Recentemente, una squadra di archeologi dell’Archeodunum, sotto la direzione di Camille Nouet, ha portato alla luce un’importante testimonianza del passato romano nel massiccio del Bugey, precisamente a Valromey-sur-Séran, ai piedi del Grand Colombier. Durante gli scavi preventivi per la costruzione di un’abitazione privata, è emersa la pianta di un fanum, un piccolo tempio gallico-romano, insieme a strutture associate come un bacino e focolari. Inoltre, un pozzo nelle vicinanze ha restituito un frammento di una statua antica. Questa scoperta offre una finestra sulla romanizzazione della regione e sulle pratiche religiose locali durante l’Alto Impero.
Cos’è un fanum?
Il termine fanum deriva dal latino e indica un luogo sacro o un tempio dedicato al culto religioso nelle province galliche durante l’epoca romana. Queste strutture rappresentano una sintesi tra le tradizioni celtiche locali e l’architettura romana. Tipicamente, un fanum è caratterizzato da una cella centrale quadrata o rettangolare, chiamata cella, circondata da un portico o deambulatorio. La cella ospitava la statua della divinità venerata e serviva come spazio per le offerte e i rituali. Il portico permetteva ai fedeli di compiere processioni rituali attorno alla cella. La struttura del fanum riflette l’integrazione delle pratiche religiose celtiche con l’influenza architettonica romana, evidenziando la fusione culturale avvenuta durante la romanizzazione.
I fanum erano diffusi in tutta la Gallia e spesso erano situati in aree strategiche, come crocevia commerciali o luoghi ritenuti sacri dalle popolazioni locali. In molti casi, questi santuari erano dedicati a divinità sincretiche, che combinavano attributi di divinità celtiche con figure del pantheon romano. Alcuni esempi noti includono il fanum di Grand, nella Gallia Belgica, e quelli di Alesia e Gergovia, importanti centri della resistenza gallica contro Roma.
Alcuni scatti nel fanum
La romanizzazione del Bugey e del Grand Colombier
Il massiccio del Bugey, situato nell’attuale dipartimento dell’Ain, ha svolto un ruolo significativo durante la romanizzazione della Gallia. Questa regione, delimitata a est e a sud dal Rodano e a ovest dall’Ain, era attraversata da importanti vie di comunicazione che facilitavano gli scambi commerciali e culturali. La presenza romana è attestata in diverse località del Bugey, come Izernore, Valromey e Belley, dove sono stati rinvenuti resti archeologici significativi. A Briord, ad esempio, è stata scoperta una basilica paleocristiana, testimonianza della diffusione del cristianesimo nella regione.
Valromey-sur-Séran, luogo del ritrovamento, è un comune di recente istituzione situato nel dipartimento dell’Ain, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi, in Francia. Nato il 1º gennaio 2019 dall’unione dei comuni di Belmont-Luthézieu, Lompnieu, Sutrieu e Vieu, oggi questi ultimi ne costituiscono le frazioni. Il territorio comunale è attraversato dal fiume Séran, da cui prende il nome, e si sviluppa tra i rilievi montuosi della zona. L’altitudine varia dai 251 ai 1240 metri sul livello del mare, mentre la popolazione conta circa 1300 abitanti. E’ probabile che il nome della valle (Romey) sia collegato al mondo latino.
Il Grand Colombier, monte che sovrasta il territorio comunale, con i suoi 1.498 metri di altitudine, è uno dei punti più elevati del massiccio del Giura e domina la valle del Rodano. La sua posizione strategica lo rendeva un punto di riferimento sia per le popolazioni locali che per i Romani. La scoperta del fanum a Valromey-sur-Séran, situato ai piedi del Grand Colombier, suggerisce l’esistenza di un luogo di culto che serviva sia le comunità locali che i viaggiatori lungo le vie di comunicazione romane.
La romanizzazione del Bugey comportò una trasformazione delle strutture sociali, economiche e religiose locali. L’introduzione di infrastrutture romane, come strade e ponti, facilitò l’integrazione della regione nell’Impero. Le pratiche religiose locali si fusero con quelle romane, come evidenziato dalla presenza di fanum che combinano elementi celtici e romani. Questa sincretizzazione culturale è visibile anche nell’adozione della lingua latina e nell’organizzazione amministrativa romana.
Le città vicine al Bugey, come Lugdunum (l’attuale Lione), fungevano da centri amministrativi e culturali di primo piano, contribuendo a diffondere l’urbanizzazione romana anche nelle zone rurali. La scoperta di monete, ceramiche e manufatti in vari siti del Bugey conferma l’influenza romana sulla vita quotidiana delle popolazioni locali. Inoltre, l’adozione di tecnologie edilizie romane, come l’uso di tegole in terracotta e murature in opus caementicium, indica un profondo cambiamento nelle tecniche costruttive.
La funzione del fanum di Valromey-sur-Séran all’interno di questo contesto più ampio è ancora in fase di studio. Le analisi preliminari suggeriscono che potrebbe essere stato un centro di culto regionale, forse legato a una divinità locale sincretizzata con il pantheon romano. Il frammento di statua ritrovato nel pozzo vicino potrebbe fornire indizi sull’identità della divinità venerata. Gli archeologi analizzeranno anche i resti ceramici e gli eventuali strumenti rituali rinvenuti nel sito per ricostruire le pratiche religiose legate al santuario.
Gli scavi sono condotti da Archeodunum, che ha compiuto la scoperta.
