Fu turbolenta protagonista di clamorosi scandali nella Bologna del ’500. Nell’opera citata da Vasari trasformò la biblica moglie di Putifarre in una donna impegnata a rivendicare il diritto alla libera espressione dei propri sentimenti
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Le donne futuriste. Tutte le artiste super-girl che spaccarono il mondo. La luce e l'elica. Le opere
Ogni capitolo del percorso, che procede per macro-temi – il corpo e la danza, il volo e la velocità, il paesaggio e l’astrazione, le forme e le parole – documenta una vena particolare delle artiste futuriste, dedite ora alle arti applicate, al tessuto, ora all’uso del metallo e, in generale, a una sperimentazione polimaterica e multidisciplinare nel campo delle arti figurative, ma anche letterarie e coreutiche
Per essere libera prese i voti da suora. Così Lucrina Fetti poté dipingere con il fratello. Le opere
Giustina Fetti, rinunciò, come quando s'entrava in Ordini e congregazioni, al proprio nome per assumerne uno nuovo, legato a una particolare devozione personale o a cristiani esemplari. Il nome nuovo, giunse il giorno in cui si fece suora, nel 1614, nel convento francescano di Santa Orsola di Mantova. Trascorse l'infanzia a Roma, come il celeberrimo fratello Domenico Fetti e da lui apprese l'arte della pittura, attività che prosegui anche indossando il sacro abito poichè, in quel periodo, in seguito alla Controriforma, molte scene evangeliche o bibliche andavano dipinte non più con concessioni alla fantasia o alla consuetudine, ma nel serrato confronto con la verità del dettato del libro sacro. Lucrina pertanto. mentre il fratello, a Mantova, diveniva un ottimo pittore amatissimo dei Gonzaga, proseguiva l'attività della famiglia, pur in convento
Ecco una rielaborazione in chiave artistica della favola di Cenerentola. La protagonista è Séraphine Louis (1864-1942), cameriera nella cittadina francese di Senlis con il pallino della pittura.
Dalla pittrice suora del Seicento (Isabella Piccini, originaria di Livemmo) alle altre artiste bresciane ate prima del novecento. I nomi? Eufrasia Paglia, Amalia Biancardi, Adelaide Camplani, Amanzia Guerillot (allieva e moglie di Inganni), Eleonora Monti e Rina Soldo
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Quasi un gioco. Riconosciamo gli autoritratti delle pittrici che furono profonde interpreti del proprio tempo? Nel filmato di Gygist ne scorrono sessantasette perchè la prima opera è di Guercino, che ritrae una donna che dipinge. Cliccate sul video per fermarlo. E leggete la didascalia qui sotto. Il percorso è molto bello, ma impervio
Racconta: "Esistono solo due tipi di storie: dalla vita alla morte e dalla morte al mondo dei vivi. Dopo che mia sorella è morta, ho sentito di essere intrappolata in un limbo, nell'aldilà, che apparteneva a qualcun altro. Non l'ho solo persa, mi sono persa. La serie Of Loss and Lightness narra una storia di navigazione attraverso il dolore. Usando il mio corpo e gli abiti della mia defunta sorella, esamino la relazione tra ricordi e materiali. Gli oggetti possono contenere emozioni? E si può accedere a queste emozioni racchiuse intervenendo sulla loro materialità?"
Catherine Marie-Agnes Fal de Saint Phalle, conosciutoa come Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, Hauts-de-Seine, il 29 ottobre, 1930 - San Diego, California, 21 maggio 2002) era una scultrice, pittrice e regista francese. Era moglie dell'artista Jean Tinguely.
Bambine soavi, piccoli pastori impegnati a suonare il flauto, fratellini addormenti dolcemente. L'amore ottocentesco per l'infanzia trova uno dei massimi cantori nella pittrice pre-raffaellita Sophie Gengembre Anderson. Nata a Parigi nel 1823 da un architetto francese che aveva sposato un'inglese, apprese le tecniche del ritratto nella capitale francese, frequentando lo studio di Charles Auguste Steuben, uno specialista del ritratto. Durante la rivoluzione del 1848, quando Sophie era venticinquenne, la famiglia decise di partire per gli Stati Uniti d'America. Vissero tra Cincinnati e Manchester della Pennsylvania, città nella quale la ragazza incontrò il pittore Walter Anderson, che sposò poco dopo.
Nel 1854 si trasferirono a Londra, dove la pittrice esibì i propri lavori nella Royal Academy. Nel 1858 presero la via di New York, per poi tornare definitivamente a Londra nel 1863. I suoi primi dipinti mostrano una forte attenzione per il dettaglio botanico, in comune con i Preraffaelliti. Morì nella propria casa, a Falmouth nel 1903