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Si indaga sul mistero della quindicenne vissuta nel Medioevo e sepolta prona, con mani e piedi legati. La tomba aveva un cancello


Nuove ricerche storico-antropologiche sono condotte per esaminare sepolture insolite che gettano luce su una singolare pratica sepolcrale che si colloca tra l’era romana e il medioevo. In particolare, l’attenzione si è focalizzata su defunti sepolti in posizione prona, ovvero con il volto rivolto verso il terreno, spesso legati con corde o trattenuti da falci.

Nel contesto britannico, i Romani che venivano sepolti con le armi e la faccia rivolta verso il basso erano presumibilmente individui legati a gravi reati, come furto, collaborazione con il nemico o omicidi di compagni d’armi. Tuttavia a questi individui veniva comunque dedicata una sepoltura e non venivano gettati in una fossa anonima, ma collocati in una tomba. Probabilmente perché, per quanto si fossero macchiati di reati gravi, essi appartenevano al mondo romano e, pertanto, a una realtà privilegiata, capace di fare propaganda di sé attraverso azioni simboliche, quali la sottolineatura del “legame di appartenenza”.

Di natura diversa, ma legata sempre a un’area della presunta trasgressione, sono probabilmente le sepolture prone dei secoli successivi, che riguardano soprattutto soggetti femminili. Un’interessante scoperta archeologica compiuta da Mola in un insediamento dell’alto medioevo nei pressi del villaggio di Conington, nel Cambridgeshire, Inghilterra, ha gettato nuova luce sulle antiche pratiche di sepoltura, sulle dinamiche sociali e, forse, sulle credenze legate alla magia nera.

I resti scheletrici di una ragazza di 15 anni sono stati trovati in una tomba strutturata, svelando una modalità di sepoltura fuori dall’ordinario per l’epoca. Questa giovane è stata sepolta a faccia in giù, le braccia legate dietro alla schiena e corde alle caviglia. I materiali organici delle corde sono scomparsi, ma la posizione delle braccia e la postura serrata delle caviglie e delle gambe rende assai probabile che il corpo fosse completamente bloccato, a livello degli arti superiori e inferiori. Perché fu bloccata in quel modo? E perché ricevette una sepoltura all’interno di un recinto? Perché non fu gettata in una fossa, ma fu oggetto di pietas? Si temeva che potesse “fuggire” dalla tomba? Si voleva spegnere la sua voce nella terra?

Lo scavo, eseguito tra il 2016 e il 2018, è avvenuto nel corso di un progetto di miglioramento della rete autostradale. I risultati sono stati attentamente esaminati, in questi anni, da studiosi del Museum of London Archaeology (MOLA) e del MOLA Headland Infrastructure.

Anche durante l’Alto Medioevo le sepolture avvenivano collocando – diremmo, normalmente – il defunto in posizione supina. La sepoltura atipica della giovane di Conington rappresenta un’eccezione a questa norma. Una tomba eccezionale ma non unica.

L’uso della sepoltura prona suggerisce che questa giovane donna fosse vista come “diversa” dalla comunità a cui apparteneva, sebbene le ragioni di questa percezione siano rimaste oscure.

Don Walker, un osteologo senior presso MOLA, ha affermato: “Potremo forse non conoscere mai con certezza quale fosse la percezione della comunità in cui questa giovane donna è cresciuta, ma il modo in cui è stata sepolta suggerisce con molta probabilità che fosse considerata diversa”.

La sepoltura inusuale e la possibilità di legatura delle caviglie hanno suscitato dibattiti sulle ragioni di queste misure. In modo simile a ciò che vedremo in sepolture di “vampiri” risalenti a periodi successivi, potrebbe essere stata una convinzione che il defunto potesse risorgere dalla tomba e recare danni ai vivi.

Nonostante le “sepolture dei vampiri” siano tipicamente associate al periodo tra il XIV e il XVII secolo, questo caso antecedente suggerisce la persistenza di una gamma più ampia di paure e credenze superstiziose all’interno delle comunità.

L’analisi dei resti scheletrici della giovane ragazza fornisce informazioni sul suo background e stato di salute. Segni di malnutrizione infantile e di una condizione particolare alle articolazioni spinali suggeriscono una probabile appartenenza a uno strato sociale non privilegiato. L’assenza di segni di una malattia prolungata lascia supporre una morte improvvisa o inaspettata. L’analisi al radiocarbonio colloca il suo decesso tra il 680 e l’880 d.C., corrispondente all’alto Medioevo.

L’ubicazione della sepoltura aggiunge un ulteriore strato di significato a questa scoperta. La giovane è stata sepolta in una tomba che una volta aveva un cancello d’ingresso, evocando ricordi di un’altra sepoltura prona rinvenuta a circa 30 miglia di distanza.

Secondo MOLA, durante quell’epoca sembrava che i confini e i cancelli fossero scelti per sepolture “significative o insolite”. L’insediamento vicino a Conington svolgeva un ruolo chiave come centro amministrativo del Regno di Mercia, un importante regno anglosassone. La datazione della sepoltura della giovane coincide con il periodo di declino del potere del regno.