Trovano questi oggetti di pietra. Hanno 9 mila anni e mostrano una tecnologia altissima. A cosa servivano? I pareri degli archeologi

Tracce di vernice rossa sulla superficie. L'era della pietra nuova segnò l'avvento di lavorazioni accuratissime e un uso di straordinaria efficacia della materia prima

Gli aghi furono inventati almeno 50mila anni fa. Ma erano di osso. Ora, una recente scoperta, avvenuta durante uno scavo, e uno studio conseguente, dimostra che questi strumenti furono prodotti anche in pietra 9mila anni fa, con uno sforzo tecnologico notevole, che è specchio del Neolitico. L’era della pietra nuova segnò l’avvento di lavorazioni accuratissime e un uso di straordinaria efficacia della materia prima. Si arrivò a molature finissime. La scoperta dei metalli, naturalmente, non era avvenuta, nei termini dell’utilizzo degli stessi per creare manufatti. Quindi le ossa degli animali, la pietra e l’argilla per le ceramiche erano risorse fondamentali.

Ma questi aghi di pietra, lunghi circa 3 centimetri, erano usati per cucire – probabilmente le tende e i materiali in pelle – o per decorarsi con collane, visto che sono state trovati su alcuni di essi segni di una vernice rossa, spesso usata per motivi religiosi? O per entrambi i fini, che dimostravano bellezza e potere tecnologico? Qualunque fosse l’utilizzo, rimane stupefacente la capacità di ricavare dalla pietra, per rottura del blocco e successiva, accurata molatura, oggetti del genere.

Virtuosismo che raggiunge il massimo nella realizzazione della cruna. “Le prime tecniche di molatura e perforazione utilizzate per la produzione di strumenti in osso rappresentano un aspetto importante della complessità dei comportamenti umani moderni. – dicono gli autori di uno studio pubblicato ora dal  Journal of Archaeological Science: Reports, compiuto da Yun Chen della Sichuan University e da alcuni colleghi – Gli strumenti in pietra perforata sono apparsi relativamente tardi, principalmente come piccoli ornamenti e strumenti portatili, e sono stati ampiamente scoperti nel contesto della complessità tecnologica del Neolitico”. Gli studiosi hanno analizzato sei aghi perforati – cioè dotati della cruna – in pietra macinata datati all’Olocene inferiore provenienti dal sito di Xiada Co (XDC). Rappresentano i primi aghi in pietra conosciuti nel contesto archeologico eurasiatico, nonché il primo esempio di manufatti in pietra macinata trovati sull’altopiano tibetano. I sei pezzi di aghi di pietra sono stati scavati nel sito XDC nel 2020, nei pressi di un lago. Solo due aghi erano completi di un foro controforato (occhiello), mentre gli altri quattro erano frammentati. Le materie prime utilizzate per fabbricare i sei aghi includevano tremolite, serpentino, actinolite e talco, che appartengono tutti al gruppo della nefrite e sono rari nel sito.

“Abbiamo impiegato una combinazione di analisi microscopiche, esperimenti, modelli tridimensionali (3D) e analisi dei residui in combinazione con precedenti studi etnografici per analizzare i processi di produzione degli aghi e le potenziali funzioni. – dicono i ricercatori – I risultati hanno indicato che gli esseri umani moderni dell’altopiano tibetano possedevano, già 8900-8500 anni fa, competenze nella tecnologia del suolo e che hanno selezionato intenzionalmente materie prime appropriate per la lavorazione degli aghi di pietra. Abbiamo scoperto che la produzione di aghi di pietra comporta la selezione delle pietre grezze, la demolizione, la molatura e la perforazione, che richiedono più tempo rispetto alla produzione di aghi di osso. Tuttavia, gli aghi di pietra sono più duri e più adatti per cucire le tende. La nostra analisi degli aghi di pietra suggerisce che rappresentano uno speciale comportamento adattivo degli esseri umani moderni dopo la loro diffusione e l’insediamento permanente sull’altopiano tibetano, che non è stato ancora trovato altrove”. Inoltre – proseguono gli studiosi – la scoperta di pigmenti su aghi di pietra indica le loro possibili funzioni ornamentali, che potrebbero essere uno dei primi esempi di simbolismo sull’altopiano tibetano.

Le prove disponibili suggeriscono che anche gli aghi d’osso, che apparvero per la prima volta in Siberia circa 50.000 anni fa, non venivano utilizzati solo per cucire e tessere indumenti caldi ma anche per scopi decorativi e simbolici. Qualche studioso non esclude che gli aghi di pietra possano essere stati utilizzati anche per la preparazione di reti da pesca, considerato il fatto che i reperti sono stati portati alla luce nelle vicinanze di un lago. Forse la nostra mente, che ragiona per comparti di specializzazione, non è in grado di configurare la polifunzionalità degli oggetti arcaici, che includeva più aree d’uso, rappresentando al contempo uno status symbol e una funzione simbolico-spirituale.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa