Tra Masaccio e Masolino. Settimane di controlli ai restauri della Cappella Brancacci. Le foto

"Gli allievi del III anno PFP1 (Materiali lapidei e derivati. Superfici decorate dell’architettura) hanno partecipato al complesso processo di rilievo e annotazione delle condizioni conservative degli intonaci dipinti, confrontando i dati con i rilievi prodotti nel restauro degli anni 80/90, per valutare il progredire delle condizioni di degrado e, attraverso un approccio manutentivo, hanno testato con sistemi gelificati ad azione controllata e progressiva, la possibilità di correggere le integrazioni pittoriche, che nel corso degli anni si erano alterate

Foto: credits Opificio delle pietre dure
“Dal 25 luglio al 5 agosto – scrive l’Opificio delle Pietre Dure – è svolto presso la Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze il Cantiere didattico della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’OPD, con il coinvolgimento di Comune di Firenze, Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, CNR ISPC e Università degli Studi di Firenze”. Un’esperienze di straordinario interesse e bellezza, tra gli affreschi di Masaccio e di Masolino da Panicale –

“Gli allievi del III anno PFP1 (Materiali lapidei e derivati. Superfici decorate dell’architettura) hanno partecipato al complesso processo di rilievo e annotazione delle condizioni conservative degli intonaci dipinti, confrontando i dati con i rilievi prodotti nel restauro degli anni 80/90, per valutare il progredire delle condizioni di degrado e, attraverso un approccio manutentivo, hanno testato con sistemi gelificati ad azione controllata e progressiva, la possibilità di correggere le integrazioni pittoriche, che nel corso degli anni si erano alterate.
Il cantiere didattico ha coinvolto gli studenti Claudia Borrelli, Lorenzo Castellucci, Andrea Filippi, Giorgia Uraghi, e le funzionarie restauratrici dell’OPD Sara Penoni (tutor), Mariarosa Lanfranchi e Cristiana Todaro. Durante il cantiere allievi e restauratori sono stati lieti di accogliere l’artista americano Jeff Koons, in occasione di una visita a sorpresa”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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