Scavi nei pressi della villa romana. Scoperta necropoli. A quando risale? Cosa hanno trovato? La risposte degli archeologi

Gli scavi della campagna 2023 - che dovrebbero essere ripresi nel 2024 - hanno riguardato le prime cinque tombe romane, nelle quali sono stati individuati corredi composti da ceramiche, balsamari, contenitori vitrei, lucerne. Una moneta trovata in una delle tombe consentirebbe di datare la sepoltura stessa ai primi decenni del 200 d.C. Un periodo prospero, per l'Impero

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Tourega, 08 gennaio 2024 -La squadra dell’ERA arqueologia ha avviato scavi archeologici presso la Villa Romana di Nostra Signora della Tourega, Portogallo e ha individuato importanti vestigia di una necropoli.
Gli scavi della campagna 2023 – che dovrebbero essere ripresi nel 2024 – hanno riguardato le prime cinque tombe romane, nelle quali sono stati individuati corredi composti da ceramiche, balsamari, contenitori vitrei, lucerne. Una moneta trovata in una delle tombe consentirebbe di datare la sepoltura stessa ai primi decenni del 200 d.C. Un periodo prospero, per l’Impero.

Moneta di Alessandro Severo trovata in una delle tome @ Foto: Era arqueologia

La moneta di Alessandro Severo
nominato imperatore a 14 anni

La moneta reca infatti il volto di Marco Aurelio Severo Alessandro, noto anche come Alessandro Severo, che governò l’Impero romano dal 222 al 235, a partire dall’età di 14 anni con l’aiuto della nonna e della mamma. Egli rappresentò l’ultimo sovrano della dinastia dei Severi, salendo al trono in seguito all’omicidio del cugino Eliogabalo nel 222. Fu un imperatore moderato, attento alle necessità del popolo. Tuttavia, la sua stessa vita fu segnata da un tragico destino, poiché fu assassinato. Si innescò così la crisi del terzo secolo.

Una delle sepolture durante lo scavo. Notevole l’uso di laterizi di copertura e di lastre ceramiche poste verticalmente @ Foto: Era arqueologia
Lucerna trovata durante gli scavi. @ Foto: Era arqueologia

La necropoli – in cui sono iniziati gli scavi, nelle settimane scorse –  era evidentemente collegata alla villa romana di Tourega, nel distretto di Évora, nell’Alentejo, Portogallo. Durante il dominio romano in Portogallo, era parte della provincia di Lusitania, situata a pochi chilometri a sud-ovest di Civitas Ebora Liberalitas Julia, nota oggi come Evora. Posizionata in prossimità della strada romana per Salacia (l’attuale Alcácer do Sal) e a soli cinque chilometri dalla via romana per Pax Julia, attualmente conosciuta come Beja, la villa fu oggetto di scavi che indicano un utilizzo compreso tra la metà del I secolo d.C. e la fine del IV secolo. Almeno nel III secolo – epoca alla quale pare riferirsi anche parte della necropoli – sembra che appartenesse a una famiglia di rango senatorio.

Vasi di uno dei corredi @ Era arqueologia
sepoltura a inumazione, nella necropoli romana. Le pereti della tomba sno state realizzate con lastre ceramiche. Accanto alla testa del defunto sono visibili un piccolo vaso e un’ampia ciotola @ Era arqueologica

Il georadar (GPR) ha individuato ulteriori vaste aree a sud e ovest che attendono ancora di essere esaminate. L’area già investigata comprende una grande vasca termale con ambienti separati per uomini e donne, dotati di acqua calda e fredda, insieme a fornaci, impianti di riscaldamento e un ampio serbatoio d’acqua. Gli archeologi suggeriscono che la costruzione dei bagni avvenne in tre fasi, identificando tre terme principali, la più estesa delle quali misurava 24,5 metri in lunghezza e circa 4,6 metri in larghezza.

Durante gli scavi della villa sono stati recuperati numerosi frammenti di terra sigillata e ceramica romana antica, nonché di anfore. Circa 876 frammenti di terra sigillata sono stati rinvenuti, la maggior parte dei quali provenienti da manifatture romane di La Rioja, in Spagna. Altre ceramiche erano originarie di Arezzo e de La Graufesenque, nel sud della Francia. Frammenti di ceramica rossa africana, provenienti da località non specificate dell’Africa settentrionale, sono stati altresì scoperti. La stragrande maggioranza delle anfore conteneva prodotti ittici, suggerendo un utilizzo prevalente per i prodotti dell’estuario del fiume Sado, come quelli provenienti da Creiro. Solo una o due anfore contenevano vino o olio d’oliva, indicando che la villa probabilmente coltivava viti e ulivi.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz