Tombe e un edificio enigmatico scoperti nei pressi del palazzo dell’imperatore durante lavori stradali. Cosa c’era in questo punto? Tra archeologi e antichi racconti. Una strada mitica

IMPERO ROMANO

Scavi archeologici durante lavori, nei pressi di Spalato, in Croazia, hanno rivelato nuove e affascinanti testimonianze del passato romano della città. L’area indagata, situata ai margini dell’antico sito noto come Ad basilicas pictas – zona nella quale, nei pressi dell’ex palazzo di Diocleziano, furono realizzate basiliche paleocristiane – ha restituito importanti strutture sepolte: una strada, tombe e un edificio enigmatico, scoperti in extremis dopo la conclusione dei lavori di cantiere. Questi ritrovamenti offrono ulteriori elementi alla storia di Spalato e al suo stretto legame con l’epoca romana e, in particolare, con la figura dell’imperatore Diocleziano.

La strada verso il Palazzo di Diocleziano e la fuga da Salona

Gli archeologi hanno portato alla luce una porzione di strada che fungeva da scorciatoia tra l’antica città di Salona e Spalato, sede del palazzo dell’imperatore. Questo percorso sembra essere stato fondamentale per la fuga dei superstiti di Salona, distrutta durante le invasioni barbariche del VI secolo. Secondo le fonti storiche, molti degli abitanti si rifugiarono presso il Palazzo di Diocleziano, trasformandolo progressivamente nel nucleo urbano che sarebbe diventato Spalato, il cui nome deriva, appunto da palazzo.

Tra i racconti più suggestivi legati a questa via vi è quello di San Doimo (Domnius), patrono della città. Secondo una leggenda locale, le ossa del santo furono trasportate proprio lungo questa strada durante la fuga da Salona. Il percorso avrebbe quindi svolto un ruolo fondamentale non solo come via di transito ma anche come simbolo di speranza e resistenza.

Le sepolture ritrovate: chi erano questi defunti?

Lungo questa antica strada, gli scavi hanno rivelato diverse tombe. Le analisi antropologiche che seguiranno potranno fornire informazioni cruciali sui defunti: la loro età, il sesso, le condizioni di salute e persino dettagli sul loro stile di vita.

“Oggi è possibile ottenere molte informazioni dai denti, analizzando enzimi che rivelano persino la dieta delle persone,” ha spiegato Nebojša Cingeli, responsabile dei lavori archeologici. Questo tipo di analisi può offrire una finestra unica sulle condizioni di vita nell’antica Spalato, gettando luce su questioni sociali ed economiche dell’epoca.

Un edificio misterioso

Accanto alla strada e alle tombe è emerso un edificio di cui non si conosce ancora la funzione precisa. Gli archeologi escludono che si tratti di una struttura residenziale; potrebbe invece avere avuto una destinazione sacra. La sua architettura e i segni di restauri successivi suggeriscono un uso prolungato nel tempo.

“Sarà particolarmente interessante capire la funzione di questo edificio,” ha sottolineato Cingeli. La scoperta potrebbe infatti contribuire a ridefinire la comprensione della topografia e dell’importanza religiosa dell’area durante il periodo tardoantico. La vicinanza alla strada e la presenza di tombe potrebbe orientare, nell’ambito della comprensione della funzione dell’edificio, all’ipotesi di un mausoleo romano in un’area di necropoli, poi – forse – trasformato in un punto di riferimento cristiano.

Le nuove scoperte si inseriscono in un contesto più ampio di ritrovamenti lungo il percorso dell’acquedotto di Diocleziano, che portava acqua dalla sorgente Jadra al palazzo imperiale. Questo imponente sistema idrico rappresenta uno degli esempi più avanzati di ingegneria romana nella regione.

La costruzione dell’acquedotto, lunga circa 9 chilometri, testimonia l’importanza che l’imperatore Diocleziano attribuiva a una notevole fornitura d’acqua per il suo imponente complesso.

Diocleziano: il costruttore del palazzo e il ritiro a Spalato

Il nome di Spalato è indissolubilmente legato alla figura dell’imperatore Diocleziano, uno dei più influenti e controversi sovrani dell’Impero Romano. Nato in Dalmazia, proprio lì accanto a Spalato, intorno al 244 d.C., Diocleziano salì al potere nel 284 d.C. e riformò profondamente l’impero, introducendo la Tetrarchia per gestire meglio le vaste province romane.

Dopo aver abdicato volontariamente nel 305 d.C., evento unico nella storia romana, Diocleziano si ritirò nel maestoso palazzo che aveva fatto costruire a Spalato. Questo complesso non era solo una residenza imperiale, ma un vero e proprio centro amministrativo e militare, con templi, terme e fortificazioni.

Il Palazzo di Diocleziano rappresenta oggi uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La sua struttura ha influenzato profondamente l’urbanistica di Spalato, con molte delle sue parti ancora visibili e integrate nella città moderna.

L’espressione Ad basilicas pictas si riferisce a un’area archeologica, nei pressi dei nuovi ritrovamenti e del Palazzo di Diocleziano, uno dei complessi monumentali romani più spettacolari e meglio conservati del Mediterraneo.

Cosa c’era qui

Ad basilicas pictas, luogo archeologico di Spalato. @ Fotografia Argo Navis/CC BY-SA 4.0

Il termine latino “ad basilicas pictas” si traduce come “presso le basiliche dipinte”. Questo nome è stato utilizzato dagli archeologi per designare una zona caratterizzata dalla presenza di basiliche paleocristiane decorate con affreschi.

Il contesto archeologico

L’area si trova nella periferia orientale del Palazzo di Diocleziano ed è particolarmente rilevante per comprendere la transizione tra il mondo pagano e cristiano nell’Impero romano tardo. Qui sono stati rinvenuti resti di almeno due basiliche paleocristiane risalenti al IV-V secolo d.C., caratterizzate da decorazioni pittoriche parietali, pavimentazioni musive e strutture funerarie.

Le basiliche e il loro significato

  1. Prima basilica: a navata unica, presentava probabilmente affreschi di ispirazione religiosa.
  2. Seconda basilica: più grande e complessa, includeva probabilmente una funzione cimiteriale, come molte basiliche paleocristiane dell’epoca.

Gli affreschi di queste basiliche, oggi frammentari, documentano un’importante fase artistica e religiosa del tardo Impero, quando il Cristianesimo si affermava definitivamente come religione ufficiale.

Importanza storica

L’area Ad basilicas pictas dimostra la continuità dell’occupazione e l’evoluzione architettonica della città di Spalato dopo la costruzione del palazzo imperiale. Rappresenta anche un testimone cruciale della cristianizzazione della regione dal IV secolo in poi.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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