Un nuovo studio risolve il mistero della 20enne Signora di Cao. Con lei un ragazzo e una ragazza uccisi con filo di stoffa. Chi erano? Perché furono sacrificati? Le risposte fornite dalle analisi di laboratorio

La Signora aveva poco più di 20 anni e la ragazza che l’accompagnava un’età compresa tra i 12 e 15. La ragazzina venne strangolata con l’uso di fili di fibra tessile. Stessa sorte toccò a un giovane uomo, figlio di un parente della Signora. Che legame avevano con la giovane donna, onorata come una regina o come una Dea? Uno studio, dopo il prelievo del Dna, fornisce un quadro genetico e antropologico dettagliato. Collettivamente, i risultati indicano che i sei individui sepolti nella piramide condividono uno stretto grado di parentela biologica. Quindi le persone sacrificate erano familiari, molto stretti sotto il profilo genetico. Perché avvenne il sacrificio?

La signora di Cao in una ricostruzione 3d della mummia., con i simboli del potere, al momento della sepoltura @ Foto di Jean-Pierre Dalbéra from Paris, France, Wikimedia

La civiltà Moche, fiorita lungo la costa settentrionale del Perù tra il 300 e il 950 d.C., è nota per i suoi straordinari manufatti artistici, le sue imponenti architetture piramidali e le elaborate pratiche rituali. Tuttavia, la società Moche rappresenta ancora un enigma per gli studiosi, soprattutto per quanto riguarda le sue strutture politiche e sociali. Uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha fatto luce su aspetti inediti della parentela e della ritualità Moche, analizzando un gruppo funerario d’élite rinvenuto a Huaca Cao Viejo, parte del complesso archeologico di El Brujo nella valle di Chicama. Questa scoperta getta nuova luce sulle strategie utilizzate dalle élite Moche per consolidare il potere politico e religioso, mostrando come parentela e sacrificio fossero profondamente intrecciati. Sacrificio nel quale, a livello familiare, non si configurava probabilmente la crudeltà, ma una sorta di dolce affidamento. Si può ipotizzare che – poiché la vita terrena era considerata un transito verso l’Assoluto e l’Eterno – le famiglie dei parenti stretti della Signora – come fratelli e sorelle – le avessero offerto un propria figlia per un viaggio alla fine del quale si riteneva ci fosse un approccio glorioso. E’ anche possibile che, senza giungere al più bieco machiavellismo, ciò consentisse di rendere più compatti i vincoli di famiglia.


Il contesto: Huaca Cao Viejo e la civiltà Moche

Il sito di Huaca Cao Viejo è una delle testimonianze più emblematiche della cultura Moche. Situato nel complesso di El Brujo, comprende una piramide a gradoni decorata con murales policromi che rappresentano scene rituali e mitologiche. Questo tempio-piramide è stato un centro cerimoniale chiave per i Moche, una civiltà che non ha lasciato tracce scritte, ma che ha comunicato la propria visione del mondo attraverso l’arte, l’architettura e le pratiche funerarie.

La scoperta più significativa del sito è la tomba della Señora de Cao, una donna di alto rango, vissuta attorno al 450 d.C. La sua mummia, avvolta in numerosi strati di stoffa e caratterizzata da elaborati tatuaggi, è stata ritrovata insieme a oggetti cerimoniali, tra cui armi e gioielli. Accanto a lei, sono stati rinvenuti i resti di una giovane donna, vittima di un sacrificio umano. In una tomba di un suo familiare è stato trovato il corpo di un ragazzo. Un’autopsia ha rivelato che la Dama di Cao aveva circa vent’anni al momento della morte, avvenuta probabilmente a causa di complicazioni legate alla gravidanza o al parto.

La sua presenza ha sfidato le tradizionali interpretazioni androcentriche della leadership Moche, indicando un ruolo preminente per le donne nell’esercizio del potere. Ora, il recente studio di un gruppo funerario associato a questa tomba amplia ulteriormente la nostra comprensione della società Moche, evidenziando la centralità della parentela nella struttura politica e rituale.


La scoperta: un gruppo funerario d’élite

Gli archeologi hanno identificato sei individui sepolti insieme alla Señora de Cao, in un contesto funerario complesso e riccamente decorato. Tra questi individui spiccano:

  • Un giovane sacrificato, probabilmente figlio di uno degli uomini sepolti nello stesso gruppo di familiari.
  • Una ragazza sacrificata, identificata come nipote della Señora de Cao.
  • Due uomini di mezza età, legati alla famiglia sia geneticamente sia attraverso la condivisione dello status.

Le analisi del DNA hanno permesso di ricostruire un albero genealogico che abbraccia quattro generazioni, rivelando una stretta parentela tra i defunti. Questa parentela non è casuale, ma appare come una strategia mirata a legittimare l’autorità e a garantire la continuità del potere all’interno di una stessa linea familiare.


Un sacrificio intimo e familiare

Uno degli aspetti più sorprendenti di questa scoperta è la natura del sacrificio rituale. Mentre l’iconografia Moche rappresenta spesso sacrifici violenti e pubblici, come decapitazioni e spargimenti di sangue in contesti bellici, il gruppo funerario di Huaca Cao Viejo testimonia un rituale più intimo e privato. I due giovani sacrificati, il ragazzo e la ragazza, furono strangolati con corde di fibre vegetali e sepolti accanto ai loro parenti.

L’analisi genetica ha confermato che il ragazzo era figlio di uno degli uomini presenti nella sepoltura, mentre la ragazza era nipote della Señora de Cao. Questo tipo di sacrificio, coinvolgendo membri della stessa famiglia, rappresenta una pratica unica e mai documentata prima nella cultura Moche. Gli studiosi ipotizzano che tali sacrifici avessero una funzione simbolica: consolidare il legame tra i vivi e i defunti, rafforzando al contempo le connessioni con gli antenati e le divinità.


Dieta, mobilità e status

Le analisi isotopiche sui resti umani hanno fornito ulteriori dettagli sulla vita dei defunti. La maggior parte degli individui consumava una dieta ricca di mais e proteine marine, coerente con l’economia agricola e marittima della valle di Chicama. Tuttavia, la ragazza sacrificata presentava un profilo isotopico diverso, suggerendo che fosse cresciuta fuori dalla regione. Questo dato rivela una notevole mobilità tra le élite Moche, probabilmente finalizzata a stringere alleanze politiche o matrimoniali.

La diversità isotopica riflette anche una gerarchia complessa: mentre i membri della famiglia principale sembrano aver vissuto stabilmente nella valle, altri individui, come la ragazza sacrificata, potrebbero essere stati introdotti nel gruppo attraverso matrimoni o scambi politici, contribuendo a rafforzare la rete di potere della famiglia dominante.


Parentela, ritualità e trasmissione del potere

L’uso della parentela come strumento di potere è evidente nella sepoltura di Huaca Cao Viejo. La presenza di parenti sacrificati sottolinea l’importanza della famiglia come unità politica e religiosa. Questi sacrifici non erano semplici atti di violenza rituale, ma piuttosto momenti di transizione in cui l’autorità veniva trasmessa attraverso le generazioni. La Señora de Cao, con il suo ruolo di leader politica e religiosa, rappresenta l’apice di questa strategia.

Gli oggetti trovati nella sepoltura rafforzano questa interpretazione. Le offerte includono ceramiche dipinte, strumenti rituali e ornamenti in metalli preziosi, molti dei quali decorati con simboli associati al potere e alla fertilità. Questi manufatti non solo evidenziano lo status della famiglia, ma servivano anche a sottolineare la connessione con le divinità e il mondo spirituale.


Implicazioni per la comprensione della società Moche

Questa scoperta ha implicazioni significative per lo studio della civiltà Moche. Innanzitutto, sfida le interpretazioni tradizionali delle loro pratiche rituali, mostrando come il sacrificio potesse assumere forme diverse a seconda del contesto. In secondo luogo, mette in evidenza la centralità della parentela nella trasmissione del potere, suggerendo che la società Moche fosse organizzata in modo più familiare e dinastico di quanto si pensasse.

Infine, la combinazione di dati genetici, isotopici e archeologici offre un quadro più completo delle dinamiche sociali Moche, rivelando una società straordinariamente complessa, in cui la politica, la religione e la famiglia erano intrecciate in modi profondamente simbolici.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa