Si vis pacem para bellum Una struttura enorme scoperta a Trieste. Estremo baluardo alla rovina. Due giorni per le visite

Da cosa deriva il nome di Trieste? Chi comandava, qui, prima dell'arrivo dei Romani? La sua storia in breve. I monumenti in vista, quelli che stanno ancora sottoterra

A partire dal mese di ottobre 2023 sono iniziati i lavori di scavo e riqualificazione dell’area di via di Crosada/via dei Capitelli, che prevedono il completamento delle indagini archeologiche stratigrafiche in un’area importante del centro storico di Trieste. Notevoli le scoperte compiute. Lo annuncia la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio – Friuli Venezia Giulia


CANTIERE APERTO – VISITE GUIDATE PER CITTADINI E TURISTI

Nelle giornate di giovedì 20 e venerdì 21 giugno, il cantiere sarà aperto a cittadini e turisti con visite guidate nel corso delle due giornate. Sarà così possibile osservare da vicino il lavoro degli archeologi, che condurranno i visitatori in un viaggio attraverso il tempo per riscoprire, laddove insistevano le case ottocentesche di “Contrada Crosada”, frammenti della Tergeste bizantina (VI e VII secolo d.C.) e romana (I – IV secolo d.C.). La visita agli scavi consentirà di vedere anche i resti di un’imponente costruzione che costituì negli anni centrali del IV secolo d.C. “un punto di svolta” nella storia architettonica della città e nel suo assetto topografico, ovvero le mura di fortificazione di età tardoantica.


Le visite su prenotazione saranno realizzate dagli archeologi operanti sullo scavo e si svolgeranno nei seguenti orari:

Mattino:
10:00, 10:30, 11:00, 11:30, 12:00

Pomeriggio:
14:00, 14:30, 15:00, 15:30, 16:00


Per ragioni di sicurezza e viste le specificità dell’area di cantiere, questa grande opportunità sarà offerta a piccoli gruppi di massimo 20 persone per volta.

La prenotazione è obbligatoria tramite il sito della Soprintendenza al link:
https://sabapfvg.cultura.gov.it/open-day-visita-agli…

Sarà possibile prenotarsi fino alle ore 9.00 del giovedì e del venerdì.

Il punto di ritrovo per l’accesso all’area di scavo e alle visite è l’ingresso al cantiere di scavo in via del Teatro romano.

Tergeste, o Tergestum, era l’antica città di Trieste in epoca romana. Inizialmente un villaggio degli Illiri, divenne poi città, fortezza e porto militare.

Etimologicamente, il nome Trieste deriva dal venetico Tergeste, formato da terg (“mercato”) combinato con -este, un suffisso tipico dei toponimi venetici. Strabone suggerisce che il nome Tergestum derivi dal latino “Ter gestum bello,” riferendosi a tre battaglie contro gli Histri, che diedero origine al nome del forte di Tergestum.

Territorio Tergeste si affacciava sul golfo omonimo nella parte più settentrionale dell’Alto Adriatico. Il territorio cittadino era prevalentemente collinare, trasformandosi in montagna nelle zone limitrofe; situata ai piedi di un’imponente scarpata che dall’altopiano del Carso digrada verso il mare.

Il territorio dell’attuale Trieste e il suo retroterra carsico furono abitati stabilmente dall’uomo durante il Neolitico. Dall’età del bronzo tardivo si sviluppò la Cultura dei castellieri da parte di popoli preindoeuropei. Dal X secolo a.C. si documenta la presenza degli Istri sul Carso, ma la fondazione del primo nucleo della romana Tergeste è attribuita ai Veneti, come indicato dalle radici venetiche del nome e da importanti reperti. Strabone attribuisce invece la fondazione ai Carni, riferendosi ancora una volta alle tre battaglie contro gli Histri.

Nel 178 a.C., Aulo Manlio Vulsone intraprese una guerra contro le popolazioni dell’Istria per proteggere la colonia di Aquileia, con l’alleanza di Catmelo, re dei Taurisci, e con 3.000 armati. Il console, accampato presso Tergeste, fu attaccato dal re nemico Epulone. Vulsone, con l’aiuto della seconda legione, riuscì a sconfiggere gli Istri che stavano saccheggiando il campo romano.

Dopo la conquista romana (II secolo a.C.), Tergeste divenne municipio di diritto latino, sviluppandosi già in epoca augustea. Ottenne lo statuto di colonia romana della tribù Pupinia, probabilmente dopo la battaglia di Filippi (42-41 a.C.). La popolazione degli Iapodi invase e saccheggiò Tergeste per due volte, costringendo Ottaviano a intraprendere campagne militari verso il fiume Sava e la costa dell’Illiria.

Durante il periodo imperiale, sotto Vespasiano, Tergeste divenne colonia romana. Raggiunse la sua massima espansione durante il principato di Traiano, con una popolazione stimata intorno ai 12.000-12.500 abitanti, raggiunta nuovamente solo negli anni sessanta del XVIII secolo.

Nella parte bassa del colle di San Giusto verso il mare sono visibili i resti della città romana, nonostante le costruzioni moderne che ne coprono parzialmente la visuale.

Archeologia della città antica L’importanza strategica di Tergeste è evidente dalle sue possenti mura di pietra, che circondavano la città dalle colline fino al mare. Trieste aveva un porto e una serie di scali lungo il litorale. L’approvvigionamento idrico era assicurato da due acquedotti: quello di Bagnoli e quello di San Giovanni di Guardiella.

Due edifici testimoniano l’importanza di Trieste in epoca romana: il teatro, con una capienza di circa 6.000 spettatori, e la basilica paleocristiana, con mosaici che dimostrano la ricchezza della città fino alla tarda età imperiale.

Sul colle di San Giusto sono visibili resti dei templi a Giove e Minerva. La basilica cristiana del V secolo fu costruita adattandosi a un precedente tempio romano dell’età di Domiziano. A nord del tempio si trovava il foro, con un portico annesso alla basilica civile, donato da Quinto Baieno Blassiano, procuratore di Traiano.

L’Arco di Riccardo, antica porta cittadina, è un altro monumento romano ben conservato. Resti di ville patrizie sono stati rinvenuti a Barcola, Grignano e altre località della costa, risalenti al I e II secolo.

Importante fu il collegamento effettuato dall’imperatore Flavio Vespasiano, con la Via Flavia, che collegava Tergeste alla Dalmazia. La Via Gemina collegava Aquileia a Emona, seguendo la via dell’ambra fino al Danubio, presso Carnuntum.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione