Scopre in un campo della Norvegia una splendida moneta d’oro bizantina del 960. Il viaggio del Re Spietato a Costantinopoli

Il luogo esatto del ritrovamento sarà oggetto di indagini nel 2024, ma già ora emerge l'interesse e l'importanza di questa scoperta per comprendere meglio le connessioni storiche tra l'Impero Bizantino e terre lontane come la Norvegia. Il reperto offre uno sguardo affascinante su come oggetti così preziosi viaggiassero e potessero finire in luoghi inaspettati, svelando un capitolo intrigante della storia medievale.


di Redazione
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Vestre Slidre, Norvegia, 7 dicembre 2023 – Un rilevatore di metalli ha rinvenuto una rarissima moneta bizantina, un histamenon nomisma, nelle montagne del comune di Vestre Slidre, Norvegia. Questo eccezionale reperto, risalente al 960 d.C., costituisce una testimonianza unica del legame storico tra l’Impero Bizantino e terre così remote come la Norvegia.

La moneta e la sua unicità norvegese
La moneta d’oro, coniata a Bisanzio intorno al 960 d.C., è un reperto straordinario per la Norvegia. Per intenderci: Costantinopoli è Istanbul, cioè Turchia. Dalla Turchia alla Norvegia la strada non è breve. Trovata sulle montagne nel comune di Vestre Slidre da un appassionato utilizzatore di metal detector, la moneta si è conservata eccezionalmente bene. Appare sostanzialmente intatta, come se fosse stata persa solo recentemente, ma in realtà risale a più di mille anni fa. L’eccezionale conservazione è legata alla materia prima da cui è costituita. L’oro non subisce alterazioni nel tempo. Non si indebolisce, non viene intaccato. E, per questa sua natura, esso emerge fulgido dall’oscurità del terreno, anche dopo millenni.

Dettagli della moneta

@ Foto: Innlandet fylkeskommune,Martine Kaspersen / NTB

La moneta bizantina mostra, su un lato, una raffigurazione di Cristo con la Bibbia e, sull’altro lato, probabilmente gli imperatori Basilio II e Costantino VIII.

@ Foto: Innlandet fylkeskommune,Martine Kaspersen / NTB

La loro identificazione è supportata dal triplo bordo tratteggiato attorno alla moneta, indicando che fu coniata tra il 977 e il 1025 d.C. Le iscrizioni, una in latino e una in greco, affermano rispettivamente: “Gesù Cristo, Re di coloro che regnano” e “Basilio e Costantino, imperatori dei Romani”.

Coinvolgimento di Harald Hardråde
E’ oggetto di una pista investigativa interessante il possibile coinvolgimento di Harald Hardråde, noto come Araltes nei documenti bizantini, nella provenienza della moneta. Harald Hardråde, che fece parte della guardia imperiale nordeuropea a Costantinopoli, potrebbe aver portato la moneta in Norvegia dopo aver servito come guardia del corpo dell’imperatore bizantino nel 1034. Le saghe raccontano che Harald e i suoi uomini ritornarono in Norvegia nel 1046 carichi di tesori provenienti da Bisanzio. Harald III Sigurdsson, conosciuto anche come “Lo Spietato,” è stato un sovrano norvegese nato a Ringerike nel 1015 e deceduto a Stamford Bridge il 25 settembre 1066. Il suo regno si estese dal 1047 al 1066 e la sua vita è ampiamente narrata nell’Heimskringla.

Prima di ascendere al trono, Harald trascorse quindici anni in esilio, distinguendosi come mercenario e comandante militare per la Rus’ di Kiev e l’Impero Bizantino. Già a quindici anni, prese parte alla battaglia di Stiklestad con l’obiettivo di reclamare il trono norvegese, precedentemente perso due anni prima a favore di Canuto I d’Inghilterra. La battaglia si concluse con la sconfitta, la morte del fratellastro Olaf II di Norvegia e l’esilio di Harald nella Rus’ di Kiev, dove prestò servizio sotto il principe Jaroslav I di Kiev. Durante questo periodo, ottenne il grado di capitano.

Nel 1034, Harald si recò a Costantinopoli, contribuendo alla storia della sua vita con un nuovo capitolo. Nella capitale dell’Impero Bizantino, divenne rapidamente un comandante di spicco nella Guardia Varia e partecipò a diverse azioni militari nel Mar Mediterraneo, in Asia Minore, in Sicilia e, forse, anche in Terra Santa, Bulgaria e nelle dispute dinastiche interne a Costantinopoli. La sua esperienza e abilità militari lo resero una figura prominente nella corte bizantina.

La memoria di Harald III Sigurdsson è ancorata nella cultura anglosassone grazie al suo tentativo di invadere l’Inghilterra nel 1066, un evento che tragicamente segnò la sua fine. La vita di Harald, ricca di avventure, esilio e imprese militari, rappresenta un capitolo affascinante della storia norvegese e delle sue connessioni con le grandi potenze dell’epoca.

E’ chiaro che l’antico sovrano e i suoi uomini, così collegati a Costantinopoli, possano aver portato con sé ori da Bisanzio. E che la moneta potesse far parte di un tesoretto poi disperso.

Le possibili vie di diffusione
C’è una seconda ipotesi, più prosaica. E cioè che la moneta sia arrivata a Vestre Slidre attraverso antiche vie di trasporto, come la Bispevegen, o attraverso rotte commerciali che collegavano la Norvegia occidentale, famosa per il commercio del sale e dell’aringa, all’est, ricco di lingotti di ferro, pelli di renna e corna. La distanza considerevole tra Costantinopoli e Vestre Slidre aggiunge un elemento di mistero alla storia, rivelando la sorprendente portata dei contatti medievali.

Indagini future e misteri da risolvere
Il luogo esatto del ritrovamento sarà oggetto di indagini nel 2024, ma già ora emerge l’interesse e l’importanza di questa scoperta per comprendere meglio le connessioni storiche tra l’Impero Bizantino e terre lontane come la Norvegia. Il reperto offre uno sguardo affascinante su come oggetti così preziosi viaggiassero e potessero finire in luoghi inaspettati, svelando un capitolo intrigante della storia medievale.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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