Il Gruppo Speleologico Dauno sta conducendo in queste ore complessi sopralluoghi e ricerche storico-scientifiche sull’ipogeo di Bonamorone, un’opera idraulica risalente al IV-V secolo a.C., situata nel comune di Agrigento, che alimenta l’omonima fontana. L’antichissimo acquedotto si estende per circa un chilometro di gallerie, per poi collegarsi ad altri complessi ipogei presenti nello stesso territorio. Le immagini che vediamo documentano l’esplorazione.
“Attualmente, oltre a documentare fotograficamente in modo accurato questo ipogeo – spiegano gli speleologi del gruppo Dauno – si stanno raccogliendo macrofotografie e calchi delle tracce lasciate dagli utensili utilizzati per lo scavo. Questi dati verranno poi confrontati con quelli di altri ipogei per verificare se gli stessi utensili siano stati impiegati in altre opere e quali siano state le tecniche di scavo adottate. Questi metodi di comparazione sono simili a quelli utilizzati dalla polizia scientifica. Inoltre, anche i fossili evidenti inglobati lungo le pareti dell’ipogeo sono stati documentati con precisione”.
“Durante questi sopralluoghi, con grande sorpresa, – afferma il Gruppo Speleologico Dauno – sono state trovate varie incisioni realizzate in tempi più recenti, probabilmente da persone che si occupavano della manutenzione dell’ipogeo. Tra queste incisioni si distingue una croce con incisa una data del 1700. Sono state scoperte anche altre incisioni, scritte e disegni vari, alcuni dei quali risalenti al 1400 o al 1100, ancora da documentare e molti coperti da una sottile patina calcarea ma facilmente leggibili. Su queste incisioni verranno avviate ricerche storiche approfondite”.