[box type=”note” ]Vincenzo Marinelli (1819-1892)e gli artisti lucani dell’Ottocento
Pinacoteca Provinciale di Potenza
Dal 28 marzo al 2 giugno
La mostra è aperta tutti i giorni nei seguenti orari: 9:00 – 13:00 / 15:30 – 20:00
Biglietto di ingresso: € 5,00 intero – € 3,00 ridotto
tel. 0971 469477
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[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=Pinacoteca+Provinciale+Potenza&hl=it&ll=40.647759,15.802631&spn=0.021328,0.046091&sll=38.089806,13.501549&sspn=0.011062,0.023046&gl=it&hq=Pinacoteca+Provinciale+Potenza&radius=15000&t=m&z=15&iwloc=A” width=”200″ height=”300″ align=”alignright” ]COMUNICATO – La mostra su Vincenzo Marinelli e gli artisti lucani dell’Ottocento si colloca nell’ambito delle ricerche sulla storia dell’arte in Basilicata nel XIX sec. che il Centro Annali “Nino Calice” ha avviato sin dal 2007 con il progetto sul pittore venosino Giacomo Di Chirico e proseguito fra il 2010 e il 2013 con quello sull’artista di Moliterno Michele Tedesco, iniziative realizzate sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica. Il progetto che qui si presenta consente di completare il quadro degli studi sui tre principali pittori che, partendo dalla Basilicata, si sono imposti nella scena artistica nazionale e internazionale, assumendo anche ruoli di primo piano nella formazione delle nuove generazioni nell’Accademia napoletana (Marinelli, Tedesco, Di Chirico). Nello stesso tempo, con questa nuova iniziativa si vuole contribuire a definire un quadro esaustivo dell’importante fermento culturale ed aritistico che anima la Basilicata nell’Ottocento presentando i suoi principali protagonisti, dai Busciolano ad Andrea Petroni, da Cesare Colasuonno ad Angelo Brando e molti altri, non mancando di far conoscere le recenti acquisizioni che riguardano Giacomo Di Chirico e Michele Tedesco. Il progetto si propone, inoltre, uno studio sistematico sulle collezioni e il mecenatismo che connotano l’Ottocento lucano intorno alle figure di Camillo d’Errico e Giustino Fortunato.
BIOGRAFIA
Vincenzo Marinelli (San Martino d’Agri 1819 – Napoli 1892) è artista di primo piano nel panorama dell’arte dell’Ottocento e uomo di cultura raffinato. Appartenente a una famiglia gentilizia di Abriola, frequenta il Real Collegio di Potenza e nel 1837 si trasferisce a Napoli dove inizia la sua formazione artistica presso il Regio Istituto di Belle Arti. Nel 1842, dal Consiglio provinciale della Basilicata, ottiene il pensionato a Roma per perfezionare gli studi sotto la guida del professore Vincenzo Camuccini. Ben presto, ad un approfondimento dei modelli classici Marinelli affianca la ricerca dal vero. Nel 1844 è ammesso alla scuola di nudo e pittura all’Accademia di San Luca dove si avvicina allo stile dei maestri del Trecento e Quattrocento toscano. Rientrato a Napoli nel 1848, in occasione della Mostra borbonica, partecipa attivamente alla lotta politica e ai moti liberali. Ricercato dalla polizia, nell’estate del 1849 Marinelli ripara in Grecia.
Ad Atene prende subito contatto con gli altri filellenici italiani sfuggiti alla repressione, tra cui Giuseppe Regaldi e Tojano De Filippis Delfico. In seguito a questi eventi il Consiglio Provinciale della Basilicata sospende l’erogazione della pensione. Il progetto Vincenzo Marinelli Vincenzo Marinelli (1819-1892) e gli artisti lucani dell’Ottocento Convegni e seminari: Potenza, Matera, San Martino d’Agri, Napoli, Iraklion, dicembre 2014-dicembre 2015 Mostra: Potenza, 14 marzo-2 giugno 2015 Vincenzo Marinelli (1819-1892) e gli artisti lucani dell’Ottocento Le importanti committenze della corte ateniese, in primis la decorazione della sala da ballo del palazzo Regio di Atene, con diciotto dipinti a soggetto mitologico e allegorico o di genere storico-romanzesco, commissionata dal re Ottone I di Baviera, gli valsero grandi riconoscimenti al punto da presentarsi all’Esposizione annuale del Politecnico di Atene del 1852 ricevendo numerose committenze private. Il periodo greco si conlude con un soggiorno a Creta dove lavora a tre dipinti per la cattedrale di S. Antonio da Padova. Nel 1854 Marinelli si trasferisce ad Alessandria d’Egitto, divenuta meta di molti esuli politici italiani. Stringe amicizia con l’egittologo Giuseppe Vassalli, ispettore degli scavi e vicedirettore del Museo del Cairo, e viene presentato al khedivé Said Pascià, salito al trono proprio in quell’anno. Uomo colto e raffinato, educato a Parigi, Said Pascià fu il committente del taglio dell’istmo di Suez. Marinelli lo accompagnò nella lunga spedizione in Sudan, tra il 1856 e il 1857, documentando sui taccuini luoghi, costumi e tradizioni, viaggi poi proseguiti anche in Palestina e in Turchia da cui trasse grande ispirazione per quella che sarà la sua produzione pittorica futura, di carattere orientalista. Richiamato dal grande movimento politico che anima il Regno d’Italia, rientrato a Napoli nel 1859 accetta il programma del Comitato dell’Ordine. Nell’estate del 1860 fa rientro in Basilicata. Concorre alla costituzione del Comitato Insurrezionale di Abriola e con gli insorti è a Potenza il 18 agosto di quell’anno. Dopo l’Unità si stabilisce a Napoli dove ha inizio la sua multiforme produzione pittorica che spazia dai temi storici a quelli di carattere orientalista, sempre più prevalenti. A questo periodo risalgono i dipinti Il ballo dell’ape nell’harem (acquistato dal Principe Umberto di Savoia), Ricordo dell’Alto Egitto, Tratta delle schiave sul Mar Rosso, Famiglia di beduini nomadi in viaggio, La toiletta di Cleopatra, Cesare Mormile ovvero Nobiltà e popolo contro le sanzioni dell’Inquisizione del 1547, Ferrante Carafa che porta sul suo cavallo il popolano Masaniello capo della riscossa contro lo straniero – definita «una gemma, un’eccezione» della Promotrice del 1869 – dipinto premiato con medaglia d’oro alla prima Mostra nazionale di Parma del 1870 (anche questo acquistato dal Principe Umberto di Savoia). Invitato da Ismail Pascià per le cerimonie dell’inaugurazione del canale di Suez, nel novembre del 1869 Marinelli torna in Egitto e qui ha modo di incontrare altri artisti italiani, tra cui Cesare Biseo, Marco De Gregorio e Stefano Ussi. Per il sovrano dipinge il Trasporto del Mahamal alla Mecca.
Nel novembre del 1870 è nominato professore onorario all’Accademia di Belle Arti di Napoli e di lì a poco, dopo la morte di Mancinelli, ottiene la cattedra di disegno. Nel 1881, in seguito alle dimissioni di Morelli, Marinelli è nominato suo successore alla prestigiosa cattedra di Pittura. Muore a Napoli il 18 gennaio del 1892. Insieme alla vita e l’opera di Vincenzo Marinelli, il progetto si propone di ricostruire l’intera scena artistica lucana dell’Ottocento, completando il percorso di ricerca e il ciclo di esposizioni avviati sin dal 2007. Per quanto attiene ai pittori Giacomo Di Chirico (Venosa 1844 – Napoli 1883) e Michele Tedesco (Moliterno 1834 – Napoli 1917) che sono stati oggetto dei precedenti approfondimenti (presentati rispettivamente nelle mostre presso la Pinacoteca Provinciale di Potenza – 6 dicembre 2008/28 febbraio 2009 e 18 febbraio/13 maggio 2012) si proporranno nuove importanti acquisizioni, dipinti e documenti non ancora noti. Gli altri pittori lucani, che provengono da diversi comuni della regione e che si formarono principalmente presso il Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, saranno presentati in maniera organica con una scelta di opere e documenti, perlopiù inediti, con l’obiettivo di ricostruire aspetti ignoti o poco noti della loro biografia artistica e del vivace panorama artistico lucano dell’Ottocento. La sezione antologica, salvo nuove aquisizioni nel corso della ricerca, presenterà i seguenti autori: – Michele Tedesco (Moliterno) – Giacomo Di Chirico (Venosa) – Antonio, Michele e Vincenzo Busciolano (Potenza) – Andrea Petroni (Venosa) – Vincenzo Lacreta (Marsico Nuovo) – Cesare Colasuonno (Irsina) – Giuseppe Mona (Pietrapertosa) – Angelo Brando (Maratea)
Vincenzo Marinelli in mostra con gli artisti lucani dell’Ottocento
LA MOSTRA - Fino al 2 giugno l'affascinante percorso nell'arte dell'800 attraverso l'opera di grandi pittori lucani: Vincenzo Marinelli, Michele Tedesco, Giacomo Di Chirico, Andrea Petroni, Angelo Brando e molti altri ancora. Catalogo Calice Editori.