Antica immagine chirurgo

Scoperta la tomba di un medico d’epoca romana sepolto con due cassette di strumenti chirurgici e droghe

Nella tomba sono stati trovati forcipe, aghi, pinzette, nonché bisturi di prima qualità adatti per interventi chirurgici, nonché residui di droga, evidentemente utilizzata con fini anestetici. I bisturi in lega di rame sono decorati con eleganti intarsi d'argento - a livello di impugnatura e sono dotati di lame sostituibili di acciaio. Al ginocchio del defunto era stata posta una pietra da macina che, in base ai segni di usura, fu utilizzata per triturare minerali e vegetali. La sepoltura, secondo i risultati del radiocarbonio, risale al I secolo d. C.. La strumentazione del corredo indurrebbe a pensare che si tratti di materiali di origine romana
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Gli occhiali nell’arte dal Medioevo al Seicento, passando per Caravaggio

Un gioco, uno scherzo, una successiva aggiunta? Gli occhiali che irrompono da un quadro antico ci lasciano stupiti poichè sembrano non appartenere, nella forma a noi conosciuta, a secoli già lontani. Eppure sin dall'inizio, passato il periodo gotico che li conformava al gusto per gli angoli acuti, si giunse agli occhiali rotondi, dotati, come vediamo soprattutto nel dipinto seicentesco di Murillo, di un buon design. Segno di distinzione o, successivamente, di attenzione scientifica, gli occhiali delinearono progressivamente la figura dello studioso, del medico e del chirurgo. Ma in precedenza essi apparvero sul volto di apostoli e profeti. Ad indicare saggezza, vecchiaia e approfondimento. La storia delle lenti riparte del Medioevo. Pare che già al tempo dei Romani, comunque, chi presentasse difetti visivi potesse ricorrere a vetri in grado di correggere la messa a fuoco
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Mounir Fatmi, metti due santi in una sala operatoria. Una gamba bianca, una nera. Che succede?

Metti a disposizione dei Santi Cosa e Damiano - dipinti dal Beato Angelico - una sala operatoria di oggi. Come si comporterebbero ora i santi taumaturghi? E qual è il rapporto tra la guarigione umana e la guarigione tecnologica? E la medicina e la chirurgia hanno sostituito, in materia, ogni approccio spirituale complementare? Sono tante le domande che vengono suscitate dalla visione delle  opere della serie di Blinding Light (2013), un progetto che vede la manipolazione sia concettuale che visiva della cosiddetta “Guarigione del Diacono Giustiniano”, un miracolo immortalato anche in un noto dipinto, come dicevamo, del Beato Angelico. La storia narra di due santi, Cosma e Damiano - celebri per le loro capacità mediche - che una notte entrarono nella stanza di Giustiniano e gli scambiarono la gamba malata con quella di un etiope appena deceduto. Al risveglio Giustiniano si accorse quindi di avere la gamba destra guarita, ma di colore. - e qui si sviluppano altre domande sull'identità dei bianchi e quella delle persone di colore; si analizza il rapporto tra etnie diverse - . Giocata sulle sovrapposizioni fra il dipinto antico e scene di chirurgia odierna, Mounir Fatmi sorprende per l’abilità lessicale con la quale riesce ad affrontare temi di grande richiamo come l’identità etnica, l’ibridazione e la nozione di diversità con una sorprendete sensibilità culturale
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