Una città, sotto la città. Lo scavo è avvenuto in un punto in cui, all’epoca romana, finivano le mura e iniziava il suburbio. Doveva esserci, lungo la via principale, una necropoli che doveva costituire un insieme reiterato di urne dei forti.

Gli scavi archeologici condotti fino all’inizio del 2025 nell’area della futura stazione della Linea C della metropolitana di Tolosa hanno offerto un’opportunità unica per approfondire la conoscenza della storia della città. Queste ricerche, condotte dall’Inrap, hanno permesso di rinvenire reperti appartenenti a un arco cronologico estremamente ampio, che spazia dall’epoca romana al Medioevo, fino all’Età moderna. Grazie alla ricchezza dei materiali recuperati, l’Inrap stessa ha tracciato, in queste ore, un quadro dettagliato dell’evoluzione di questo settore urbano, analizzando sia gli aspetti architettonici sia le testimonianze della vita quotidiana delle varie epoche.
Il quartiere nord e i resti dell’antichità
Gli archeologi, in questo settore, esplorato tra il 2024 e il 2025, hanno portato alla luce diverse strutture che delineano l’evoluzione di queste aree. In particolare, la presenza di una muratura grezza orientata in direzione nord-sud suggerisce un percorso viario che potrebbe aver costituito un asse di circolazione esterna attorno all’antica Tolosa. Questa muratura, benché di fattura semplice, dimostra una certa pianificazione urbana e potrebbe rappresentare il limite di un’area abitata o di una zona di transizione tra il centro urbano e le periferie.
Un’altra scoperta di grande rilevanza è rappresentata da una vasta fossa contenente frammenti di oggetti bruciati in vetro, ceramica e metallo. Questi resti sembrano riferibili a un’area destinata alla cremazione, in connessione con le incinerazioni individuate durante gli scavi del 2002 nelle vicinanze. Le analisi preliminari – spiegano gli archeologi dell’Inrap – indicano che la fossa potrebbe essere stata utilizzata per un periodo piuttosto lungo, raccogliendo resti di diverse fasi di cremazione.

Presso alcune necropoli esisteva infatti un luogo deputato alle incinerazioni. Le ceneri venivano poi raccolte in un’urna e depositate in una tomba. In altri casi l’incinerazione avveniva direttamente sulla buca della tomba. In entrambi i casi, l’area doveva essere sistemata e gli oggetti – tra i quali ceramiche per libagioni – venivano collocati in una fossa poiché nulla doveva transitare dalla città dei morti a quella dei vivi. Altra fosse era proprio quella dell’ustrinum – il luogo delle cremazioni – che disponeva, in genere, di propri depositi.
Nel medesimo settore è stato rinvenuto un piccolo edificio risalente alla tarda antichità, di cui restano diverse stanze. Non è chiara la sua funzione, ma potrebbe essere collegato al prolungamento extra-muros dell’antico decumano massimo. Tuttavia, nessuna traccia diretta di questo asse viario principale est-ovest è stata finora individuata, forse a causa delle trasformazioni urbanistiche avvenute nel XIX secolo. L’ipotesi più accreditata è che l’edificio fungesse da punto di controllo o da piccolo avamposto in un’area di passaggio.
Le tombe tra il II e il IX secolo: una finestra sui riti funerari
Uno degli aspetti più affascinanti di questo scavo è il ritrovamento di sei tombe databili tra il II e il IX secolo d.C. Il sepolcro più rilevante è una tomba a timpano, datata tra la metà del III secolo e l’inizio del V secolo grazie alle analisi al radiocarbonio.

© Laurent Grimbert, Inrap
All’interno della sepoltura giaceva il corpo di una donna, accompagnata da un piccolo gioiello decorato con cinque minuscole perle d’oro, indizio di un certo status sociale. Il corredo funebre, seppur limitato, suggerisce una certa ricchezza della defunta, e le perle trovate potrebbero essere parte di una collana o di un braccialetto, forse appartenuto a una tradizione locale.

Il numero relativamente esiguo di sepolture rinvenute in questo scavo contrasta con la ricchezza delle pratiche funerarie documentate nel 2002 durante la costruzione della Linea B. Questo fenomeno può essere spiegato dalla posizione periferica del sito rispetto alla grande necropoli antica, che probabilmente si estendeva più a nord-est. Inoltre, la varietà delle pratiche funerarie osservate nel tempo suggerisce un progressivo cambiamento nei riti legati alla morte, passando dalla cremazione all’inumazione, in linea con la diffusione del cristianesimo nell’area.
Le altre tombe rinvenute appartengono a periodi successivi e mostrano caratteristiche differenti. Alcune presentano elementi tipici delle sepolture altomedievali, come l’orientamento est-ovest e la mancanza di corredi funebri significativi, coerenti con le pratiche cristiane. Altre ancora sono più tarde e sembrano rivelare influenze di tradizioni locali mescolate a usanze diffuse nell’Europa medievale.
Tolosa medievale: urbanizzazione e difese cittadine
Passando al Medioevo e all’Età moderna, gli scavi hanno rivelato importanti dettagli sulla progressiva urbanizzazione dell’area esterna alle mura cittadine. I resti di strade, fondamenta di edifici, cantine, pozzi e latrine mostrano la crescita di un sobborgo sviluppatosi intorno a un’arteria di comunicazione. Questo sviluppo riflette la trasformazione di Tolosa da città fortificata a centro urbano in espansione, con l’integrazione progressiva delle periferie nel tessuto cittadino.
In particolare, l’analisi dei materiali rinvenuti nelle fosse di scarico ha fornito preziose informazioni sulla vita quotidiana degli abitanti di Tolosa tra il tardo impero e il periodo moderno. Ceramiche, utensili metallici, frammenti di vetro e persino mobili lignei permettono di ricostruire usi e consuetudini di diverse epoche. Alcuni frammenti ceramici con marchi di fabbrica potrebbero addirittura indicare la presenza di commercianti e artigiani specializzati nell’area.
Un altro elemento di grande interesse è la scoperta della parte orientale di un grande fossato difensivo medievale, che forniva protezione alla città. Sebbene non siano stati identificati il ponte e la barbacane ad esso associati, la posizione del fossato offre preziose indicazioni sulla struttura difensiva della Tolosa medievale. I documenti d’epoca indicano che questa area fosse un punto nevralgico per il controllo delle vie di accesso alla città.
Un ponte del XVI secolo e la rete idrica moderna
Infine, una delle sorprese più significative dello scavo è il ritrovamento di un ponte in mattoni, straordinariamente ben conservato, risalente al XVI secolo. Questo ponte consentiva il passaggio sopra un fossato collegato all’acquedotto dell’epoca moderna, testimoniando le ingegnose soluzioni adottate per la gestione delle acque nella città. L’architettura del ponte, con l’uso di mattoni e archi a tutto sesto, mostra la perizia tecnica dell’epoca e rappresenta un’importante testimonianza dell’evoluzione delle infrastrutture idriche cittadine.