na mega-industria romana – probabilmente in filiera – per la preparazione di pesce salato e di conserve, elementi fondamentali per la dieta dei nostri antenati. Nuove scoperte archeologiche sono state compiute in queste settimane a Lixus, nel corso di un programma di ricerca quadriennale marocchino-spagnolo che mira a determinare l’ampiezza della produzione ittica nell’antica industria romana. Il pesce veniva dal mare, ma probabilmente esisteva anche uno stabilimento di ittiocoltura.
Lixus o Lisso è un’antica città del Marocco, situata appena al di là delle colonne d’Ercole, sull’Atlantico, poco a nord dell’attuale porto di Larache, sul fiume Luccus. In queste settimane gli scavi hanno portato alla luce due nuovi bacini, a conferma dell’esistenza della più grande fabbrica di pesce dell’Impero Romano. Si ritiene che l’opificio per la salatura per la salatura risalga al I secolo a.C.
“Si tratta di una vasta area industriale costruita su 63 ettari e composta da 10 stabilimenti e 150 stagni. – spiega Kbiri Alaoui, professore presso l’Istituto Nazionale di Archeologia e Patrimonio (INSAP) e condirettore degli scavi archeologici di Lixus. – Abbiamo prelevato i residui da uno degli stagni e i risultati che verranno rivelati nei prossimi mesi ci daranno anche un’idea delle specie di pesci che venivano utilizzati dall’industria romana”.