Una straordinaria collezione di oltre 680 monete d’oro e d’argento, risalenti ai regni celtici a partire dal 206 a.C. fino al regno dell’imperatore Claudio nel 46/47 d.C., è stata venduta nelle scorse all’asta Noonans Mayfair a Londra per il prezzo finale di 132.865 sterline equivalenti a 158mila euro. Il ritrovamento, compiuto da un cercatore di metalli nei terreni di Helmingham Hall vicino a Stowmarket, Suffolk, ha superato di gran lunga la stima iniziale di 75.000 sterline, confermando il grande interesse per i tesori archeologici di questo calibro.
Tutto nel rispetto della legge. Perché
Ogni azione è avvenuta legalmente, secondo le norme imposte dal Treasur act, la legge britannica del 1996 che norma i ritrovamenti di tesori o beni archeologi da parte dei privati. In sostanza è necessario non cercare in luoghi caratterizzati da vincoli archeologici e segnalare nel volgere di pochi giorni il ritrovamento all’autorità giudiziaria – in quel caso il coroner – per avviare una pratica che porterà a possibili altre ricerche archeologiche nell’area e, al tempo stesso alla valutazione, da parte di un a commissione, se gli oggetti rinvenuti siano di pubblico interesse. Nel caso la commissione stessa dichiarasse che i reperti sono un tesoro – quindi abbiano un pubblico interesse – si schiude il diritto di prelazione da parte di musei ed enti di interesse pubblico, che possono acquistare gli oggetti a prezzi di mercato. Il guadagno viene poi suddiviso tra il cercatore e il proprietario del terreno. C’è anche il caso in cui i musei non siano interessati all’acquisto – perché nelle collezioni hanno pezzi analoghi – o perché i pezzi non possono rientrare in un preciso programma espositivo. A quel punto il cercatore, che rimane, con il adrone del campo, proprietario del tesoro può tenere per sé gli oggetti o venderli liberamente.
La scoperta: un ritrovamento sensazionale
Il tesoro è stato scoperto da George Ridgway, residente ad Ashbocking, a pochi chilometri da Helmingham Hall. “Quel giorno decisi di indagare su un segno insolito nel campo di orzo appena mietuto,” ha spiegato George, “sapendo che una strada romana passava vicino al campo, speravo ci fosse una connessione.”
Dopo aver cercato a lungo senza risultati, George si è spostato di circa 30 metri, trovando due fibule romane in bronzo del tipo Colchester, risalenti al I secolo d.C. Poco dopo, il suo metal detector ha rivelato una moneta d’argento, un denario emesso da Giulio Cesare nel 46 a.C. Ma la sorpresa non finiva lì: nelle tre ore successive, George ha trovato altre 160 monete d’argento romane, alcune delle quali attaccate a frammenti di ceramica.
Capendo l’importanza della scoperta, ha chiamato suo padre per sorvegliare il sito fino all’arrivo di una squadra di archeologi. La squadra ha impiegato tre mesi per recuperare completamente il tesoro, che includeva in totale 748 monete d’oro e d’argento.
Monete romane e celtiche: un tesoro unico
Tra le monete scoperte, si distinguevano anche quelle dell’età del ferro, come i preziosi esemplari d’oro del re Cunobelino, sovrano delle tribù Catuvellauni e Trinovanti. Questo ritrovamento, che copre un arco temporale di quasi tre secoli, dalla fine del III secolo a.C. all’inizio dell’età imperiale romana, rappresenta uno dei più grandi tesori contenenti sia monete celtiche che romane mai scoperti in Gran Bretagna.
In totale, il British Museum e il Colchester & Ipswich Museum hanno reclamato 63 monete per le loro collezioni, tra cui un aureo dell’imperatore Claudio.
Ipotesi storiche sulla provenienza del tesoro
Alice Cullen, specialista in numismatica presso Noonans, ha suggerito che il tesoro potrebbe essere stato sepolto da un soldato della Legio XX, la legione stanziata a Colchester. La datazione delle monete e il luogo del ritrovamento potrebbero collegarsi alla ribellione della tribù degli Iceni contro il governatore romano Ostorio nel 47 d.C. La battaglia, avvenuta probabilmente a Stonea Camp, è stata vinta dai Romani, e il tesoro potrebbe essere stato nascosto da una vittima del conflitto.
L’asta: vendite record e pezzi rari
La moneta che ha ottenuto il prezzo più alto durante l’asta è stata un denario di Gaio Cesare, meglio conosciuto come Caligola, datato tra il 37 e il 38 d.C., con un ritratto di Agrippina. È stata venduta per £7.000, superando di gran lunga la stima iniziale di £2.000-£2.600. Un altro pezzo di rilievo è stato un denario di Claudio, datato tra il 41 e il 42 d.C., venduto per £5.000, contro una stima di £1.500-£1.800.
George Ridgway: il moderno “Indiana Jones”
George, 34 anni, vive con la sua fidanzata Ruby, un’archeologa, e i loro tre cani, e lavora nell’azienda di famiglia, una macelleria gestita dalla nonna. “Il mio eroe d’infanzia è sempre stato Indiana Jones,” ha raccontato dopo la vendita. “Ho iniziato a cercare tesori storici quando avevo 4 anni, e ho sempre sognato di trovare un tesoro romano da quando mia nonna mi ha regalato il mio primo metal detector per il mio 12º compleanno.”
Oggi, George ha realizzato il suo sogno, ed è pronto a condividere il suo successo con chi gli è stato vicino. Alla domanda su cosa farà con il ricavato dell’asta, ha risposto con un sorriso: “La prima cosa che farò sarà offrire una pinta a mio padre!”