I giardini nell’arte

Un’invenzione botanica portò Monet a coltivare e dipingere ninfee. Perché? Il video

La svolta che Monet impresse alla propria pittura, passando dal paesaggio a campo largo, alla visione ravvicinata di porzioni di natura che preludono alla via dell'informale, fu consentita, oltre alle esigenze del pittore di rinnovare le modalità di rappresentazione dell'istante di luce, dal mercato della botanica che, proprio in quegli anni, si apriva all"invenzione", attraverso incroci tra specie esotiche e la bianca europea, delle ninfee colorate. In precedenza, da noi, questi fiori delle acque stagnanti erano nivei. Ma all'esposizione universale del 1889 Latour-Marliac, un possidente appassionato di giardini, presentò le nuove varietà, che conquistarono il pubblico e che gli valsero il primo premio nella propria categoria
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Il labirinto nell’arte – Il significato nei quadri e sugli abiti del Cinquecento

Il ’500 cantò il perdersi nell’intrico vegetale - Bartolomeo Veneto dedicò un singolarissimo ritratto a un uomo con un labirinto sul petto, una corona di spine e la raffigurazione di un naufragio. Simbolo della complessità dei percorsi di conoscenza, la rappresentazione in pittura assunse presto le caratteristiche di un gioco erotico attraverso il quale incontrarsi segretamente, come dimostra l’opera della scuola del Tintoretto. In ogni caso, l’immagine del labirinto evoca l’idea di ostacolo, sia di ordine materiale che spirituale. Il cammino si fa ora erto ora precipitoso; ci si trova di fronte a porte chiuse o vicoli ciechi; si rimane intrappolati nei suoi giri tortuosi e nei suoi meandri: beato chi, come Teseo, riuscirà a guadagnare l’uscita del proprio labirinto personale.
Bartolomeo Veneto, Ritratto di gentiluomo col labirinto, 1510 circa
Bartolomeo Veneto, Ritratto di gentiluomo col labirinto, 1510 circa
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I giardini meravigliosi da Monet a Bonnard. Cosa significano e perché diventarono imprescindibili

La rivoluzione estetica e culturale del giardino messa in luce dal Museo degli impressionisti di Giverny. Le ragioni sociale e culturali che portarono a questa svolta contrassegnata da un'autentica e inesausta gioia di vivere
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Cento giardini francesi che fanno sognare. Le soluzioni, le idee. Il video delle immagini

Il giardino non è soltanto una cornucopia distesa, né un semplice piacere cromatico dell'occhio. Esso lascia intendere che quello è un luogo di pace. Non crescono giardini, oggi, in Siria; e nemmeno nelle periferie delle megalopoli americane.Il giardino segna la pace. E pertanto la certezza del fatto che la vita in quel luogo può prosperare, senza che nessuno la recida
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Giardini di luce. Land art e illuminazioni notturne cangianti tra opere d'arte e sculture vegetali. Video

Le Domaine de Chaumont-sur-Loire - con il suo splendido castello, con le scuderie e con il parco - costituisce un punto di riferimento culturale di rilievo in quanto, al di là della più statica pratica di valorizzazione degli edifici, ha promosso le più avanzate ricerche nell'ambito dell'innovazione dell'arte dei giardini, in stretto raccorto tra botanici e artisti a livello internazionale. Uno degli spettacoli d'arte più suggestivi e l'illuminazione artistica del parco, dei giardini sperimentali e delle opere d'arte. La luce, già amatissima dai francesi a livello di realizzazione artistiche, si articola sempre più non solo negli spazi monumentali, ma anche in quelli vegetali. I visitatori sono incantati dalla visione o onirica di un "mondo altro"
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Sogni, desideri erotici e dolci malinconie nei giardini pittorici di Mike Worrall. Il video

Nato 1942 a Matlock Derbyshire, Regno Unito, Mike Worrall ha sviluppato con serietà e con ottimi esiti compositivi, accostamenti e brani onirici, secondo la formula iniziale della "scrittura automatica per immagini". Ciò presuppone che siano raccolti con libertà passi di sogni o di proiezioni inconsce, in grado di rilevare una su-realtà, che sta oltre le convenzioni visive sulle quali poggiamo la nostra percezione quotidiana. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di un flusso di coscienza rapido, come avviene nella letteratura. Ma di un abbandono iniziale a un gioco caleidoscopico della memoria - anche artistica - che giunge a mescolare, accostare, inventare nuove immagini.
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