AGRIGENTO – Minuscoli vasi. Deliziosi, nella fattura. Ceramiche minute come fossero giocattoli principeschi di circa 2500 anni fa. Ma non erano destinati ai bambini. Gli archeologi, in queste ore, in Sicilia, hanno raggiunto il cuore devozionale di un luogo di culto extraurbano, al di fuori delle mura dell’antica città della Valle dei Templi di Agrigento. E, dal terreno dove questi oggetti furono risposti dopo i riti devozionali e le preghiere, stanno emergendo oggetti meravigliosi. Al lavoro, ad una serie di saggi del terreno, gli studiosi del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi in collaborazione con l’Università di Augsburg.
I reperti si riferiscono alle offerte votive dei fedeli a divinità, forse femminili e legate alla prosperità e ai raccolti, che i devoti stessi seppellivano dopo alcuni rituali. Le dimensioni ridotte degli oggetti deriva dalla funzione simbolico-liturgica degli stessi. Le archeologhe, nel video che possiamo vedere in fondo a questa pagina, ci spiegano com’erano usati questi oggetti, soffermandosi, in particolare sulla libagione rituale.
Il santuario extraurbano della Valle dei Templi di Agrigento, situato presso la località Sant’Anna, è uno dei siti archeologici meno noti ma di grande rilevanza storica e religiosa. Questo santuario si colloca al di fuori dell’area urbana della città antica, un fatto che suggerisce una destinazione particolare e probabilmente collegata a culti agrari o a divinità legate alla fertilità della terra, tipici delle popolazioni greche che colonizzarono l’area.
Caratteristiche del santuario
- Posizione: Situato nella località Sant’Anna, il santuario si trova nell’area orientale della Valle dei Templi, al di fuori delle mura cittadine. Questa distanza dalla città suggerisce che fosse destinato a cerimonie religiose più isolate e forse collegate alla vita agricola e ai cicli stagionali.
- Funzione religiosa: Gli antichi santuari extraurbani erano spesso dedicati a divinità che proteggevano le attività agricole, come Demetra e Persefone, divinità legate ai cicli della natura e della fertilità della terra. Non è da escludere che anche il santuario di Sant’Anna potesse essere legato a questo tipo di culto.
- Scavi e scoperte: Le indagini archeologiche hanno portato alla luce vari elementi strutturali del santuario, tra cui altari e resti di edifici sacri. Le scoperte hanno rivelato che la struttura potrebbe risalire a un periodo di grande fioritura della colonia greca di Akragas (Agrigento), intorno al VI-V secolo a.C.
- Culto e riti: Gli antichi greci praticavano complessi riti di offerta e sacrificio, spesso legati alla richiesta di protezione per i raccolti e la terra. Il santuario dell’area di Sant’Anna, essendo collocato in una zona agricola, potrebbe aver giocato un ruolo centrale in questo tipo di pratiche, fungendo da punto di riferimento per la comunità rurale.
Importanza storico-archeologica
Questo sito è di particolare interesse per gli studiosi poiché offre uno sguardo sui riti e le pratiche religiose dell’antica Akragas, soprattutto in relazione al rapporto tra città e campagna. Gli antichi santuari extraurbani erano spesso luoghi di incontro tra popolazioni locali e greche, con possibili sincretismi religiosi.
Inoltre, il santuario rappresenta un elemento cruciale per comprendere meglio l’espansione del culto agrario nelle colonie greche del Mediterraneo occidentale e l’importanza della religione nella gestione delle risorse agricole.