Nelle scorse scorse ore, a Roma, nel corso di uno scavo per la fognatura, nel parco Scott, nei pressi dell’Appia antica, è stata portata alla luce – come i lettori ben ricordano – una statua di marmo ad altezza naturale, che rappresenta Ercole. Gli archeologi hanno notato che il volto della statua presenta elementi di descrizione naturalistica che raramente appaiono nelle immagini idealizzate degli Dei. Il volto dell’opera – insomma – rinvia più ad un viso umano, caratterizzato sotto il profilo fisionomico, che a un idealizzazione divina. Così, in poche ore, si è giunti a proporre una possibile spiegazione all’anomalia. La scultura potrebbe rappresentare l’imperatore Traiano in veste di Ercole. La soluzione possibile è proposta dal Parco Archeologico dell’Appia Antica
“𝘾𝙝𝙞 𝙚𝙧𝙖 𝙨𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙡𝙚𝙤𝙣𝙩𝙚̀? Termine che indica la pelle del leone nemeo, trofeo della prima fatica di Eracle. Per sconfiggere la feroce bestia, Eracle non poté usare armi – inefficaci … – dicono gli studiosi del Parco archeologico – Ce lo state chiedendo in tanti… e allora, mentre i restauratori preparano i primi interventi, cerchiamo di capire chi poteva essere il personaggio rappresentato nella statua rinvenuta nel corso delle attività di scavo nei pressi del secondo miglio dell’Appia Antica”.
“Come sapete – proseguono gli archeologi – la scultura non era nel suo contesto originario perché nel secolo scorso era stata ributtata in una trincea eseguita per la posa in opera del vecchio condotto fognario che attraversa Parco Scott. Purtroppo non abbiamo quindi dati stratigrafici che possano aiutarci a definirne la datazione. Per arrivare all’identificazione e cronologia della scultura dobbiamo quindi “cercare dei confronti” analizzando manufatti assimilabili: una delle principali attività post scavo dell’archeologo”.
“Nel corso di queste primissime analisi – dicono gli studiosi – abbiamo trovato una discreta somiglianza tra il ritratto del nostro personaggio in veste di Ercole e l’imperatore Gaius Messius Quintus Traianus Decius, meglio noto come Decio Traiano, che regna dal 249 al 251, quando viene ucciso, insieme col figlio Erennio Etrusco, nella battaglia di Abrittus tra Goti e Romani. Il volto del “nostro Ercole”, seppur corroso, sembra condividere con i ritratti ufficiali di Decio le “rughe da ansia”, che richiamano la ritrattistica romana repubblicana ed erano finalizzate a rappresentare la preoccupazione per le sorti dello Stato, virtù valutata molto positivamente nelle alte cariche dell’impero. Altri tratti caratteristici sono il trattamento della rada barba e la morfologia di occhi, naso e labbra.
Si tratta di una primissima ipotesi di lavoro: dopo la pulizia emergeranno ulteriori elementi che potranno confermarla o indirizzare verso altre identificazioni. Stiamo infatti esaminando tutte le possibilità, compresa la ritrattistica privata, sempre considerando che il nostro personaggio, rappresentato in veste di Ercole, doveva molto probabilmente essere una figura di rilievo”.