Qui probabilmente furono sepolti nobili d’alto rango. Il simbolo dello stemma porta nell’ambito della famiglia reale. Gli intonaci sul legno dell’avello.
Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi archeologici condotti dal Museo di Storia Nazionale nella cittadella della fortezza medievale di Kokaliansku Urvich. L’Istituto Archeologico Nazionale dell’Accademia Bulgara delle Scienze ha reso noto il ritrovamento nei giorni scorsi.
La fortezza di Urvich (nota anche come Kokalyane Urvich perché il villaggio più vicino è quello di Kokalyane) si trova sulla riva destra del fiume Iskar, sulla collina di “Sredobardie”, sul monte Lozen, a circa 20 chilometri dal centro di Sofia.
Il ritrovamento
L’anello è stato rinvenuto nella tomba 9, scavata direttamente nella roccia del pavimento di una chiesa funeraria medievale.
Le osservazioni preliminari suggeriscono che l’anello appartenesse a un aristocratico vissuto nella seconda metà del XIV secolo, un’ipotesi avvalorata dall’aquila raffigurata sull’anello, simbolo del potere reale a Veliko Tarnovo durante il Medioevo.
Sotto il profilo stilistico, l’anello o risulta anticipatore di un gusto o parrebbe anche successivo e, sulla base di analoghi esempi dell’epoca, in Italia, potrebbe essere testimonianza di un gusto cinquecentesco.
Significato storico dell’anello con sigillo
La presenza dell’aquila, simbolo associato alla famiglia reale bulgara, ha portato i ricercatori a ipotizzare che l’anello potrebbe essere appartenuto a un membro della famiglia del re bulgaro Ivan Alessandro. Questo dettaglio offre uno spunto significativo per comprendere meglio le dinamiche sociali e politiche dell’epoca, evidenziando i legami tra l’aristocrazia locale e la famiglia reale.
Dettagli della sepoltura
Durante il funerale, il corpo del defunto fu adagiato in una bara di legno intonacata, un’usanza che conferma l’alto rango sociale della persona sepolta. Finora, gli scavi hanno portato alla luce dodici tombe, quattro delle quali erano ben contrassegnate. Tuttavia, due di queste tombe sono state saccheggiate probabilmente nel XVI secolo, come testimoniano i frammenti di un ornamento d’argento trovati nel mucchio di detriti.
Si ipotizza che la violazione di alcuni sepolcri – che contenevano i gioielli indossati dai defunti – sia avvenuta durante i primi decenni dell’invasione da parte dell’impero ottomano, anche se, probabilmente, il sito fu usato come luogo di sepoltura fino al XVI secolo stesso.
Interpretazioni e simbolismi
Gli studiosi ritengono che l’anello fosse indossato dal defunto e che la rosetta incisa su di esso simboleggi la continuità e la memoria ancestrale. Questo elemento decorativo, oltre a essere un segno di prestigio, potrebbe rappresentare un legame spirituale e culturale con le generazioni passate, sottolineando l’importanza della tradizione e dell’identità familiare nel contesto medievale.
Il raccordo simbolico dell’anello porta a Ivan Alessandro di Bulgaria (… – 17 febbraio 1371), zar della Bulgaria dal 1331 al 1371. Il lungo regno di Ivan Alessandro, è considerato come un periodo di transizione per la Bulgaria medievale, durante il Secondo impero bulgaro.
Ivan Alessandro iniziò a governare durante un periodo critico, con problemi interni ed esterni. Il Paese era minacciato dagli Stati confinanti, quali l’impero bizantino e il regno di Serbia e nonostante ciò Ivan riuscì ad instaurare un periodo di ripresa economica e di rinascita culturale e religiosa.
L’imperatore fu in grado di tener testa alle incursioni dell’impero ottomano, alle invasioni ungheresi a nord-ovest e alla peste nera], che dilagava in quegli anni nei Balcani.
Confronto con invasioni e calamità
La sua capacità di resistere a queste calamità evidenziò la sua determinazione e competenza come sovrano. Tuttavia, la necessità di affrontare simultaneamente queste crisi portò Ivan a una decisione controversa: la divisione del paese in due parti, ciascuna assegnata a uno dei suoi due figli.
Divisione del Regno e conseguenze
La divisione del paese tra i suoi figli indebolì significativamente la Bulgaria, rendendola vulnerabile alle minacce esterne, in particolare all’avanzata ottomana. Questa frammentazione del potere fu una delle cause principali che impedirono alla Bulgaria di resistere efficacemente all’imminente conquista ottomana, che avrebbe segnato la fine del Secondo Impero Bulgaro.