Maurizio Bernardelli Curuz

Maurizio Bernardelli Curuz

Pastelli nella pittura francese dell’Ottocento. La mostra dedicata ai colori di una luce morbida e magica

Il XVIII secolo viene ritenuto essere l’età d’oro del pastello. Questo mezzo senza pari per rendere gli effetti della materia e del tocco vellutato dell’incarnato è quindi spesso limitato alla ritrattistica. Passato di moda durante la Rivoluzione francese, il pastello ha vissuto una rinascita dalla metà del XIX secolo fino all'inizio del XX secolo. La gamma dei pastelli si amplia poi notevolmente sia in termini di tonalità che di texture, aprendo così le porte a tutti i tipi di sperimentazione. La collezione del Museo d'Orsay testimonia in modo eccezionale questo rinnovamento.

Cammina sulla spiaggia con il marito e trova una pietra con figura. Gli archeologi: “E’ antica, rappresenta dea feconda”

Hathor o Ator è una divinità egizia appartenente alla religione arcaica dell'Egitto. Potremmo dire che essa è un solo una divinità femminile, ma che era adorata proprio per il sostegno che, secondo le credenze dell'epoca, dava alle donne stesse, come dea della gioia, dell'amore, della maternità e della bellezza. Come Signora dell'Occidente, accoglieva maternamente le anime dei defunti. Sotto il profilo del culto potremmo sottolineare alcuni elementi che poi troveremo nel culto cristiano della Madonna.

Con il metal trovano grossi depositi votivi di 2500 anni fa. Tanti gioielli antichi nell’ex palude. Il luogo sacro

I ritrovamenti includono tre depositi che contenevano, tra gli altri, orecchini, collane, bracciali, cerchietti, spille con testine a spirale, pezzi di collane decorate con ciondoli coda di pesce, punte di lancia, ecc.. Sono state trovate anche parti metalliche di finimenti per cavalli e un gran numero di altri oggetti. Tra questi ci sono anche molto prodotti realizzati con materie prime organiche: tessuti di strumenti di corno e frammenti di corde. Sul sito sono state trovate anche ossa umane, il che potrebbe suggerire che vi sono stati depositati anche sacrifici umani

Gli archeologi si immergono nell’Adriatico per sciogliere il mistero della barca “cucita a mano”, un relitto di 7 metri di 3000 anni fa

Dal 2 luglio 2023, una squadra di sommozzatori rimuoverà sezioni della barca nella baia di Zambratija 1. Una volta rimossi i pezzi e collocati in un supporto su misura, gli scienziati ricostruiranno la barca in 3D e ne preciseranno la data di costruzione, identificheranno le fibre utilizzate per la cucitura e studieranno le tecniche utilizzate per modellare il legno

Iniziato nel mare della Sicilia il recupero di una nave romana del IV secolo affondata con il proprio carico. Legno ancora perfetto

L'avvio dei lavori di recupero dello scafo, ritenuto il “gemello” di quello già scoperto nel 1999 nello stesso luogo: sotto una spessa coltre di posidonia, allora erano stati rinvenuti i resti di una grande nave da trasporto di epoca tardo-romana adagiata sul fondo sabbioso nei pressi della spiaggia, a non più di 2 metri di profondità. Dopo essere stato recuperato, il reperto denominato “Marausa 1” è stato esposto nelle sale del museo di Baglio Anselmi, a Marsala.

Sotto una fattoria romana del II secolo d. C. trovati un tesoro di monete in una bottiglia e ceppi per schiavi

La fattoria, fondata nel I secolo, fu riorganizzata e ampliata notevolmente nel secolo successivo. La possiamo immaginare - nella versione del II secolo - composta da un palazzo padronale, attorno a una corte chiusa da edifici rustici di servizio e alloggi dei lavoratori. La fattoria aveva anche laboratori artigianali e cantine

L’occasione del giorno. Ritratto olio su tela, XVIII-XIX secolo, all’asta on line. Offerte ferme a 600 euro

Questo affascinante ritratto dell'inizio del XIX secolo è creato alla maniera dei famosi artisti Nicolas de Largillière o in alternativa Jakob Ferdinand Voet, che ebbero un ruolo di primo piano durante il 1700. Rappresenta un bellissimo esempio di arte dell'Accademia di Francia. Il dipinto, olio su tela, misura 92×78×8 cm. e va all'asta in queste ore on line

Sub della Soprintendenza studiano il relitto del piroscafo garibaldino che aveva trasportato metà dei Mille in Sicilia

Garibaldi, con decreto del 5 ottobre 1860 dispose che la nave dovesse essere preservata, insieme al Piemonte, «in memoria della iniziativa del popolo italiano» ma, dopo la conclusione della spedizione dei Mille, passò invece al servizio della Regia Marina svolgendovi anche servizi umili e trasportando truppe e detenuti, cosa di cui Garibaldi fortemente si lamentò.