Suonano i metal detector. Tanti oggetti romani. Arrivano archeologi e 60 volontari. Scavo. Cosa c’è lì sotto? Scendiamo ed esploriamo. Cosa stanno trovando

Per gli appassionati di ricerca con il metal detector, quella zona è diventata una fonte inesauribile di sorprese. Poiché i numerosi ritrovamenti sono stati segnalati regolarmente all’autorità, gli archeologi hanno deciso di scavare e controllare. Quest’anno hanno messo insieme un gruppo di 60 volontari e hanno avviato il lavoro che ha consentito la scoperta dei resti di una villa romana a Chalke Valley, in Inghilterra. Questo straordinario ritrovamento, avvenuto grazie alla collaborazione tra il progetto comunitario Teffont Archaeology, la Cardiff University e il coinvolgimento del Portable Antiquities Scheme presso il Salisbury Museum, ha rivelato un complesso di edifici di grande lusso, un tempo centro nevralgico di un’importante tenuta agricola nel tardo periodo romano.


L’origine della scoperta: dai detectoristi agli archeologi

Il sito è stato inizialmente segnalato da cercatori di metalli locali, i cosiddetti detectoristi, che avevano individuato un notevole numero di reperti romani, tra cui monete, frammenti di ceramica e utensili metallici, nel sottosuolo della Chalke Valley. Questi manufatti, registrati presso il Portable Antiquities Scheme, hanno attirato l’attenzione di esperti archeologi, portando all’organizzazione di uno scavo esplorativo che si è protratto per due settimane, nel periodo autunnale 2024.

La scoperta è stata resa possibile grazie al National Heritage Lottery Fund, che ha finanziato il progetto attraverso il programma Chase and Chalke Landscape Partnership Scheme, permettendo a oltre 60 volontari di partecipare attivamente agli scavi.


Una villa di lusso e il suo contesto: architettura e società

Gli scavi hanno rivelato un complesso residenziale che si estende per oltre 35 metri di lunghezza, comprendendo numerosi edifici accessori. Tra le strutture identificate:

  1. La villa principale – Decorata con mosaici di alta qualità raffiguranti intricati motivi geometrici, la villa era un simbolo tangibile del prestigio culturale e sociale dei suoi abitanti.
  2. Un’ampia area termale – Probabilmente utilizzata sia dai residenti che dalla comunità locale, lo stabilimento balneare rifletteva l’importanza delle terme nella cultura romana.
  3. Un fienile a più piani – Indispensabile per lo stoccaggio e la gestione dei raccolti prodotti nella vasta tenuta agricola.
  4. Una struttura con pavimento in cemento – Interpretata inizialmente come la possibile base di una piscina all’aperto.

La tenuta era alimentata dal lavoro delle comunità agricole circostanti, che contribuivano al sostentamento e al benessere economico dei proprietari, probabilmente membri dell’élite romana locale.


Decorazioni e reperti: un riflesso di ricchezza

Oltre alle strutture architettoniche, gli scavi hanno portato alla luce intonaci dipinti, colonne scolpite e ceramiche di pregio, che sottolineano la raffinatezza artistica dei residenti della villa.

La presenza di mosaici di alta qualità è particolarmente significativa, dato che simili decorazioni non sono comuni nelle aree rurali del Wiltshire meridionale. Questo conferma il ruolo centrale della villa come hub economico e culturale della regione.


Un progetto comunitario di successo

Il successo di questo progetto non è stato solo accademico, ma anche sociale. La partecipazione di volontari locali ha avuto un impatto significativo sul benessere e sul senso di appartenenza alla comunità. Rob Lloyd, responsabile del programma Chase and Chalke, ha sottolineato come l’archeologia possa essere uno strumento potente per avvicinare le persone al proprio patrimonio culturale.

La dottoressa Denise Wilding, co-direttrice del progetto, ha espresso gratitudine ai proprietari terrieri che hanno concesso l’accesso al sito, riconoscendo l’importanza della collaborazione tra accademia e comunità nella preservazione del patrimonio.


La presenza romana nel Wiltshire: un crocevia di cultura e agricoltura

La storia dell’occupazione romana nel Wiltshire si inserisce nel contesto della conquista della Britannia iniziata nel 43 d.C. sotto l’imperatore Claudio. Questa regione del sud-ovest dell’Inghilterra, ricca di risorse naturali e strategicamente situata tra importanti vie di comunicazione, fu rapidamente integrata nell’amministrazione romana. Le fertili vallate e le colline calcaree del Wiltshire offrivano un terreno ideale per l’agricoltura, un elemento chiave per l’economia romana.


Le prime tracce della romanizzazione

Prima dell’arrivo dei Romani, il Wiltshire era abitato da tribù celtiche, tra cui i Belgi, noti per le loro competenze agricole e artigianali. L’integrazione romana portò cambiamenti significativi nella vita locale:

  • Urbanizzazione: Anche se non si svilupparono grandi città nella zona, piccoli insediamenti come Venta Belgarum (vicino all’odierna Winchester) influenzarono culturalmente il Wiltshire.
  • Infrastrutture: La costruzione di strade romane, tra cui la Via Julia e le vie che collegavano Silchester (Calleva Atrebatum) a Bath (Aquae Sulis), favorì il commercio e l’integrazione del Wiltshire nell’impero.
  • Villae rurali: Il Wiltshire divenne una regione agricola di primaria importanza. Le ville, come quella recentemente scoperta nella Chalke Valley, erano centri produttivi che gestivano vaste tenute di cereali, bestiame e vigne.

Il Wiltshire come nodo agricolo e spirituale

Durante il periodo romano, il Wiltshire mantenne anche il suo significato spirituale. La vicinanza a siti neolitici come Stonehenge e Avebury potrebbe aver conferito alla regione un fascino mistico anche per i Romani, che spesso adattavano i culti locali alle loro pratiche religiose.

Inoltre, l’area era conosciuta per l’estrazione e il commercio del gesso, utilizzato sia come materiale da costruzione che nella produzione di intonaci decorativi per ville di lusso.


Declino e transizione

Con la crisi dell’Impero Romano nel IV secolo, anche il Wiltshire subì un graduale declino economico e sociale. Le grandi tenute vennero abbandonate o frammentate, mentre la regione si adattava alla progressiva anglicizzazione portata dalle invasioni sassoni nel V secolo. Tuttavia, le tracce della presenza romana rimasero nelle infrastrutture, nei reperti artistici e nella cultura materiale, che influenzarono profondamente le comunità locali nei secoli successivi.

La scoperta della villa romana nella Chalke Valley offre una finestra privilegiata su questo passato, evidenziando il ruolo del Wiltshire come ponte tra il mondo romano e le tradizioni locali.

Metal Detector: un strumento essenziale per la scoperta

Il metal detector è uno degli strumenti più popolari utilizzati nella ricerca archeologica. Questo dispositivo consente di rilevare metalli sepolti nel terreno, come monete, utensili e altri artefatti. Nonostante la sua semplicità, un buon metal detector è in grado di localizzare oggetti anche a grande profondità, permettendo a ricercatori e appassionati di ottenere risultati sorprendenti.

I metal detector sono disponibili in diverse gamme di prezzo e caratteristiche, da modelli entry-level per principianti a modelli professionali, con sensori avanzati in grado di individuare oggetti sotterranei di diverse composizioni. I metal detector professionali sono dotati di funzionalità come la discriminazione dei metalli, la regolazione della sensibilità e la visualizzazione della profondità degli oggetti.

Se sei un appassionato di archeologia e desideri iniziare a cercare tesori nel tuo giardino o in siti archeologici legali, il metal detector è un ottimo punto di partenza.

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GPS per Esplorazioni e Mappature Archeologiche

La mappatura è uno degli aspetti fondamentali della ricerca archeologica, e il GPS è uno degli strumenti chiave per la registrazione precisa della posizione di siti e ritrovamenti. I moderni dispositivi GPS non solo permettono di segnare le coordinate di un’area specifica, ma anche di tracciare percorsi di escursione o rilevazioni sul terreno, fornendo così dati cruciali per la documentazione e la conservazione dei siti.

Il GPS è utilizzato per creare mappe dettagliate, monitorare cambiamenti nel paesaggio e per analizzare l’orientamento di resti archeologici che potrebbero non essere immediatamente visibili. In questo modo, è possibile preservare il sito e raccogliere dati per analisi future.

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Applicazioni e Software per la Rilevazione Geospaziale

Oltre ai dispositivi hardware, anche le applicazioni e i software per la gestione dei dati geospaziali sono diventati indispensabili per gli archeologi moderni. Questi strumenti consentono di integrare dati GPS con mappe digitali, analizzando il territorio e individuando punti strategici per scavi futuri.

Con l’aiuto di software GIS (Geographic Information Systems), è possibile creare mappe interattive che mostrano la distribuzione degli artefatti in un’area, così da identificare pattern e correlazioni che potrebbero rivelare ulteriori dettagli su un sito archeologico. Alcuni software offrono anche la possibilità di aggiungere foto e note ai dati rilevati sul campo, creando un archivio digitale completo per la ricerca.

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QGIS – Software open-source per GIS, ideale per archeologi e ricercatori

La tecnologia, e in particolare il GPS e i metal detector, sta portando la ricerca archeologica a nuovi livelli. Questi strumenti non solo migliorano l’efficienza nella scoperta di tesori nascosti, ma rendono anche l’esperienza più accessibile a chiunque sia appassionato di esplorare la storia del nostro passato. Se sei un ricercatore o un appassionato di archeologia, investire in uno di questi dispositivi ti permetterà di intraprendere il tuo viaggio di scoperta con maggiore precisione e successo.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa