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Bambino proteggi il bambino. Come leggere il misterioso amuleto di un bimbo di Ischia del 700 a.C.


Il Parco Archeologico Campi Flegrei ha pubblicato un’interessante nota dedicata alla Tomba 656 della necropoli di San Montano a Pithekoussai, l’antica isola d’Ischia, misteriosa e antichissima sepoltura che risale all’ultimo quarto dell’VIII sec. a.C. (725-700 a.C.), che contiene i resti di un bambino di circa 9 mesi. “Il corredo del piccolo defunto è molto ricco per l’epoca: oltre a numerosi vasi, il capo del sepolto è infatti cinto da una benda d’oro decorata a sbalzo, e al collo sono tre pendagli ad anello in argento. Uno di essi presenta un castone girevole costituito da uno scarabeo in faïence (un impasto vetroso) di produzione egiziana. – scrivono gli archeologi del Parco –
La legenda si legge da sinistra verso destra, ed è costituita da simboli che espongono concetti e suoni fonetici. Al di sopra un faraone inginocchiato in segno di offerta, con parrucca e pizzo. Accanto ad esso un fanciullo si porta la mano alla bocca (suono = hdr). Al di sotto il simbolo dell’oro (suono = nbw), che compare spesso nel nome del dio Horus “dal nome d’oro”. Nella parte inferiore il segno della bocca (=r) sopra a quello del viso (=hr), accanto al trono, simbolo di regalità”.
“La legenda – concludono gli studiosi del Parco archeologico Campi Flegrei – compone il nome di Arpocrate, che definisce il dio Horus fanciullo (che per questo si porta il dito alla bocca, come fanno i bambini), figlio di Iside e Osiride, e quindi bambino divino per eccellenza, riferimento e prototipo di tutti i bambini, come il nostro Gesù bambino. Fu probabilmente la madre a mettere al collo del suo piccino morto prematuramente questo amuleto molto adatto a un bimbo, che lo accompagnasse nel triste viaggio verso l’aldilà e che lo proteggesse. L’uomo è sempre lo stesso da millenni”.
La foto dell’amuleto è di Francesca Mermati, il disegno di F. De Salvia. L’oggetto è conservato nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello Aragonese di Baia