Gli archeologi polacchi stanno conducendo una ricerca sorprendente nel cimitero degli animali del I e II secolo a Berenike, Egitto, scoprendo oltre 200 tombe di scimmie, cani, gatti e persino vitelli. Questa scoperta è stata compiuta dal team guidato dalla dott.ssa Marta Osypińska dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Wrocław, in collaborazione con il Centro Polacco di Archeologia Mediterranea dell’Università di Varsavia.
Berenike, situata sul Mar Rosso, fu un importante porto costruito durante il regno dell’imperatore Tiberio, dopo l’annessione dell’Egitto all’Impero Romano. Funzionava come un cruciale punto di transito intercontinentale per merci provenienti da India, Asia, Arabia e Africa orientale. Gli archeologi hanno anche sospettato che la terza legione “cirenaica” fosse di stanza a Berenike, nota per aver giocato un ruolo chiave nella pacificazione della rivolta di Gerusalemme nel 70 d.C. Proprio nel cimitero degli animali sono stati trovati papiri e cocci di terracotta sui quali sono stati scritti nomi di legionari o di centurioni romani. Gli animali sono sepolti con segni di “legame affettuoso”. Non sarebbero cioè stati sacrificati ritualmente. E’ possibile che, all’interno delle truppe, pur comandate da romani, esistessero soldati di origine egizia? La sepoltura “sontuosa” degli animali mummificati è legata a quella cultura. Ma qui si tratta di sepolture senza forme particolari di ritualizzazione.
Il cimitero degli animali domestici esplorato dal team di Osypińska risale al I secolo d.C., quando i romani controllavano il porto. Qui furono sepolti vari animali domestici, inclusi cani, gatti e scimmie. Ciò che ha sorpreso gli archeologi è stata l’abbondanza di tombe di scimmie, un fenomeno raro altrove. Le sepolture delle scimmie si distinguono dalle altre per il loro trattamento speciale: venivano posizionate come se dormissero, avvolte in tessuti e coperte.
Le tombe delle scimmie erano spesso accompagnate da oggetti aggiuntivi, principalmente giocattoli come conchiglie opalescenti, stracci e collari. Inoltre, le scimmie erano talvolta sepolte insieme ad altri animali domestici, come gatti e maialini, dimostrando una sorta di legame emotivo tra di loro.
Osypińska suggerisce che le scimmie potrebbero aver avuto un ruolo speciale per i residenti romani di Berenike, forse come surrogato della famiglia. Questa teoria è supportata dal fatto che i centurioni romani, ufficiali delle legioni, trascorrevano lunghi periodi a Berenike, lontani dalle loro famiglie. Le scimmie potrebbero quindi aver offerto conforto e compagnia in un ambiente così distante da casa.
La scoperta di due specie di macachi, il macaco rhesus e il macaco bonnet, ha sconvolto gli archeologi nel 2020, poiché questi animali sono originari del subcontinente indiano. Questo suggerisce un inaspettato contatto tra l’Impero Romano e l’India antica. La conferma di questo contatto è arrivata con la scoperta di reperti indiani e di una scultura parziale del Buddha nelle vicinanze.
Il progetto di ricerca “Non umani nella società Berenike” è finanziato dal Centro scientifico nazionale polacco e guidato dal dottor Mariusz Gwiazda e dal professor Steven Sidebotham dell’Università del Delaware, in collaborazione con la dott.ssa Osypińska. Questo studio continua a gettare nuova luce sulla complessa interazione tra gli antichi romani e il mondo animale nel porto di Berenike.