A San Casciano dei Bagni, nella cornice delle colline toscane, il sito del Bagno Grande continua a sorprendere il mondo con nuove straordinarie scoperte archeologiche. Nell’ambito degli scavi guidati dal professor Jacopo Tabolli (Università per Stranieri di Siena), da Emanuele Mariotti, direttore dello scavo, e da Ada Salvi, responsabile della Soprintendenza, sono stati portati alla luce reperti di eccezionale importanza: corone d’oro, gioielli, statue di bronzo, casse di monete antiche e simboli rituali legati alla sacralità delle acque termali. Le ricerche hanno riguardato i vari settori dell’area sacra, compresa la monumentale vasca in travertino e il suo deposito votivo. Dal fango caldo sono emerse nuove statue, 10mila monete, gioielli e persino centinaia di uova, alcune ancora intatte. Offerte dei fedeli, copiosissime, come i tesori e le statue poi occultate per evitare che, durante i periodi bui, qualcuno profanasse il luogo. Di fatto il santuario era un luogo di devozione e di cura, che si intrecciavano, attorno alla prodigiosa fonte di acqua calda. Lo spazio era recintato e, al suo interno, conteneva un tempio e altri edifici, oltre alla fonte stessa. Ciò che stupisce è un abbandono che parrebbe immediato, in un momento di perdurante fulgore.
I fedeli, per ringraziare le divinità, deponevano monete, oggetti preziosi, statue, ex voto.
Il Bagno Grande: un luogo sacro tra etruschi e romani
Le acque termali di San Casciano, utilizzate fin dall’epoca etrusca, rappresentavano per queste antiche popolazioni non solo una risorsa terapeutica, ma un vero e proprio ponte verso il sacro. Nel periodo romano, il sito divenne un importante centro religioso, dove i visitatori venivano per curarsi e offrire doni alle divinità delle acque. L’acqua termale qui sgorga in superficie a una temperatura naturale di 42°C ed è ricca di preziosi minerali. Nelle altre terme, tuttora funzionanti nel territorio di San Casciano, le acque vengono utilizzate per le proprietà antinfiammatorie e analgesiche che aiutano l’apparato locomotore ad acquistare tono muscolare e il sistema nervoso a rilassarsi.
Il Bagno Grande – nella foto, qui sopra, lo scavo del tempio termale, visto dal drone – era al centro di una complessa rete di credenze e pratiche votive. Qui si veneravano divinità della salute, come Apollo, Igea e Asclepio, ma anche forze connesse alla divinazione e al destino, incarnate simbolicamente dal serpente.
I ritrovamenti: oro, bronzo e simboli di fede
La campagna di scavo 2024 ha restituito un ricco ventaglio di oggetti votivi e simbolici, tra cui:
1. Le statue di bronzo
- Il grande agatodemone: Un serpente in bronzo lungo quasi un metro, con corpo sinuoso, squame rilucenti e testa cornuta. Questa figura, un “demone buono”, rappresentava il genius loci del Bagno Grande, il custode delle fonti sacre. La sua presenza conferma il legame tra le acque e le pratiche di divinazione. Sul fondo sono state trovati numerosi serpenti metallici, che costituivano una sorta di connessione sacrale. Una rete sulla quale avvenivano le offerte, lasciate nell’acqua calda delle terme naturali. Dobbiamo peraltro ricordare che il serpente è anche legato ad Asceplio, Esculapio, divinità della Salute. I serpenti sono voraci, in genere, di uova di quaglia o di gallina. Si può pensare che i fedeli alimentassero con le uova stesse i “serpenti buoni” che garantivano idealmente il contatto con la profondità della terra e che consentivano la risalita dell’acqua calda.
- Il mezzo corpo maschile: Un torso maschile tagliato a metà, offerto alla fonte da un certo Gaio Roscio, vissuto nel I secolo a.C. La raffinatezza del manufatto, ispirato ad Alessandro Magno, testimonia la qualità artistica dell’epoca.
- Il bambino augure: Una statua in bronzo (nella foto, qui sotto) del II secolo a.C. raffigurante un bambino con una palla nella mano e un braccialetto a forma di serpente. Questo dettaglio, insieme all’iscrizione che menziona Cleusi (l’odierna Chiusi), suggerisce un ruolo rituale legato alla divinazione. Un bimbo augure, un piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C. Il bambino reca nella mano sinistra una palla, con i classici pentagoni cuciti – identici a quelli della palla moderna – che ancora ruota tra le dita: forse un elemento divinatorio, da far ruotare in un rito.
2. I gioielli e le corone d’oro
- Una corona d’oro intatta, lavorata come una tenia, e un’altra in frammenti. Si ipotizza che una di queste possa essere appartenuta alla statua del bambino augure.
- Un anello con ambra e altri ornamenti raffinati, simboli del lusso e del valore attribuiti ai doni votivi.
3. Le monete
- Più di 10.000 monete, ammassate in grandi contenitori ormai dissolti nel tempo. Questo impressionante deposito monetario riflette la centralità del Bagno Grande come luogo di pellegrinaggio e di offerte.
Il simbolismo del serpente: divinazione e sacralità delle acque
Il serpente, figura ricorrente nei ritrovamenti di San Casciano, occupa un posto speciale nel mondo simbolico antico. Associato alla guarigione e alla divinazione, il serpente rappresentava un intermediario tra il divino e l’umano.
Il ruolo del serpente nell’antichità
- Demone buono: Gli agatodemoni, spesso rappresentati nei larari delle case romane, erano spiriti benevoli che proteggevano e guidavano.
- Divinazione: Il movimento sinuoso e la natura elusiva del serpente lo rendevano un simbolo di mistero e saggezza, legato alla capacità di predire il futuro.
- Simbolo della fonte: Deposto nel punto in cui sgorgava l’acqua, il grande serpente bronzeo di San Casciano simboleggiava la sacralità della fonte stessa.
Le offerte votive: tra salute e fede
Il Bagno Grande non era solo un luogo di guarigione fisica, ma anche uno spazio di connessione spirituale. Le offerte ritrovate, dalle uova di gallina alle statue e ai gioielli, testimoniano il desiderio di stabilire un dialogo diretto con le divinità.
“È come se le piccole serpi e l’agatodemone, con le acque che scorrono di continuo, portassero un messaggio alla divinità della fonte e a quelle della salute,” spiegano gli archeologi.
“L’estensione delle indagini e l’ampliamento dell’area di scavo ha portato tra giugno e ottobre anche al rinvenimento del temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro, che racchiudeva più edifici tra i quali il tempio costruito attorno alla grande vasca sacra. – affermano gli archeologi – Un edificio più antico, o forse un grande recinto, costruito in blocchi di travertino, già in età etrusca circondava la sorgente del Bagno Grande, definendo lo spazio sacro del culto, almeno dal III secolo a.C.”
“Lo scavo ha ora messo in luce gran parte della vasca più antica, che fu poi ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, forse a seguito di un prodigio associato alla caduta di un fulmine. – proseguono gli archeologi – Se all’esterno del tempio sono stati portati alla luce gli strati di vita e, soprattutto, i resti di doni e cerimonie che avvennero nel corso dei secoli, con deposizioni di lucerne, unguentari di vetro, bronzetti votivi, ex voto anatomici in terracotta dipinta e perfino foglie d’oro, è all’interno della vasca sacra che la stratificazione dei doni votivi continua a restituire un contesto assolutamente unico, protetto dall’acqua termale e dal fango argilloso. Dopo un complesso lavoro di gestione dell’acqua proveniente dalla sorgente, alla profondità di quasi 5 metri, lo scavo ha raggiunto nuove sequenze stratigrafiche”.
Un mondo in rinascita: il futuro del sito di San Casciano
Le scoperte di San Casciano rappresentano un patrimonio inestimabile per l’archeologia e la cultura italiana. I lavori di scavo continueranno nell’estate 2024, mentre si procede con il restauro e lo studio dei reperti.
Progetti futuri
Entro il 2026, il sito diventerà un Parco Archeologico Termale, completo di un museo e un hub di ricerca internazionale. Questo progetto mira a rendere accessibile al pubblico non solo le meraviglie emerse dagli scavi, ma anche l’esperienza unica di un luogo che intreccia natura, storia e spiritualità.