Allievo trova tesoro medievale durante corso di formazione al corretto uso del metal detector

Circa 800 anni fa, un viaggiatore seppellì i suoi averi,  per riprenderli in seguito, ma ciò non accadde mai. Il tesoro era stato messo in un sacco e sepolto in campagna
Il villaggio di Haithabu nella luce del mattino. © ALSH
I pendenti d’oro di produzione bizantina. Due cerchi d’oro dal diametro di circa cinque centimetri. Sono lavori traforati, in filigrana, decorati con diverse pietre © ALSH

E’ la fortuna del neofita, quella che, a dispetto dell’esperienza, favorisce – per supremo gioco del caso – chi intraprende un’attività? E’ sorprendente la scoperta compiuta in questi giorni da un aspirante “cercatore con metal detector” nelle campagne di Schleswig, nell’estremo nord della Germania: un tesoro vichingo. “Non lontano dal Complesso di Confine Archeologico Haithabu-Danewerk, sito Patrimonio dell’Umanità, – dicono gli archeologi di Stato – circa 800 anni fa, un viaggiatore seppellì i suoi averi,  per riprenderli in seguito, ma non accadde mai. Il ritrovamento è avvenuto solo pochi giorni fa, grazie all’impegno di un ‘metal detector‘ in formazione, nelle vicinanze di Haithabu, un centro vichingo ad alta vocazione commerciale”.

In Germania l’attività di ricerca con metal detector è consentita – e per certi aspetti, favorita dallo Stato – dopo un corso ed esercitazioni condotte sul campo e un esame finale. E’ stato durante una di queste prove – la terza, per l’esattezza – che l’apprendista rilevatore Nicki Andreas Steinmann – il quale aveva ricevuto in assegnazione dall’allenatore Arjen Spießwinkel un quadrante di terreno da esplorare – ha trovato l’oro.

Il rilevatore di Steinmann ha iniziato a segnalare la presenza di metallo. L’allievo, che aveva accanto a sé gli istruttori Ralph Paustian e Tim Johannsen, ha rimosso una minuscola porzione di terreno ed ecco luccicare gioielli e monete. A quel punto i tre hanno avvertito Jan Fischer, il tecnico responsabile degli scavi dell’Ufficio archeologico di Stato.

Fibula a pseudo-moneta dorata. È un’imitazione di una moneta islamica, un dinaro d’oro almohade modellato in un fermaglio per abiti nella tradizione scandinava. © ALSH

“Con il consenso dell’agricoltore, intorno al sito è stata scavata un’area di 4 metri quadrati – dicono i funzionari dell’Ufficio statale archeologico di Schleswig-Holstein, Sono stati scoperti anche altri oggetti in argento e placcati in oro. Si è riscontrato che i reperti erano già stati leggermente spostati dall’azione dell’aratro, ma che diverse monete erano ancora accatastate una sull’altra, come erano state originariamente depositate. Resti tessili risultavano presenti su diverse monete. Si può quindi presumere che i reperti si trovassero in un sacco di stoffa quando furono sepolti nel terreno”.

Una piccola parte delle monete d’argento trovate durante lo scavo. © ALSH

Nel complesso, il tesoro consiste in due orecchini d’oro di altissima qualità, con pietre dure, una fibula a pseudo moneta placcata in oro, due anelli da dito placcati in oro con pietre, un frammento di anello, un piccolo disco traforato precedentemente placcato in oro, una piccolo fibula ad anello e numerose monete d’argento fortemente frammentate.

“Il tesoro fu nascosto nelle immediate vicinanze di Haithabu, ma solo dopo che l’insediamento era già stato definitivamente distrutto nel 1066. – spiegano gli archeologi – Tra i reperti più notevoli ci sono i due orecchini pendenti in oro. Probabilmente risalgono al 1100 circa e dopo e si collocano nella tradizione dell’oreficeria bizantina. Un’altra scoperta speciale è una fibula pseudo-moneta placcata in oro. È un’imitazione di una moneta islamica, un dinaro d’oro almohade, che è stato convertito in un fermaglio (spilla) nella tradizione scandinava. Gli Almohadi erano una dinastia musulmana che governò gran parte del Maghreb e della Spagna meridionale tra il 1147 e il 1269″.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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