Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Una scalinata e i resti di un portale tardomedievale scoperti sotto le pietre crollate di un castello lombardo

Sotto il crollo è stata ritrovata una scalinata monumentale in pietra, probabilmente pertinente all’ultima fase di ricostruzione del fortilizio prima del suo abbandono. Ma queste sono solo le ultime fasi, nei prossimi post vi racconteremo il resto della storia di questo castello emersa dagli strati di terreno

Scavano per realizzare paramassi e scoprono tomba antichissima. Con gioielli di bronzo e un coltello. Tracce di stoffa

Uno dei reperti tombali è un massiccio anello da braccio a coste che probabilmente era indossato sulla parte superiore del braccio. Inoltre, anch'esse in bronzo, spire di filo sottile giacevano sopra un cumulo di cremazione (le ossa bruciate), che probabilmente rappresentano parti di fibule, cioè fermagli di mantello. Completano l'insieme dei reperti la lama di un coltello in bronzo con tracce di manico in legno ancora attaccate alla piastra del manico e un pezzo in ferro che può essere considerato parte di un raccordo per cintura, nonché un osso animale come i resti di un alimento. Tutti gli oggetti sono stati probabilmente rotti o piegati intenzionalmente

Dal villaggio palafitticolo emergono 200 reperti al giorno. Trovati anche i denti dei primi Homo Sapiens della vallata veneta

I laghi di San Giorgio e Santa Maria sono due bacini di origine glaciale, situati nella Vallata, ai piedi delle Prealpi Venete, e si estendono amministrativamente nei comuni di Revine-Lago e Tarzo (TV). " Le preesistenze archeologiche risalgono al 1923 - dice la Soprintendenza - quando, durante lo scavo di un canale artificiale, fu rinvenuta una spada in bronzo di tipo Sauerbrunn. Nel 1987 vennero scoperti i primi resti di un abitato palafitticolo e, nel corso degli anni Novanta, alcune campagne di scavo hanno documentato un insediamento peri-lacustre databile al Neolitico-Eneolitico superiore, con sporadiche frequentazioni durante l’Età del Bronzo".

Sciolto il mistero della canoa del Cinquecento circondata da resti scheletrici e trovata sul fondo di un laghetto

L'imbarcazione fu prodotta perchè non potesse navigar. Gli studiosi hanno approfondito che l'uso rituale della canoa è avvalorato anche dalla morfologia stessa della nave, poiché avendo prua e poppa molto pesanti, la sua capacità di navigazione doveva essere limitata in acque più dinamiche, quindi non escludono che era stato creato per scopi simbolici

Scava, scava e trovi un castello medievale sepolto. Lavori in corso sul monte di Brisighella. Mura, pavimenti, pozzi

L'area che ne risulta si compone di una rocca con torri, alcuni ambienti nobili e una corte interna con il pozzo per l'acqua. Gli scavi stanno permettendo di apprezzare i vari periodi di intervento e ampliamento come quello ad opera di Maghinardo Pagani, il "Lioncel dal nido bianco" dantesco, che nel 1292 lo riedificò. Si notano poi i successivi interventi di ispessimento delle mura del XV secolo

L’apparecchiatura indica una cavità. Archeologi scoprono due tombe regali a camera con un tesoro di 500 pezzi

"Ciò che distingue le tombe a camera recentemente scoperte da quelle precedentemente scavate è il numero di manufatti e la loro magnifica qualità. - dice il professor Fischer, archeologo, responsabile della missione - Da sole due tombe sono riemersi 500 oggetti, molti dei quali sono costituiti da metalli preziosi, gemme, avorio e ceramica di alta qualità . Circa la metà dei manufatti è stata importata da culture vicine. L'oro e l'avorio provenivano dall'Egitto. Pietre preziose, come il lapislazzuli blu, la corniola rosso scuro e il turchese blu-verde, sono state importate rispettivamente dall'Afghanistan, dall'India e dal Sinai. Le tombe contengono anche oggetti in ambra provenienti dalla regione baltica".

Primo tuffo archeologico dell’anno a Bolsena. Trovati subito tesori nel “santuario termale” sprofondato

Dalle immagini si può arguire che sarà una stagione archeologicamente ricchissima. Tra i cospicui materiali ceramici, possiamo osservare - nelle foto scattate in queste ore - quelli che parrebbero lucerne e vasi di incinerazione, con resti dei defunti e quella che sembra una moneta, forse un naulum, l'obolo di Caronte. Il sito venne frequentato fino all'epoca tardo romana. I materiali sono stati recuperati e ora sono oggetto di valutazione di studio