, incoraggiando i riservisti a contattare l’Autorità per le Antichità.
Sara Tal, archeologa dell’IAA nella regione del Negev occidentale, ha identificato la lampada come una “lucerna a sandalo”, un tipo di lampada in ceramica associata al periodo bizantino. Questo particolare oggetto era comunemente utilizzato per la luce e prodotto seguendo uno schema tipico della regione di pianura e del sud di Israele, in prossimità dell’attuale Striscia di Gaza.
L’IAA è stata prontamente informata della scoperta, e Sara Tal è andata sul luogo per raccogliere la lampada. In riconoscimento del gesto dei riservisti, l’Autorità israeliana per le antichità ha rilasciato loro un certificato di buona cittadinanza.
Il direttore dell’IAA, Eli Escuzido, ha commentato: “La guerra ha portato a situazioni straordinarie, anche sul fronte archeologico”. Ha sottolineato come la Terra di Israele, in particolare l’area circostante, sia ricca di storia e reperti antichi. La collaborazione tra le forze armate e le autorità archeologiche è fondamentale per preservare il patrimonio storico della regione, anche nei momenti più complessi della storia. La lampada bizantina ritrovata rappresenta quindi non solo un pezzo di storia, ma anche la resilienza della cultura e della memoria in mezzo alle sfide”.